tag:blogger.com,1999:blog-34239385446857662672024-02-19T14:32:03.881-08:00Pontificio Collegio Greco Sant'AtanasioΕλληνικo Κολλεγιο Αγιου ΑθανασιουPontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.comBlogger472125tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-4082477154155859702019-02-05T12:30:00.002-08:002019-02-05T12:30:38.082-08:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-5008585126105773182017-09-19T03:33:00.004-07:002017-09-19T03:34:57.573-07:00<div style="text-align: center;">
<b>La festa dell'Esaltazione della Croce nella tradizione bizantina </b></div>
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<span style="font-size: large;">Oggi ha portato l'Altissimo</span></div>
<span style="font-size: large;"></span><br />
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<span style="font-size: large;">come grappolo pieno di vita</span></div>
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<b>di Manuel Nin</b></div>
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La festa dell'Esaltazione della Croce - Universale esaltazione della Croce preziosa e vivificante è il suo titolo nei libri liturgici di tradizione bizantina - ha un'origine gerosolimitana collegata alla dedicazione della basilica della Risurrezione, edificata sulla tomba del Signore nel 335, e anche alla celebrazione del ritrovamento della reliquia della Croce da parte dell'imperatrice Elena e del vescovo Macario, rappresentati nell'icona della festa. La Croce ha un posto rilevante nella liturgia bizantina: viene commemorata tutti i mercoledì e venerdì dell'anno col canto di un tropario, la terza domenica di Quaresima, il 7 maggio e il 1° agosto, sempre presentata come luogo di vittoria di Cristo sulla morte, della vita sulla morte, luogo di morte della morte. La celebrazione del 14 settembre è preceduta da una prefesta il 13, che celebra appunto la dedicazione della basilica della Risurrezione, e si prolunga con un'ottava fino al giorno 21.</div>
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I testi dell'ufficiatura mettono ripetutamente in parallelo l'albero del paradiso e quello della Croce: "Croce venerabilissima che le schiere angeliche circondano gioiose, oggi, nella tua esaltazione, per divino volere risollevi tutti coloro che, per l'inganno di quel frutto, erano stati scacciati ed erano precipitati nella morte"; "nel paradiso un tempo un albero mi ha spogliato, perché facendomene gustare il frutto, il nemico ha introdotto la morte; ma l'albero della Croce, che porta agli uomini l'abito della vita, è stato piantato sulla terra, e tutto il mondo si è riempito di ogni gioia"; "la Croce che ha portato l'Altissimo, quale grappolo pieno di vita, si mostra oggi elevata da terra: per essa siamo stati tutti attratti a Dio, e la morte è stata del tutto inghiottita. O albero immacolato, per il quale gustiamo il cibo immortale dell'Eden, dando gloria a Cristo!".</div>
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Uno dei tropari dell'ufficiatura vespertina, con delle immagini toccanti e profonde, riassume tutto il mistero della salvezza: "Venite, genti tutte, adoriamo il legno benedetto per il quale si è realizzata l'eterna giustizia: poiché colui che con l'albero ha ingannato il progenitore Adamo, viene adescato dalla Croce, e cade travolto in una funesta caduta. Col sangue di Dio viene lavato il veleno del serpente, ed è annullata la maledizione della giusta condanna per l'ingiusta condanna inflitta al giusto: poiché con un albero bisognava risanare l'albero, e con la passione dell'impassibile distruggere nell'albero le passioni del condannato". In un altro tropario, l'incarnazione di Cristo, Dio nella carne, è presentata come l'esca che nella Croce attira e vince il nemico: "Per te è caduto colui che con un albero aveva ingannato, è stato adescato da Dio che nella carne in te è stato confitto, e che dona la pace alle anime nostre".</div>
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Diversi testi fanno una lettura cristologica dei tanti passi dell'Antico Testamento che la tradizione patristica e liturgica ha letto e interpretato come prefigurazioni del mistero della Croce del Signore: "Ciò che Mosè prefigurò un tempo nella sua persona, mettendo così in rotta Amalek e abbattendolo, ciò che Davide cantore ordinò di venerare come sgabello dei tuoi piedi, la tua Croce preziosa, o Cristo Dio"; "tracciando una croce, Mosè, col bastone verticale, divise il Mar Rosso per Israele che lo passò a piedi asciutti, poi lo riunì su se stesso volgendolo contro i carri del faraone, disegnando, orizzontalmente, l'arma invincibile"; "nelle viscere del mostro marino, Giona stendendo le palme a forma di croce, chiaramente prefigurava la salvifica passione: perciò uscendo il terzo giorno, rappresentò la risurrezione del Cristo Dio crocifisso nella carne che con la sua risurrezione il terzo giorno ha illuminato il mondo".</div>
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Alla fine del mattutino si svolge il rito dell'esaltazione e della venerazione della santa Croce. Il sacerdote prende dall'altare il vassoio che contiene la Croce preziosa collocata in mezzo a foglie di basilico - l'erba profumata che, secondo la tradizione, era l'unica a crescere sul Calvario e che attorniava la Croce quando fu ritrovata - e in processione lo porta tenendo il vassoio sulla sua testa fino alla porta centrale dell'iconostasi e in mezzo alla chiesa. Lì depone il vassoio su un tavolino, fa tre prostrazioni fino a terra e, prendendo in mano la Croce con le foglie di basilico, guardando a oriente, la innalza sopra il proprio capo, poi l'abbassa fino a terra e infine traccia il segno di croce, mentre i fedeli cantano per cento volte "Kyrie eleison". Ripetendo questa grande benedizione verso i quattro punti cardinali e di nuovo verso oriente, il sacerdote invoca la misericordia e la benedizione del Signore sulla Chiesa e sul mondo intero. Al termine, il sacerdote innalza la Croce e con essa benedice il popolo che poi passa a venerarla e riceve delle foglie di basilico, per ricordare il buon profumo del Cristo risorto che tutti i cristiani sono chiamati a testimoniare nel mondo.</div>
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Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-3551811204013121022017-06-08T08:50:00.002-07:002017-06-08T08:50:47.555-07:00<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-small;"><b><span style="color: red;">La Pentecoste nella tradizione bizantina </span></b></span></div>
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<div style="text-align: center;">
<b>Lo Spirito</b></div>
<b><div style="text-align: center;">
<b>che ha reso teologi i pescatori</b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><span style="font-size: x-small;">di Manuel Nin</span></b></div>
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La solennità della Pentecoste ci porta a vivere nuovamente il dono gratuito dello Spirito Santo, la nascita della Chiesa e quella della nostra vita in Cristo. Una delle opere di Nicola Cabasilas, teologo bizantino del XIV secolo, s'intitola appunto La vita in Cristo e non è altro che un commento dei sacramenti dell'iniziazione cristiana - battesimo, cresima ed eucaristia - e della consacrazione dell'altare, applicati alla vita del credente; per ogni cristiano, la vita in Cristo, dono dello Spirito, ci viene data per mezzo dei sacramenti.</div>
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In tutte le liturgie orientali si sottolinea, per ognuno dei sacramenti, il ruolo dello Spirito Santo e quindi l'importanza dell'epiclesi, cioè della sua invocazione in vista della consacrazione del pane e del vino e della santificazione dell'acqua e dell'olio. Ogni ora di preghiera, poi, nella tradizione bizantina, inizia con un'invocazione dello Spirito che è sempre "presente, e ovunque".</div>
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La Pentecoste si celebra cinquanta giorni dopo la Pasqua, ed è una delle feste più antiche del calendario cristiano. Ne parlano Tertulliano e Origene nel III secolo come festa annuale, e nel IV secolo essa fa parte del patrimonio teologico e liturgico delle diverse Chiese: Egeria ne indica la celebrazione a Gerusalemme, abbiamo poi testi dei Padri Cappadoci e di altri autori cristiani e, nel VI secolo, diversi kontàkia di Romano il Melode.</div>
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L'ufficiatura propone ripetutamente il tema del rinnovamento, del cambiamento operato nel cuore degli uomini: "Lo Spirito santo fa scaturire le profezie, ordina i sacerdoti, ha insegnato la sapienza agli illetterati, ha reso teologi i pescatori, tiene saldo tutto l'armonico ordinamento della Chiesa".</div>
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Nel vespro troviamo diverse confessioni trinitarie: la Pentecoste, infatti, è una teofania soprattutto trinitaria e mai la contemplazione di una delle Persone della Santa Trinità può dimenticare il mistero che in essa si cela: "Santo Dio, che tutto hai creato mediante il Figlio, con la sinergia del santo Spirito; Santo forte, per il quale abbiamo conosciuto il Padre e per il quale lo Spirito Santo è venuto nel mondo; Santo immortale, o Spirito Paraclito, che dal Padre procedi e nel Figlio riposi. Trinità Santa, gloria a te". E ancora: "Abbiamo visto la luce vera, abbiamo ricevuto lo Spirito celeste, abbiamo trovato la fede vera, adorando l'indivisibile Trinità".</div>
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Il dono dello Spirito che rinnova i discepoli, che rinnova tutta la Chiesa, viene sottolineato anche dal tropario proprio della festa: "Benedetto sei tu, Cristo Dio nostro: tu hai reso sapientissimi i pescatori, inviando loro lo Spirito Santo, e per mezzo loro hai preso nella rete l'universo. Amico degli uomini, gloria a te".</div>
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Nella liturgia del giorno risplendono le tre grandi preghiere delle genuflessioni fatte al vespro della domenica, spesso celebrato senza soluzione di continuità alla fine della Divina Liturgia. Si tratta di tre preghiere che hanno quasi la forma di prefazi liturgici dove si evoca il mistero di Dio e tutto quello che Lui ha fatto per la redenzione dell'uomo: "Signore immacolato, incorruttibile, infinito, invisibile, inaccessibile, inesprimibile, immutabile, incommensurabile, immortale, Dio Padre del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo: il quale per noi uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli, prese carne dallo Spirito dalla Vergine Maria, dà al tuo popolo la pienezza del tuo amore, santificaci per la potenza della tua mano". Queste preghiere vengono recitate in ginocchio non tanto per un carattere penitenziale, bensì per indicare il momento dell'invocazione e dell'accoglienza dello Spirito Santo.</div>
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La celebrazione della Pentecoste come teofania trinitaria sottolinea che il dono dello Spirito oggi alla Chiesa e a ogni cristiano è un dono a tutto il popolo di Dio; gli Atti degli apostoli (2, 4) dicono che tutti erano ripieni di Spirito Santo, e infatti tutti i battezzati diventiamo pneumatofori, cioè portatori dello Spirito. Il dono dello Spirito è un dono di unità; gli Atti degli apostoli enfatizzano l'unità tra i credenti, la Pentecoste è vista come la controparte della torre di Babele perché lo Spirito Santo porta unità e ci fa capaci di parlare a una sola voce. Il dono dello Spirito è anche un dono di diversità: le lingue di fuoco scesero sopra ognuno dei presenti; la Pentecoste infatti non abolisce la diversità ma fa sì che questa diversità - e cioè questo essere noi stessi, come siamo, e con le nostre particolarità - cessi di essere motivo di separazione.</div>
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Infine, l'icona della Pentecoste. È un'icona liturgica: gli apostoli sono radunati come nella celebrazione della liturgia, attorno al trono vuoto, preparato per Cristo. La presenza di Pietro e Paolo indica la presenza di tutta la Chiesa radunata dallo Spirito. Essa nasce in una situazione di profonda comunione tra gli apostoli, in un contesto da cui dovrebbe scaturire anche la comunione per tutta la Chiesa, per tutto il mondo.</div>
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(© L'Osservatore Romano 31 maggio 2009)</div>
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http://w2.vatican.va/content/osservatore-romano/it/comments/2009/documents/124q01b1.html</div>
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Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-64237377191315663792017-04-15T11:40:00.004-07:002017-04-15T11:40:47.104-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<b><i>Omelia Pasquale di San Giovanni Crisostomo</i></b></div>
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Se uno è pio e amico di Dio, goda di questa solennità bella e luminosa. Il servo d'animo buono entri gioioso nella gioia del suo Signore. Chi ha faticato nel digiuno, goda ora il suo denaro. Chi ha lavorato sin dalla prima ora, riceva oggi il giusto salario. Se uno è arrivato dopo la terza ora, celebri grato la festa. Se uno è giunto dopo la sesta ora, non dubiti perché non ne avrà alcun danno. Se uno ha tardato sino all'ora nona, si avvicini senza esitare. Se uno è arrivato solo all'undicesima ora, non tema per la sua lentezza: perché il Sovrano è generoso e accoglie l'ultimo come il primo. Egli concede il riposo a quello dell'undicesima ora, come a chi ha lavorato sin dalla prima. Dell'ultimo ha misericordia, e onora il primo. Dà all'uno e si mostra benevolo con l'altro. Accoglie le opere e gradisce la volontà. Onora l'azione e loda l'intenzione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Entrate dunque tutti nella gioia del nostro Signore: primi e secondi, godete la mercede. Ricchi e poveri, danzate in coro insieme. Continenti e indolenti, onorate questo giorno. Quanti avete digiunato e quanti non l'avete fatto, oggi siate lieti. La mensa è ricolma, deliziatevene tutti. Il vitello è abbondante, nessuno se ne vada con la fame. Tutti godete il banchetto della fede. Tutti godete la ricchezza della bontà. Nessuno lamenti la propria miseria, perché è apparso il nostro comune regno. Nessuno pianga le proprie colpe, perché il perdono è sorto dalla tomba. Nessuno tema la morte, perché la morte del Salvatore ci ha liberati.</div>
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Stretto da essa, egli l'ha spenta. Ha spogliato l'ade, colui che nell'ade è disceso. Lo ha amareggiato, dopo che quello aveva gustato la sua carne. Isaia lo aveva previsto e aveva gridato: L'ade è stato amareggiato, incontrandoti nelle profondità. Amareggiato, perché distrutto. Amareggiato, perché giocato. Amareggiato, perché ucciso. Amareggiato, perché annientato. Amareggiato, perché incatenato. Aveva preso un corpo, e si è trovato davanti Dio. Aveva preso terra e ha incontrato il cielo. Aveva preso ciò che vedeva, ed è caduto per quel che non vedeva. Dov'è, o morte il tuo pungiglione? Dov'è, o ade, la tua vittoria? È risorto il Cristo, e tu sei stato precipitato. È risorto il Cristo, e i demoni sono caduti. È risorto il Cristo, e gioiscono gli angeli. È risorto il Cristo, e regna la vita. È risorto il Cristo, e non c'è più nessun morto nei sepolcri. Perché il Cristo risorto dai morti è divenuto primizia dei dormienti. A lui la gloria e il potere per i secoli dei secoli. Amen.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<b><i>Κατηχητικός Λόγος, Αγίου Ιωάννου του Χρυσοστόμου</i></b></div>
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<b><br /></b></div>
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Εἴ τις εὐσεβής καί φιλόθεος, ἀπολαυέτω τῆς καλῆς ταύτης καί λαμπρᾶς πανηγύρεως. Εἴ τις δοῦλος εὐγνώμων, εἰσελθέτω χαίρων εἰς τήν χαράν τοῦ Κυρίου αὐτοῦ. Εἴ τις ἔκαμε νηστεύων, ἀπολαυέτω νῦν τό δηνάριον. Εἴ τις ἀπό τῆς πρώτης ὥρας εἰργάσατο, δεχέσθω σήμερον τό δίκαιον ὄφλημα. Εἴ τις μετά τήν τρίτην ἧλθεν, εὐχαρίστως ἑορτασάτω. Εἴ τις μετά τήν ἕκτην ἔφθασε, μηδέν ἀμφιβαλλέτω· καί γάρ οὐδέν ζημιοῦται. Εἰ τις ὑστέρησεν εἰς τήν ἐνάτην, προσελθέτω μηδέν ἐνδοιάζων. Εἴ τις εἰς μόνην ἔφθασε τήν ἐνδεκάτην, μή φοβηθῆ τήν βραδύτητα· φιλότιμος γάρ ὤν ὁ Δεσπότης, δέχεται τόν ἔσχατον, καθάπερ καί τόν πρῶτον. Ἀναπαύει τόν τῆς ἑνδεκάτης, ὡς τόν ἐργασάμενον ἀπό τῆς πρώτης. Καί τόν ὕστερον ἐλεεῖ καί τόν πρῶτον θεραπεύει. Κἀκείνω δίδωσι καί τούτω χαρίζεται. Καί τά ἔργα δέχεται καί τήν γνώμην ἀσπάζεται. Καί τήν πρᾶξιν τιμᾶ καί τήν πρόθεσιν ἐπαινεῖ. Οὐκοῦν εἰσέλθετε πάντες εἰς τήν χαράν τοῦ Κυρίου ἡμῶν· καί πρῶτοι καί δεύτεροι, τόν μισθόν ἀπολαύετε. Πλούσιοι κάι πένητες, μετ’ ἀλλήλων χορεύσατε. Ἐγκρατεῖς καί ράθυμοι, τήν ἡμέραν τιμήσατε. Νηστεύσαντες καί μή νηστεύσαντες, εὐφράνθητε σήμερον. Ἡ τράπεζα γέμει, τρυφήσατε πάντες. Ὁ μόσχος πολύς, μηδείς ἐξέλθη πεινῶν. Πάντες ἀπολαύετε τοῦ συμποσίου τῆς πίστεως. Πάντες ἀπολαύσατε τοῦ πλούτου τῆς χρηστότητος. Μηδείς θρηνείτω πενίαν· ἐφάνη γάρ ἡ κοινή βασιλεία. Μηδείς ὀδυρέσθω πταίσματα· συγγνώμη γάρ ἐκ τοῦ τάφου ἀνέτειλε. Μηδείς φοβείσθω θάνατον· ἠλευθέρωσε γάρ ἡμᾶς ὁ τοῦ Σωτῆρος θάνατος. Ἔσβεσεν αὐτόν ὑπ’ αὐτοῦ κατεχόμενος. Ἐσκύλευσε τόν Ἅδην ὁ κατελθών εἰς τόν Ἅδην. Ἐπίκρανεν αὐτόν γευσάμενον τῆς σαρκός αὐτοῦ· καί τοῦτο προλαβών Ἡσαΐας ἐβόησεν· Ὁ Ἅδης, φησίν, ἐπικράνθη, συναντήσας σοι κάτω. Ἐπικράνθη, καί γάρ κατηργήθη. Ἐπικράνθη, καί γάρ ἐνεπαίχθη. Ἐπικράνθη, καί γάρ ἐνεκρώθη. Ἐπικράνθη, καί γάρ καθηρέθη. Ἐπικράνθη, καί γάρ ἐδεσμεύθη. Ἔλαβε σῶμα καί Θεῶ περιέτυχεν· ἔλαβεν γῆν καί συνήντησεν οὐρανῶ. Ἐλαβεν ὅπερ ἔβλεπε καί πέπτωκεν, ὁθεν οὐκ ἔβλεπε. Ποῦ σου, θάνατε, τό κέντρον; Πού σου, Ἅδη, τό νίκος; Ἀνέστη Χριστός, καί σύ καταβέβλησαι. Ἀνέστη Χριστός, καί πεπτώκασι δαίμονες. Ἀνέστη Χριστός, καί χαίρουσιν Ἄγγελοι. Ἀνέστη Χριστός, καί ζωήν πολιτεύεται. Ἀνέστη Χριστός, καί νεκρός οὐδείς ἐπί μνήματος. Χριστός γάρ ἐγερθείς ἐκ νεκρῶν ἀπαρχή τῶν κεκοιμημένων ἐγένετο. Αὐτῶ ἡ δόξα καί τό κράτος εἰς τούς αἰῶνας τῶν αἰώνων. Ἀμήν.</div>
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<b>La comunità del Pontificio Collegio Greco augura a tutti voi una Santa Pasqua nella gioia del nostro Redentore Risorto! Χριστός Ανέστη Αληθώς Ανέστη!!!</b></div>
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<br /><br /><span style="color: red; font-size: large;">Χριστὸς ἀνέστη ἐκ νεκρῶν, θανάτω θάνατον πατήσας, καὶ τοὶς ἐν τοῖς μνήμασι, ζωὴν χαρισάμενος. <br /><br />Cristo è risorto dai morti, con la morte ha distrutto la morte, a coloro che giacevano nei sepolcri ha ridato la vita.</span><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-89311435807739444362017-04-10T08:44:00.001-07:002017-04-10T08:45:31.715-07:00<div style="text-align: justify;">
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<a href="http://www.ilmamilio.it/m/it/attualita/primo-piano/41780-la-riapertura-del-museo-archeologico-dell-abbazia-di-san-nilo-a-grottaferrata-il-video.html"><span style="color: black; font-size: x-large;">La riapertura del Museo archeologico dell'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata </span></a></div>
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<img border="0" src="http://www.ilmamilio.it/m/images/2017/Grottaferrata/museoarcheolo.jpg" />GROTTAFERRATA (attualità) - La città ritrova uno dei suoi punti di attrazione</div>
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Oggi è stata una giornata importante, per Grottaferrata. Il Polo Museale del Lazio, diretto da Edith Gabrielli, ha riaperto al pubblico il Museo dell'Abbazia greca di San Nilo a Grottaferrata. Chiuso da circa 15 anni, sarà da questo momento visibile ogni sabato e ogni domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00.</div>
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Ospitato fin dal 1894 nei locali al piano terreno del quattrocentesco palazzo del Commendatario dell'Abbazia, il Museo raccoglie, nel suo nuovo allestimento, oltre alla collezione archeologica riunita nel corso dei secoli dai monaci basiliani, eccezionali testimonianze artistiche che rappresentano la vita del monastero fin dalla sua fondazione, risalente agli inizi dell'anno Mille.</div>
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Dichiarata Monumento Nazionale con Regio Decreto del febbraio 1874, l'Abbazia, diretta da Paolo Castellani, fa parte del circuito dei monumenti del Polo Museale del Lazio fin dalla sua istituzione nel 2015. Per questo fine settimana (8 e 9 aprile) e per quello di Pasqua (15 e 16) l'ingresso sarà gratuito. A partire dai successivi - riferisce il Polo Museale dal suo sito - il costo del biglietto sarà di 3€ (ridotto 1,50€). Nelle giornate di apertura, il pubblico potrà partecipare alle 10.15 ad una visita guidata gratuita. Appuntamenti sul posto.</div>
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Grazie ad una convenzione firmata proprio con il Polo Museale, sarà il Gruppo Archeologico "Bruno Martellotta", ad occuparsi delle visite. "Si tratta - come spiegato oggi da una comunicazione dell'associazione di volontari presieduta da Lorenzo Bongirolami - del riconoscimento pubblico operato dallo Stato, proprietario del bene, di una attività pluridecennale ispirata ai principi del suo fondatore “Bruno Martellotta”, che tanto si è speso per realizzare i medesimi obiettivi".</div>
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Qualche polemica si è registrata in città e sui social per l'insufficienza di informazioni precedenti che avrebbero potuto fare di questa mattinata un momento più partecipato, tuttavia è già un risultato aver riaperto le porte di una delle più importanti, se valorizzata a dovere, aree di attrazione turistica della cittadina. Un tesoro - nel senso letterale della parola - finalmente ritrovato e ora da rilanciare e conservare per i prossimi anni.</div>
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<a href="http://www.ilmamilio.it/">www.ilmamilio.it</a></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-51666994152864445852017-04-08T03:51:00.001-07:002017-04-08T03:53:53.318-07:00<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoFHafnYOVKYcOShKFOK1RF5kN8fG-zYueHAjcj9-bnV7QGiWMiFLwDmdDCTq6K7CSsJ-eT3Ppoo6eaOMFFhGAAsBJW2R3cdlyttkPDnJugzH54igeldW4yS2BJx2J3eZLCGJcjlGVKQU/s1600/thumbnail_FullSizeRender.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoFHafnYOVKYcOShKFOK1RF5kN8fG-zYueHAjcj9-bnV7QGiWMiFLwDmdDCTq6K7CSsJ-eT3Ppoo6eaOMFFhGAAsBJW2R3cdlyttkPDnJugzH54igeldW4yS2BJx2J3eZLCGJcjlGVKQU/s200/thumbnail_FullSizeRender.jpg" width="142" /></a></div>
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<b><span style="color: red; font-size: large;">IL SABATO DI LAZZARO</span></b></div>
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<b><span style="color: red;"><br /></span></b></div>
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<b><span style="color: red;">APOLITIKION (tono I)</span></b></div>
Per confermare la comune risurrezione, prima della tua passione, hai risuscitato Lazzaro, o Cristo Dio, onde anche noi, come i fanciulli, portando i simboli della vittoria, a Te, vincitore della morte, gridiamo: Osanna nel più alto dei cieli, benedetto Colui che viene nel nome del Signore.<br />
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<b><span style="color: red;">KONDAKION</span></b></div>
La gioia di tutti, il Cristo, verità, luce e vita e risurrezione del mondo è apparso per la sua bontà agli abitanti della terra ed è divenuto prototipo della risurrezione, offrendo a tutti il divino perdono.<br />
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La sesta e ultima settimana di Quaresima si chiama “Settimana delle Palme”. Nei sei giorni che precedono il sabato di Lazzaro e la Domenica delle Palme, la liturgia della Chiesa ci fa seguire il Cristo a cominciare dal suo primo annuncio della morte del suo amico e dall’inizio del suo viaggio a Betania ed a Gerusalemme. Il tema ed il tono di questa settimana sono annunciati al vespro della domenica precedente: “Cominciando con zelo la sesta settimana di Quaresima, offriremo al Signore inni, annunciando la festa delle palme, a lui che viene con gloria e potenza divina a Gerusalemme per mettere a morte la morte...”.</div>
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Il centro dell’attenzione è Lazzaro, la sua malattia, la sua morte ed il dolore dei suoi congiunti e la reazione del Cristo a tutto ciò. Così al lunedì leggiamo: “Oggi la malattia di Lazzaro appare al Cristo mentre egli cammina sull’altra riva del Giordano...”. Al martedì udiamo le parole: “Ieri ed oggi Lazzaro è malato...”. Al mercoledì si legge: “Oggi Lazzaro morto è portato alla sepoltura ed i suoi congiunti piangono...”. Al giovedì: “Due giorni or sono Lazzaro è morto...”. Infine al venerdì: “Domani il Cristo viene a sollevare il fratello morto (di Marta e Maria)...”.</div>
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Tutta la settimana passa così nella contemplazione spirituale del prossimo incontro tra Cristo e la morte, dapprima nella persona del suo amico Lazzaro, poi nella morte del Cristo stesso. È l’avvicinarsi di quell’ora del Cristo di cui egli stesso ha parlato e verso la quale era rivolto tutto il suo ministero terreno. Dobbiamo dunque chiederci: Qual è il posto ed il significato di questa contemplazione nella liturgia quaresimale? In che rapporto sta con il nostro sforzo quaresimale? Queste domande ne presuppongono un’altra nella quale dobbiamo brevemente trattenerci. Nella commemorazione degli avvenimenti della vita del Cristo, la Chiesa molto spesso, se non sempre, trasferisce il passato nel presente. Così nel giorno del Natale cantiamo: “Oggi la Vergine dà alla luce...”; il Venerdì Santo: “Oggi sta davanti a Pilato...”; nella Domenica delle Palme: “Oggi egli viene a Gerusalemme...”. Da qui la domanda: qual è il significato di tale trasposizione, il senso di questo “oggi” liturgico? La stragrande maggioranza di coloro che frequentano la chiesa probabilmente l’interpreta come una metafora retorica, come una “figura poetica”. Il nostro moderno accostamento al culto è o razionale o sentimentale.<br />
L’accostamento razionale consiste nel ridurre la celebrazione liturgica a “idee”. Esso ha le radici nella teologia “occidentalizzante” che s’è sviluppata nell’Oriente ortodosso dopo il tramonto dell’età patristica, per la quale la liturgia è, nel migliore dei casi, materiale rozzo per ordinate definizioni e proposizioni intellettuali. Quello che nel culto non può essere ridotto ad una verità intellettuale è etichettato come “poesia”, cioè come qualcosa da non prendersi troppo seriamente. E poiché è ovvio che gli avvenimenti commemorati dalla Chiesa appartengono al passato, all’oggi liturgico non viene attribuito alcun significato serio. Per quanto concerne l’accostamento sentimentale, esso è il risultato di una pietà individualistica e concentrata nell’io, che è in molti casi la sostituzione della teologia intellettuale. Per questo genere di pietà il culto è soprattutto un’utile cornice per la preghiera personale, uno sfondo ispiratore il cui fine consiste nel “riscaldare” il nostro cuore e dirigerlo verso Dio. Il contenuto ed il significato degli uffici liturgici, dei testi sacri, dei riti e delle azioni sono in questo caso di secondaria importanza, essi sono utili ed adeguati finché mi fanno pregare! Ed in tal modo l’oggi liturgico si dissolve come se fossero tutti gli altri testi liturgici una specie di “preghiera” indifferentemente devozionale ed ispirata.</div>
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A causa della lunga consuetudine della nostra mentalità ecclesiastica con questi due modi di accostarsi all’ufficio liturgico oggi è molto difficile dimostrare che la reale liturgia della Chiesa non può essere ridotta né a “idee” né ad una “preghiera”; non si possono celebrare idee! Per quanto riguarda la preghiera personale, non è detto nell’Evangelo che quando desideriamo pregare dobbiamo chiuderci nella nostra camera ed entrare lì in comunione personale con Dio? (cfr. Matteo 6, 6). Il concetto di celebrazione implica un avvenimento e la reazione sociale o di ciascun membro ad esso. Una celebrazione è possibile solo quando la gente si raduna insieme e, trascendendo la separazione naturale e l’isolamento reciproco, reagisce insieme come un corpo, come fa una persona di fronte ad un avvenimento (per esempio l’arrivo della primavera, un matrimonio, un funerale, una vittoria, ecc...). Ed il miracolo naturale di ogni celebrazione consiste precisamente nel fatto che essa trascende, sia pur per un tempo determinato, il livello delle idee e quello dell’individualismo. Nella celebrazione si perde davvero se stessi e si trovano gli altri, in un’unica via. Ma qual è il significato dell’Oggi liturgico con cui la Chiesa inaugura tutte le sue celebrazioni? In che senso sono passati gli eventi celebrati Oggi?</div>
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Si può dire, senza paura di esagerazione, che tutta la vita della Chiesa è una continua commemorazione e memoria. Alla fine di ogni ufficio divino ci ricordiamo i nomi dei santi “di cui celebriamo la memoria”; ma, dietro a tutte queste memorie, è la Chiesa ad essere il memoriale di Cristo. Da un punto di vista puramente naturale, la memoria è una facoltà ambigua. Così, il ricordare qualcuno che amiamo e che abbiamo perduto significa due cose. Da un lato la memoria è molto più che una semplice conoscenza del passato. Quando io ricordo mio defunto padre, io lo vedo: egli è presente nella mia memoria, non come una somma totale di tutto ciò che conosco di lui, bensì in tutta la sua realtà vivente. Tuttavia, d’altra parte, è proprio questa presenza che mi fa sentire acutamente che egli non è più qui, che mai più su questa terra toccherò quella mano che vedo così vividamente nella mia memoria. La memoria è così la più meravigliosa e nello stesso tempo la più tragica di tutte le facoltà umane, poiché nulla rivela meglio la natura spezzata della nostra vita, l’impossibilità per l’uomo di conservare realmente e di possedere davvero qualcosa in questo mondo. La memoria ci rivela che il “tempo e la morte regnano sulla terra”.</div>
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Ma è appunto a causa di questa funzione unicamente umana della memoria, che i Cristiani si concentrano su di essa, poiché essa consiste in primo luogo nel far memoria di un Uomo, di un Evento, di una Notte, nella cui profondità e oscurità ci venne detto: “...fate questo in memoria di me”. Ed ecco, il miracolo si realizza! Noi facciamo memoria di Lui ed Egli è qui: non come un’immagine nostalgica del passato, non come un triste “non più”, ma con tale intensità di presenza, che la Chiesa può eternamente ripetere le parole dei discepoli di Emmaus: “Non bruciavano i nostri cuori nel petto...?” (Luca 24, 32).</div>
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La memoria naturale è in primo luogo la “presenza di un assente”, cosi che quanto più colui che ricordiamo è presente, tanto più acuta è la sofferenza per la sua assenza. Ma, nel Cristo, la memoria è diventata di nuovo la facoltà di ricomporre il tempo spezzato dal peccato e dalla morte, dall’odio e dall’oblio. Ed è questa memoria nuova in quanto potere superiore sul tempo e sulla sua frantumazione, che si trova al centro della celebrazione liturgica, dell’oggi liturgico. Certo, non c’è dubbio, la Vergine non dà alla luce oggi; nessuno, attualmente, sta di fronte a Pilato; ed in quanto fatti, questi eventi appartengono al passato. Ma oggi noi possiamo far memoria di questi fatti e la Chiesa è in primo luogo il dono e il potere di questa memoria che trasforma i fatti del passato in eventi di una portata eterna.</div>
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La celebrazione liturgica è così un ri-entrare della Chiesa nell’evento e ciò non significa soltanto la sua “idea”, ma la sua gioia o la sua tristezza, la sua vita e la sua concreta realtà. Una cosa è il sapere che con il grido “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” il Cristo crocifisso manifestò la sua “kenosis” e la sua umiltà. Ma è una cosa del tutto diversa celebrarlo ogni anno in quel Venerdì unico in cui, nel quale senza cercar di razionalizzare, sappiamo con assoluta certezza che queste parole, proferite una volta per tutte, rimangono eternamente reali così che nessuna vittoria, nessuna gloria, nessuna “sintesi” potranno mai cancellarle. Una cosa è spiegare che la risurrezione di Lazzaro aveva lo scopo di “confermare la risurrezione universale” (cfr. il Tropario del giorno): una cosa ben diversa è celebrare giorno dopo giorno, per un’intera settimana, questo lento approssimarsi dell’incontro tra la vita e la morte, il divenire parte di esso, il vedere con i nostri stessi occhi e il sentire con tutto il nostro essere ciò che comportano le parole di Giovanni: “Egli gemeva nel suo spirito, era turbato e... piangeva” (Giovanni 11, 33-35).</div>
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Per noi e a noi tutto ciò accade oggi. Noi non eravamo lì a Betania, presso la tomba, con le sorelle di Lazzaro che gridavano in pianto. L’Evangelo ce ne dà solamente conoscenza. Ma nella celebrazione della Chiesa, oggi, accade che un fatto storico divenga un evento per noi, per me, un effetto nella mia vita, una memoria, una gioia. La teologia non può spingersi oltre l’-idea-. E dal punto di vista dell’idea, abbiamo forse bisogno di questi cinque lunghi giorni, quando è sufficiente dire che la risurrezione di Lazzaro aveva lo scopo di “confermare la risurrezione universale”? Ma il punto sta proprio qui: che in sé e per sé questa affermazione non conferma niente. La vera “conferma” viene dalla celebrazione, e precisamente da quei cinque giorni durante i quali noi siamo testimoni dell’inizio di questa lotta mortale fra la vita e la morte e cominciamo non solo a capire quanto a essere testimoni del Cristo che sta andando a mettere a morte la morte. La risurrezione di Lazzaro, la meravigliosa celebrazione di questo sabato unico, è al di là della Quaresima. Il venerdì che lo precede cantiamo: “Avendo portato a termine gli edificanti quaranta giorni...” e, in termini liturgici, il sabato di Lazzaro e la Domenica delle Palme sono il preludio della croce. Ma l’ultima settimana di Quaresima, che è una continua pre-celebrazione di questi giorni, è la rivelazione definitiva del significato della Quaresima.</div>
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Abbiamo più volte detto che la Quaresima è la preparazione alla Pasqua; in realtà, però, nella comune esperienza, che per noi ora è divenuta ormai tradizionale, questa preparazione rimane astratta ed è tale solo di nome. La Quaresima e la Pasqua sono poste l’una accanto all’altra, ma senza una reale comprensione del loro legame e della loro interdipendenza. Anche se la Quaresima non è intesa come il periodo dell’adempimento della Confessione e della Comunione annuale, è di solito pensata in termini di sforzo individuale, anche solo così essa resta incentrata su se stessa. In altre parole, ciò che sembra virtualmente assente dalla nostra esperienza quaresimale è quello sforzo fisico e spirituale finalizzato alla nostra partecipazione all’oggi della Risurrezione del Cristo; non una moralità astratta, né un progresso morale, non un maggior controllo delle passioni e neppure un perfezionamento personale, bensì la partecipazione all’oggi ultimo e totale del Cristo che tutto abbraccia. Una spiritualità cristiana che non mirasse a questo rischierebbe di diventare pseudo-cristiana, poiché, in ultima analisi, sarebbe motivata dall’“io” e non da Cristo. Vi è il pericolo che, una volta purificata la dimora del cuore, fatta pulita e liberata dal demonio che l’abitava, essa resti vuota e il demonio vi ritorni “prendendo con sé altri sette spiriti peggiori di lui, ed essi entrino e vi alloggino e la condizione finale di quell’uomo diventi peggiore della prima” (Luca 11, 26). In questo mondo ogni cosa, ed anche la “spiritualità” può essere demoniaca. Pertanto è molto importante recuperare il significato ed il ritorno della Quaresima quale autentica preparazione al grande oggi di Pasqua.</div>
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Abbiamo visto ora che la Quaresima è divisa in due parti. Prima della Domenica della Croce la Chiesa ci invita a concentrare la nostra attenzione su noi stessi, a lottare contro la carne e le passioni, contro il male e tutti gli altri peccati. Ma, pur facendo questo, siamo costantemente esortati a guardare avanti, a misurare e a motivare il nostro sforzo con “qualcosa di meglio”, preparato per noi. Poi, a partire dalla Domenica della Croce, subentra il mistero della sofferenza di Cristo, della sua croce e della sua morte, che diventa il centro della celebrazione quaresimale. Essa diventa la “salita a Gerusalemme”. Infine, durante quest’ultima settimana di preparazione, la celebrazione del mistero ha inizio. Lo sforzo quaresimale ci ha resi capaci di allontanare tutto ciò che abitualmente e continuamente oscura in maniera consistente l’oggetto centrale della nostra fede, della nostra speranza e della nostra gioia. Il tempo stesso, per così dire, arriva ad un termine. Esso è ora misurato non in base alle nostre solite preoccupazioni ed affanni, ma da ciò che avviene sulla via che porta a Betania e poi a Gerusalemme. E, una volta di più, tutto questo non è retorica. Per colui che ha gustato la vera vita liturgica, fosse pure una sola volta e anche in modo imperfetto, vien quasi da sé che, a partire dal momento in cui udiamo: “Gioisci, o Betania, dimora di Lazzaro...” e poi: “Domani il Cristo viene...”, il mondo esterno diventi un po’ irreale e si provi quasi fatica a piegarsi alla necessità del contatto quotidiano con esso. La “realtà” è ciò che avviene nella Chiesa, in quella celebrazione che giorno dopo giorno ci fa capire che cosa significhi attendere e perché il Cristianesimo sia, prima di tutto, attesa e preparazione. Così, quando arriva quel venerdì sera e noi cantiamo: “Avendo portato a termine gli edificanti quaranta giorni...”, non abbiamo semplicemente adempiuto a un “obbligo” cristiano annuale; siamo pronti a far nostre le parole che canteremo il giorno seguente:</div>
<div style="text-align: justify;">
“In Lazzaro, il Cristo già ti distrugge, o Morte! E dov’è, o Inferno, la tua vittoria...?”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<span style="font-size: x-small; text-align: justify;">da A. Schmemann, “The great Lent”, St. Vladimir’s Seminary Press 1974, 79-85 trad. A. S.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;">In “Messaggero Ortodosso”, Roma, aprile-maggio 1986, nn. 4-5, pp. 4-11</span>.</div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-55822186852281820192017-04-03T08:07:00.000-07:002017-04-03T08:13:30.208-07:00<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-size: 24.0pt;">Sant’Atanasio dei Greci<br />
</span></b><i>chiesa cattolica di rito greco
bizantino</i><span style="font-size: 24.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 15.6pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
Via del Babuino, Roma</div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 15.6pt; margin-top: 0cm; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 28.0pt;"><span style="color: red;">Grande
e Santa Settimana </span></span><br />
<span style="font-size: 28.0pt;"><span style="text-transform: uppercase;"><span style="color: red;">2017</span><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhASDIILpJgWUELADASyJpkiePeG9ujLl5Rn4F6DyYFez5C7H-ONIAnr_phKmt2um1UU7Su-Bjhr41Db64ZKRQkL9WGDmHo0Uiyb_-Oqhyng0W80iCxr7Y6PFQ5vNKfm8sS6WR_-mSg23o/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhASDIILpJgWUELADASyJpkiePeG9ujLl5Rn4F6DyYFez5C7H-ONIAnr_phKmt2um1UU7Su-Bjhr41Db64ZKRQkL9WGDmHo0Uiyb_-Oqhyng0W80iCxr7Y6PFQ5vNKfm8sS6WR_-mSg23o/s200/download.jpg" width="155" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center">
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 100%px;">
<tbody>
<tr style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0;">
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 30.02%;" valign="top" width="30%"><div class="MsoNormal" style="margin-left: 42.55pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; text-indent: -42.55pt; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">9 aprile,</span><br />
<span style="font-size: 13pt; text-indent: -42.55pt;">domenica delle Palme</span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 17.04%;" valign="top" width="17%"><div align="center" class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;"><span style="color: red;"> ore
18,30</span><o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 52.94%;" valign="top" width="52%"><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">Ufficio del Nymfios.<o:p></o:p></span></div>
</td>
</tr>
<tr style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; mso-yfti-irow: 1;">
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 30.02%;" valign="top" width="30%"><div class="MsoNormal" style="margin-left: 42.55pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; text-indent: -42.55pt; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">10 aprile, </span><br />
<span style="font-size: 13pt; text-indent: -42.55pt;">lunedì Santo</span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 17.04%;" valign="top" width="17%"><div align="center" class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;"><span style="color: red;"> ore
18,45</span><o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 52.94%;" valign="top" width="52%"><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">Liturgia dei
Presantificati.<o:p></o:p></span></div>
</td>
</tr>
<tr style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; mso-yfti-irow: 2;">
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 30.02%;" valign="top" width="30%"><div class="MsoNormal" style="margin-left: 42.55pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; text-indent: -42.55pt; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">11 aprile,</span><br />
<span style="font-size: 13.0pt;">martedì Santo<o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 17.04%;" valign="top" width="17%"><div align="center" class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;"><span style="color: red;">ore
18,45</span><o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 52.94%;" valign="top" width="52%"><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">Liturgia dei
Presantificati.<o:p></o:p></span></div>
</td>
</tr>
<tr style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; mso-yfti-irow: 3;">
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 30.02%;" valign="top" width="30%"><div class="MsoNormal" style="margin-left: 42.55pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; text-indent: -42.55pt; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">12 aprile,</span><br />
<span style="font-size: 13pt; text-indent: -42.55pt;">mercoledì Santo</span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 17.04%;" valign="top" width="17%"><div align="center" class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;"><span style="color: red;">ore
18,45</span><o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 52.94%;" valign="top" width="52%"><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">Liturgia dei
Presantificati.<o:p></o:p></span></div>
</td>
</tr>
<tr style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; mso-yfti-irow: 4;">
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 30.02%;" valign="top" width="30%"><div class="MsoNormal" style="margin-left: 42.55pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; text-indent: -42.55pt; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">13 aprile,</span><br />
<span style="font-size: 13.0pt;">giovedì Santo<o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 17.04%;" valign="top" width="17%"><div align="center" class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;"><span style="color: red;">ore
10,00</span><o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 52.94%;" valign="top" width="52%"><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">Esperinos e Divina
Liturgia di S. Basilio<o:p></o:p></span></div>
</td>
</tr>
<tr style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; mso-row-margin-left: 30.02%; mso-yfti-irow: 5;">
<td style="border: none; mso-cell-special: placeholder; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm;" width="30%"><div class="MsoNormal">
<br /></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 17.04%;" valign="top" width="17%"><div align="center" class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;"><span style="color: red;">ore
18,00</span><o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 52.94%;" valign="top" width="52%"><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">Ufficio della
Passione (Lettura dei 12 Vangeli)<o:p></o:p></span></div>
</td>
</tr>
<tr style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; mso-yfti-irow: 6;">
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 30.02%;" valign="top" width="30%"><div class="MsoNormal" style="margin-left: 42.55pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; text-indent: -42.55pt; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">14 aprile, </span><br />
<span style="font-size: 13.0pt;">venerdì Santo<o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 17.04%;" valign="top" width="17%"><div align="center" class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;"><span style="color: red;">ore
10,00</span><o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 52.94%;" valign="top" width="52%"><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">Ora Nona-Esperinos,
Deposizione dalla Croce<o:p></o:p></span></div>
</td>
</tr>
<tr style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; mso-row-margin-left: 30.02%; mso-yfti-irow: 7;">
<td style="border: none; mso-cell-special: placeholder; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm;" width="30%"><div class="MsoNormal">
<br /></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 17.04%;" valign="top" width="17%"><div align="center" class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;"><span style="color: red;">ore
18,00</span><o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 52.94%;" valign="top" width="52%"><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">Epitafios thrinos -
Enkomia, Processione<o:p></o:p></span></div>
</td>
</tr>
<tr style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; mso-yfti-irow: 8; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 30.02%;" valign="top" width="30%"><div class="MsoNormal" style="margin-left: 42.55pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; text-indent: -42.55pt; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">15 aprile, </span><br />
<span style="font-size: 13.0pt;">sabato Santo<o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 17.04%;" valign="top" width="17%"><div align="center" class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;"><span style="color: red;">ore
10,00</span><o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 52.94%;" valign="top" width="52%"><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">Esperinos, Liturgia
di S. Basilio<o:p></o:p></span></div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
</div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-top: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-top: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="color: red; font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: x-large;"><b> <span style="text-align: justify;">GRANDE E SANTA DOMENICA DI PASQUA</span></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0mmBuOecreyICJbljwBK3138Skavlvyeh7h-F-kIwsKMQ48QfCmsqoSNfW6WixS_Z_xEGzuVGd1j8MjFDpokTFZQkd5D0uqIof0BdtVEe_E-3JFV9v6rX5r-loSWUxKdypzF_7xs9aGs/s1600/download.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="117" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0mmBuOecreyICJbljwBK3138Skavlvyeh7h-F-kIwsKMQ48QfCmsqoSNfW6WixS_Z_xEGzuVGd1j8MjFDpokTFZQkd5D0uqIof0BdtVEe_E-3JFV9v6rX5r-loSWUxKdypzF_7xs9aGs/s200/download.png" width="200" /></a></div>
<div align="center">
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; mso-padding-alt: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 100%px;">
<tbody>
<tr style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; mso-yfti-firstrow: yes; mso-yfti-irow: 0;">
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 30.02%;" valign="top" width="30%"><div class="MsoNormal" style="margin-left: 42.55pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; text-indent: -42.55pt; vertical-align: baseline;">
<br /></div>
</td><td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 17.04%;" valign="top" width="17%"></td><td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 52.94%;" valign="top" width="52%"></td>
</tr>
<tr style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; mso-row-margin-left: 30.02%; mso-yfti-irow: 1;">
<td style="border: none; mso-cell-special: placeholder; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm;" width="30%"><div class="MsoNormal">
<br /></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 17.04%;" valign="top" width="17%"><div align="center" class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;"><span style="color: red;">ore
23,00</span><o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 52.94%;" valign="top" width="52%"><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">Mesoniktikon,
Anastasis-Annunzio della Resurrezione, Orthros, Divina Liturgia di S.
Giovanni Crisostomo<o:p></o:p></span></div>
</td>
</tr>
<tr style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; mso-yfti-irow: 2;">
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 30.02%;" valign="top" width="30%"><div class="MsoNormal" style="margin-left: 42.55pt; mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; text-indent: -42.55pt; vertical-align: baseline;">
<b><span style="color: #cc0000;">16 aprile,</span></b><br />
<b><span style="color: #cc0000;">Domenica di Pasqua</span></b><span style="font-size: 13pt;"><o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 17.04%;" valign="top" width="17%"><div align="center" class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;"><span style="color: red;">ore
10,30</span><o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 52.94%;" valign="top" width="52%"><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">Divina Liturgia di S.
Giovanni Crisostomo<o:p></o:p></span></div>
</td>
</tr>
<tr style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; mso-row-margin-left: 30.02%; mso-yfti-irow: 3; mso-yfti-lastrow: yes;">
<td style="border: none; mso-cell-special: placeholder; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm;" width="30%"><div class="MsoNormal">
<br /></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 17.04%;" valign="top" width="17%"><div align="center" class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;"><span style="color: red;">ore
19,00</span><o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="height: 39.7pt; mso-height-rule: exactly; padding: 0cm 0cm 0cm 0cm; width: 52.94%;" valign="top" width="52%"><div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; page-break-after: avoid; punctuation-wrap: simple; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: 13.0pt;">Esperinos
Proclamazione dell'Evangelo in varie lingue<o:p></o:p></span></div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
</div>
<div align="center">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-top: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<b><span style="font-size: 14.0pt;">Inno pasquale<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-top: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<b><i><span style="font-size: 14.0pt;"><span style="color: red;">Χριστὸς
ἀνέστη ἐκ νεκρῶν, θανάτω θάνατον πατήσας, καὶ τοὶς ἐν τοῖς μνήμασι, ζωὴν
χαρισάμενος.<o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-top: 6.0pt; mso-layout-grid-align: none; punctuation-wrap: simple; text-align: center; text-autospace: none; vertical-align: baseline;">
<b><span style="font-size: 14.0pt;">Cristo è risorto dai morti, con la morte ha distrutto
la morte, a coloro che giacevano nei sepolcri ha ridato la vita.<o:p></o:p></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-78522139997080472542017-03-31T12:59:00.005-07:002017-04-02T07:49:08.128-07:00<div style="text-align: center;">
<b>L'INNO AKATHISTOS</b></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxo9fVy2HOTBCpMlS2_y5pUwWlJNlwRdLFgfyIsjXIQaFUL7lUWXlewozRu6I5zQA8ejVOH0J3821U4in0pcqa_7xIDiMtNzg0r-nH9NxoHXvGtOkn9j4q0MM4Wm-vOG72t_5Z3f4ZvXE/s1600/poxvala_s_akafistom.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxo9fVy2HOTBCpMlS2_y5pUwWlJNlwRdLFgfyIsjXIQaFUL7lUWXlewozRu6I5zQA8ejVOH0J3821U4in0pcqa_7xIDiMtNzg0r-nH9NxoHXvGtOkn9j4q0MM4Wm-vOG72t_5Z3f4ZvXE/s200/poxvala_s_akafistom.jpg" width="151" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>CHE COS'E'</b></div>
<div style="text-align: justify;">
L'inno Akáthistos è il più antico inno in onore della Madre di Dio (Theotokos) e ha
influenzato enormemente l'iconografia bizantina: molte icone, infatti, illustrano i suoi
versetti. Quasi tutti i monasteri e le Chiese bizantine e slave riproducono scene
dell'Akáthistos sulle pareti degli edifici sacri, sui paramenti, sugli oggetti liturgici, o come
cornice alle più celebri icone. Questa composizione ha esercitato anche un profondo influsso
sulla nostra tradizione medioevale, grazie alla versione latina che risale all'anno 800.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'Akáthistos è un inno liturgico del secolo V, che fu e resta il modello di molte composizioni
innografiche e litaniche, antiche e recenti. Esso non fu composto per una festa mariana, ma
probabilmente per celebrare il sublime mistero della Madre di Dio patrona di Costantinopoli
nel suo santuario di Blacheme, fatto edificare dall’imperatrice Pulcheria (450453) quale
segno e pegno della celeste protezione della Vergine sulla Città e sull’Impero.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>L'AUTORE</b> </div>
<div style="text-align: justify;">
Non si conosce l''autore dell'Inno Akáthistos, perché rimasto anonimo. Molti studiosi
pensano che esso sia opera di Romano il Melode (491518) che lo compose per ringraziare la
Vergine di aver liberato Costantinopoli da un’irruzione di barbari. Altri lo attribuiscono a
Basilio di Seleucia, profondo teologo ed elegante scrittore, conoscitore delle tradizioni
alessandrina, antiochena e siriaca, uno dei Padri più influenti del Concilio di Calcedonia
(451).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>IL TITOLO</b></div>
<div style="text-align: justify;">
L'Inno non ha un titolo, perché la parola Akáthistos in greco vuol dire semplicemente "non
seduto": nel recitarlo i fedeli devono stare in piedi. "Akathistos" non è, quindi, il titolo
originario, ma una disposizione della Chiesa che ingiunge di cantarlo o recitarlo "stando in
piedi", così come si ascolta il Vangelo, in segno di riverente ossequio alla Madre di Dio. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>LA COMPOSIZIONE</b> </div>
<div style="text-align: justify;">
Consta di 24 strofe ed è cantato ufficialmente in periodi dell’anno diversi a seconda del tipo
di chiesa ortodossa, così come differenti sono le preghiere che inframmezzano l’inno (una
versione – slava – è scritta in corsivo) in particolari ricorrenze. Ufficiosamente i fedeli lo
recitano molto spesso, anche tutti i giorni, ottenendo indulgenze. Composto per il canto in
raffinatissima metrica greca, l’Inno è intraducibile.
I 24 quadri sono divisi in due parti di 12 quadri ciascuna: </div>
<div style="text-align: justify;">
1. LITURGICO NARRATIVA
sezione cristocentrica ( 6 quadri)
sezione ecclesiocentrica ( 6 quadri)
2. DOGMATICA
sezione cristocentrica (6 quadri)
sezione ecclesiocentrica ( 6 quadri)
QUADRI DISPARI
si ampliano con 12 salutazioni mariane. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>IMPORTANZA LITURGICA</b></div>
<div style="text-align: justify;">
La Chiesa bizantina ha dedicato a quest'Inno una memoria liturgica il 5°sabato di quaresima,
"sabato dell'Akáthistos", e ne canta una sezione in ogni precedente sabato di quaresima. Ma
monaci, sacerdoti e fedeli lo recitano in molte occasioni, anche ogni giorno, perché,
assaporandone la bellezza e la ricchezza spirituale, lo riconoscono come l'espressione più
alta della loro dottrina e pietà verso la santissima Madre di Dio. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>VALORE TEOLOGICO </b></div>
<div style="text-align: justify;">
L'Akáthistos è una composizione davvero ispirata, che contempla la VergineMadre nel
progetto storicosalvifico di Dio dalla creazione all'ultimo compimento, unendola
indissolubilmente a Cristo ed alla Chiesa, quale Madre del Verbo e Sposa immacolata dello
Sposo divino.
L'Inno armonizza il dettato cristologico e quello mariano, subordinando sapientemente la
Madre al Figlio, la lode mariana alla glorificazione divina. Esso attinge, secondo la
metodologia liturgica orientale, i contenuti e la loro espressione sia dalle immagini del
creato, che manifestano il Creatore, sia dagli episodi, preannunci e figure dell’Antico
Testamento, che hanno preparato l’avvento del Salvatore; ma soprattutto dalla fede
professata e celebrata dalla Chiesa: professata nei concili di Nicea (325), Efeso (431) e
Calcedonia (451), dai quali direttamente dipende; celebrata soprattutto nel ciclo del Natale
orientato alla Pasqua, che esso fedelmente segue e interpreta.
L’Akáthistosdunque canta il mistero della VergineMadre nel mistero di Cristo e della
Chiesa, e l’evento dell’Incarnazione e del Natale nella luce della Pasqua del Redentore e dei
redenti. Per questo l’autore lo ha intenzionalmente architettato sui numeri simbolici che
rappresentano il Cristo e la Chiesa: il numero 2, che indica le due nature del Figlio — la
divina e l’umana — convergenti nell’unica persona del Verbo; e il numero 12, che rivela la
Gerusalemme celeste descritta nell’Apocalisse quale Sposa dell’Agnello, risplendente della
gloria divina (Ap. 19 e 21). Da questa visione l’inno desume gli efimni: «Ave, Vergine e
Sposa» e «Alleluia», presentando già compiuto in Maria ciò che la Chiesa tutta desidera e
spera di essere. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>RIPRESO DAL SITO</b> : http://www.latheotokos.it/modules.php?name=News&file=print&sid=210</div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-63136976704288720412017-03-30T11:35:00.003-07:002017-03-30T11:36:44.701-07:00<b>ESTRATTO DAL GRANDE CANONE PENITENZIALE DI SANT'ANDREA DI CRETA</b><br />
<br />
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeuuk6jLv6Agw92nuP2fqbdU0qCrCJwBDfxZsQYcua_XalpTvZhIRWl5cFt8bMWmcnlMc1jJRUVDy9mt3dU8wZnslfuvgk6Geee0fvU2XO2OzwCA_fr8t3JOey-lpU2zGU1x4HOpYIkTw/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeuuk6jLv6Agw92nuP2fqbdU0qCrCJwBDfxZsQYcua_XalpTvZhIRWl5cFt8bMWmcnlMc1jJRUVDy9mt3dU8wZnslfuvgk6Geee0fvU2XO2OzwCA_fr8t3JOey-lpU2zGU1x4HOpYIkTw/s200/download.jpg" width="168" /></a></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<b>PRIMA ODE</b></div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Irmòs</b></div>
<div style="text-align: justify;">
M’ha soccorso il Signore e protetto, m’ha salvato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Egli è il mio Dio. La sua lode proclamerò.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dei nostri padri è il Dio, l’esalterò</div>
<div style="text-align: justify;">
poiché la sua gloria rende manifesta. (due volte)</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Tropari</b></div>
<div style="text-align: justify;">
1. Su quale gesto di mia vita</div>
<div style="text-align: justify;">
darò inizio al pianto?</div>
<div style="text-align: justify;">
Quali note scriverò a preludio</div>
<div style="text-align: justify;">
di questo mio lamento?</div>
<div style="text-align: justify;">
Nella tua misericordia, o Cristo,</div>
<div style="text-align: justify;">
dei miei peccati dammi il perdono.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
2. Anima mia, col tuo corpo vieni</div>
<div style="text-align: justify;">
a glorificare il Creatore d’ogni cosa.</div>
<div style="text-align: justify;">
La saggezza ritrova e a Dio presenta</div>
<div style="text-align: justify;">
lacrime di pentimento.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
10. O mio Creatore, quale vasaio</div>
<div style="text-align: justify;">
che docile argilla plasma,</div>
<div style="text-align: justify;">
carne e ossa, alito e vita mi donasti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Signore che mi creasti,</div>
<div style="text-align: justify;">
mio Giudice e mio Salvatore,</div>
<div style="text-align: justify;">
a te oggi riconducimi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
12. Peccai, mio Salvatore,</div>
<div style="text-align: justify;">
eppure so che l’uomo ami.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per tenero amore tu ci colpisci</div>
<div style="text-align: justify;">
e con ardore di fiamma brucia la tua misericordia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le mie lacrime vedi e a me affrettati</div>
<div style="text-align: justify;">
come il Padre che tra le braccia</div>
<div style="text-align: justify;">
il figlio dissoluto accoglie.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
13. Fin dalla mia giovinezza</div>
<div style="text-align: justify;">
i tuoi comandamenti disprezzai,</div>
<div style="text-align: justify;">
o mio Salvatore,</div>
<div style="text-align: justify;">
e i giorni di mia vita dipanai</div>
<div style="text-align: justify;">
tra passioni e dissoluta incoscienza.</div>
<div style="text-align: justify;">
A te il mio grido innalzo:</div>
<div style="text-align: justify;">
salvami, prima che morte giunga.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
14. Sulla soglia della tua casa giaccio,</div>
<div style="text-align: justify;">
o mio Salvatore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche se vento di deserto sono</div>
<div style="text-align: justify;">
non gettarmi nell’inferno</div>
<div style="text-align: justify;">
al termine dei miei giorni,</div>
<div style="text-align: justify;">
ma prima che morte mi ghermisca</div>
<div style="text-align: justify;">
i miei peccati perdona,</div>
<div style="text-align: justify;">
o amico degli uomini.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
15. Le ricchezze dell’anima mia</div>
<div style="text-align: justify;">
nel vuoto senza fondo dissipai.</div>
<div style="text-align: justify;">
Frutti di buon volere non posseggo</div>
<div style="text-align: justify;">
e la fame mi attorciglia le viscere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Io grido: Vieni, Padre di tenerezza</div>
<div style="text-align: justify;">
e nella tua misericordia abbracciami.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
18. Agnello di Dio</div>
<div style="text-align: justify;">
che del peccato del mondo ti carichi</div>
<div style="text-align: justify;">
il greve peso del mio peccato</div>
<div style="text-align: justify;">
togli dalle mie spalle</div>
<div style="text-align: justify;">
e nel tuo grande amore</div>
<div style="text-align: justify;">
avvolgimi nel tuo perdono.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
19. Ai tuoi piedi mi getto, Gesù,</div>
<div style="text-align: justify;">
contro il tuo amore ho peccato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Liberami da questo troppo greve peso</div>
<div style="text-align: justify;">
e nella tua misericordia accoglimi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
20. È tempo di pentimento e a te vengo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Liberami dal greve peso dei miei peccati e fammi dono,</div>
<div style="text-align: justify;">
nel tuo tenero amore, di lacrime di pentimento.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Gloria al Padre e al Figlio e al Santo Spirito ed ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amìn.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Trinità sovraessenziale, nell’Unità t’adoro,</div>
<div style="text-align: justify;">
liberami dal greve peso del mio peccato</div>
<div style="text-align: justify;">
e fammi dono, nella tua misericordia,</div>
<div style="text-align: justify;">
di lacrime di pentimento.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<b>SECONDA ODE</b></div>
<b>Irmòs</b><br />
Ascolta la mia voce, o cielo, parlerò,<br />
canterò di Cristo<br />
che dalla Vergine prese carne<br />
per venire a noi.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
<br />
<b>Tropari</b><br />
1. Ascolta, cielo, la mia voce.<br />
Ascoltami, o terra;<br />
Dio a sé mi riconduce,<br />
lo voglio celebrare.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
<br />
2. Nella tua compassione, Dio mio,<br />
rivolgi a me gli occhi del tuo amore,<br />
ricevi la mia confessione di fuoco.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
<br />
3. Più d’ogni altro peccatore<br />
contro te solo peccai, Signore.<br />
E tuttavia nella tua compassione accoglimi,<br />
poiché tua creatura sono,<br />
mio Salvatore.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di m</b>e.<br />
<br />
4. La bruttura delle passioni<br />
dissimulai sotto l’ardore del piacere,<br />
e la bellezza devastai dell’anima mia.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
<br />
5. La tempesta delle passioni m’assale.<br />
Tendimi la mano, Signore,<br />
come un giorno a Pietro sulle onde.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
<br />
6. La tunica della mia carne gettai nel fango<br />
e la tua immagine e somiglianza<br />
imbrattai, mio Salvatore.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
<br />
7. A brandelli feci la mia tunica di bellezza<br />
dal mio stesso creatore tessuta<br />
e ora nudo mi ritrovo.<br />
Con sfilacciati stracci<br />
la volli sostituire,<br />
opera del serpente seduttore,<br />
e ora di vergogna sono ricoperto.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
8. Pure io le lacrime della prostituta<br />
o Compassionevole ti offro.<br />
Nella tua misericordia perdonami, tu che salvi.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
<br />
11. M’ha il peccato rivestito<br />
di tuniche di pelle.<br />
Dopo avermi di dosso strappato<br />
la tunica tessuta da Dio.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
<br />
13. La mia vita a idolatriche passioni abbandonata<br />
m’ha rivestito di un mantello insanguinato.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
<br />
17. Solo per l’apparente bellezza ebbi occhi,<br />
e il santuario interiore trascurai costruito da Dio.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
<br />
18. Le passioni in me travolsero<br />
la bellezza della primitiva immagine.<br />
Ma tu la dramma perduta<br />
cerchi e ritrovi, o mio Salvatore.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
<br />
19. Come la prostituta grido a te: ho peccato,<br />
contro te solo ho peccato.<br />
Le mie lacrime accogli, mio Salvatore,<br />
come il profumo accettasti della peccatrice.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b></div>
<div>
<b><br /></b>20. "Perdonami" a te grido come il pubblicano.<br />
Perdonami, Salvatore, poiché tra i figli di Adamo<br />
come me nessuno ha peccato.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
<br />
24. Non chiudermi la porta, Signore,<br />
al mio pentimento aprila.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
<br />
25. Al mio spirito gemente presta ascolto<br />
e al mio cuore che languisce;<br />
accogli le mie lacrime<br />
e salvami, mio Salvatore.<br />
<b>Misericordia di me, o Dio, misericordia di me.</b><br />
<br />
26. L’uomo ami<br />
e salvezza di tutti tu vuoi.<br />
Nella tua bontà chiamami,<br />
nella tua bontà accoglimi,<br />
delle mie colpe mi pento.<br />
<b><br />Gloria al Padre e al Figlio e al Santo Spirito ed ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amìn.</b></div>
<div>
Glorifichiamo insieme al Figlio il Padre,<br />
e lo Spirito Santissimo,<br />
pari a loro in potenza.<br />
<br />
<b style="font-size: small;">Il testo integrale del Grande Canone e il suo commento sono reperibili in O. Clément, Il canto delle lacrime. Saggio sul pentimento, Àncora, Milano 2002.</b></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-67673312300226911812017-03-27T09:02:00.003-07:002017-03-27T09:06:39.697-07:00<div style="text-align: center;">
<b>ESTRATTO DAL TESTO DI GIOVANNI CLIMACO "La scala del Paradiso"</b><br />
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMzYFqzAJgF7i1bzRgaoDui2KnjSrX6fx3o5XbtzH_ZnPQXWzipNzBSx7eQOgDl0QfkUDrZblf-7XQzRkQW9Gbk2hSgWm6YAIdHlox2FGTbRJ_Tb9f4oweYlGq40Oyf9jMzrFKc3CthVA/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMzYFqzAJgF7i1bzRgaoDui2KnjSrX6fx3o5XbtzH_ZnPQXWzipNzBSx7eQOgDl0QfkUDrZblf-7XQzRkQW9Gbk2hSgWm6YAIdHlox2FGTbRJ_Tb9f4oweYlGq40Oyf9jMzrFKc3CthVA/s200/download.jpg" width="166" /></a>Ognuno viva di preghiere nella propria condizione.</div>
<div style="text-align: justify;">
193. Osserviamo che il nostro Re, Iddio sommamente buono, si comporta come i re della terra che sono soliti elargire ai loro soldati i loro benefici direttamente e talora indirettamente, attraverso persone fidate o attraverso i loro domestici. Dio lo fa elargendo i suoi doni secondo l'abito di umiltà di cui siamo rivestiti. Inoltre Egli ha in abominazione chi prega accettando i pensieri impuri che gli passano per la mente, voltandogli le spalle come un cortigiano che stando alla presenza del re terreno si rigirasse per parlare con i nemici del suo signore. Hai un'arma per scacciare da te il cane che ti si avvicina sfrontatamente, dagli addosso ogni volta che ti tenta, non cedergli mai. Domanda con animo compunto, cerca il Signore nell'ubbidienza, picchia alla porta senza mai perderti d'animo, perché sta scritto: «Chi domanda riceve, chi cerca trova, a chi bussa sarà aperto».</div>
<div style="text-align: justify;">
Guardati dal pregare troppo per una donna, come talora si dà il caso; correresti il rischio di essere depredato dagli astuti tuoi avversari. Non passare in rassegna i consuntivi della tua attività pertinente al corpo per non diventare insidiatore dite stesso. In tempo di preghiera non è davvero il caso di esaminare come vanno condotte le attività pur necessarie e anche spirituali, che ti sottrarrebbero quel che più vale. Non cadrà mai chi si sia appoggiato sempre al bastone dell'orazione. Seppure dovesse inciampare non cadrebbe, o non resterebbe a terra; poiché la preghiera ha un potere pio ma assoluto sul cuore di Dio. E di tale utilità per noi, che i demoni ce la vogliono impedire al momento della sinassi. Segno di tale utilità è anche il frutto che matura in noi con la sconfitta del nostro avversario, come canta il Salmista: «Io conobbi davvero quanto bene mi volessi dal fatto che in tempo di guerra non permettesti che il nemico ridesse alle mie spalle; perciò gridai a Te con tutto il cuore, corpo-anima-spirito, perché dove si trovano uniti due di questi minimi elementi là c'è Dio in mezzo ad essi».</div>
<div style="text-align: justify;">
Non tutti hanno le medesime doti, né secondo il corpo né secondo lo spirito. Per alcuni va bene la preghiera più breve, per altri è buona quella più lunga della salmodia. C'è chi confessa d'essere ancora prigioniero del suo corpo, e c'è chi dice di lottare nell'ignoranza dello spirito; ma se tu invocherai comunque il nostro Re contro i suoi nemici che ti assalgono da ogni parte, abbi fiducia; non dovrai poi far gran fatica nel respingerli, perché essi stessi spontaneamente si allontaneranno ben presto: gli empi infatti non vorranno assistere alla vittoria che su di essi sicuramente riporterai per via della preghiera; anzi se la daranno a gambe come fustigati dalla sferza della tua fervorosa orazione. Tu raccogli tutte le tue forze, e Dio penserà a insegnarti come pregare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non possiamo imparare a ben pregare in altra scuola che in quella della stessa orazione che ha per maestro lo Stesso Dio [...] Dio, che «insegna all'uomo la scienza», è il solo che possa insegnare la preghiera; ed elargendola a chi prega, benedice gli anni del giusto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b>Ἰωάννης τῆς Κλίμακος</b><br />
<div>
<span style="font-size: x-small;">Estratto dal testo "La scala del Paradiso", Ed. Città Nuova, pg. 1137D-1140C.</span></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-30610772295315191462017-03-26T10:18:00.002-07:002017-03-26T10:28:25.448-07:00<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
L’Annunciazione secondo Efrem il Siro</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ3Hh4bAO19g1ugvXYk7KSQt_bAyGaMbOmZmkKQNLszZ3cB_9PQ1kQIi1G9tns50intpfVZjYd9xrinEwmJK7kmxaDez9zXT-VQNYDViThOgI4iUj59aioUV2tfs4o1x1vexTpdeuY2uY/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="125" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ3Hh4bAO19g1ugvXYk7KSQt_bAyGaMbOmZmkKQNLszZ3cB_9PQ1kQIi1G9tns50intpfVZjYd9xrinEwmJK7kmxaDez9zXT-VQNYDViThOgI4iUj59aioUV2tfs4o1x1vexTpdeuY2uY/s200/download.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">Come un seme</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">nel nostro giardino</span></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: x-small;">di Manuel Nin</span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La festa dell’Annunciazione della Madre di Dio è una delle poche che troviamo lungo la quaresima nelle tradizioni liturgiche orientali. Al suo sviluppo contribuì anche l’omiletica siriaca. Efrem la commenta nel secondo inno sulla natività del Signore, un testo dove il poeta canta il mistero dell’incarnazione del Signore e dell’annuncio fatto da Gabriele a Maria. Già nella prima strofa la parola di Efrem è una lode, unita a quella delle schiere celesti, per il mistero che redime il genere umano: «Del tempo illustre segnato per la redenzione mi rendo anch’io partecipe nell’amore e mi allieto. Voglio lodarlo con canti puri, rendere gloria a quel bimbo che ci ha redenti». Le profezie veterotestamentarie sono applicate a Cristo stesso che si manifesta come re, sacerdote e agnello, con riferimenti molto evidenti di carattere sacramentale al battesimo, al perdono dei peccati e all’eucaristia: «La cetra dei profeti che l’annunciarono, l’issopo dei sacerdoti che lo amarono, il diadema dei re sono di quel Signore dei vergini, la cui madre è anch’essa vergine. Poiché è re, ha dato a tutti la regalità; poiché è sacerdote, ha dato a tutti il perdono; poiché è l’agnello, distribuisce a tutti il cibo». Diverse volte Efrem fa riferimento alla vera divinità e vera umanità di Cristo con l’immagine della paternità divina e la maternità umana: «Degna di memoria la madre che l’ha generato, degno di benedizioni il seno che l’ha portato, come pure Giuseppe, per grazia chiamato padre del Figlio vero, il cui Padre è glorificato».</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi Maria stessa canta il mistero dell’incarnazione del Verbo: «Mi ha fatto gioire perché io l’ho concepito; mi ha magnificato poiché io l’ho generato. Nel suo paradiso vivente io sto per entrare e dargli lode nel luogo dove Eva fallì. Di me si è compiaciuto, al punto da essergli madre, poiché l’ha voluto, e da essermi figlio, poiché gli è piaciuto». E in un’altra strofa la lode della madre diviene anche quella della Chiesa: «Con la bocca dei miei martiri io rendo grazie per aver accolto il bimbo, figlio dell’invisibile uscito alla visibilità. Su una cima eccelsa mi sollevi con i miei santi, per rendere gloria a colui che si chinò e si fece piccolo nella mangiatoia». Efrem presenta poi il tema dell’annuncio fatto dagli angeli agli uomini con l’immagine dell’unica sorgente che è Cristo stesso e delle dodici sorgenti, gli apostoli, che vi attingono: «Voci celesti ti hanno annunciato ai terrestri. Sorgente nuova che i celesti hanno aperto per i terrestri assetati di vita. O fonte non gustata da Adamo! Dodici sorgenti parlanti essa ha aperto, che hanno riempito di vita il mondo».</div>
<div style="text-align: justify;">
Il poeta accosta poi le immagini di Cristo nuovo Adamo nato dalla vergine al primo Adamo fatto dalla terra vergine. Nella seconda parte dell’inno Efrem introduce il tema dell’annunciazione e si sofferma sull’atteggiamento di preghiera con cui Maria accoglie l’annuncio di Gabriele: «Cosa faceva colei che era casta nel momento in cui Gabriele, il messaggero, volando discese presso di lei? Lo vide nel momento della preghiera, perché anche Daniele aveva visto Gabriele durante la preghiera. Preghiera e buona novella, sua parente, è giusto che esultino vicendevolmente, come Maria ed Elisabetta sua parente». Segue una serie di esempi biblici del rapporto tra preghiera e annuncio di salvezza: la fine del diluvio, la preghiera di Abramo, la preghiera del centurione. Quindi anche quella che è la più grande delle notizie trova Maria orante: «Tutte le buone notizie giungono al porto della preghiera. La notizia delle notizie, causa di tutte le gioie, trovò Maria in preghiera». E quasi per pudore presenta l’arcangelo come un vegliardo il cui aspetto non doveva turbare Maria: «Gabriele, come un vecchio nobile e grave entrò e la salutò, affinché lei non tremasse, affinché la giovane modesta, alla vista di un volto giovane, non si rabbuiasse».Infine Efrem, con immagini molto belle, presenta i tre personaggi — Daniele, Elisabetta e Maria — cui Gabriele viene mandato: «A due casti vegliardi e alla vergine, solo a essi fu mandato Gabriele con le buone notizie.</div>
<div style="text-align: justify;">
Uno generò la rivelazione della parola di Dio, l’altra la voce del deserto e la vergine il Verbo dell’altissimo». E l’inno si conclude con il tema della kènosis del Verbo di Dio che «restrinse se stesso fino a riempire il piccolo grembo di Maria. Poi come un seme nel nostro giardino e un piccolo raggio per la nostra pupilla, sorse, si diffuse e riempì il mondo».</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: xx-small;">(L'Osservatore Romano 25 Marzo 2015)</span></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-1449835064594584672017-03-21T13:01:00.002-07:002017-03-21T13:18:55.219-07:00<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 16pt;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjOlzqpGtzeZgZ9yWWCFDIgsc46MOu_uLdZgDjk45AhZEBtWd8toqQsXq_LR7qmtnq0SMwolVG7TlBAcNBcqH0GAK0ZXAwzmG4ASakJEGKyCNq94mJ5gZvLQZau-yRLtqlpvAkSWZ94wc/s1600/download.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjOlzqpGtzeZgZ9yWWCFDIgsc46MOu_uLdZgDjk45AhZEBtWd8toqQsXq_LR7qmtnq0SMwolVG7TlBAcNBcqH0GAK0ZXAwzmG4ASakJEGKyCNq94mJ5gZvLQZau-yRLtqlpvAkSWZ94wc/s200/download.jpg" width="200" /></a></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
La Quaresima nella tradizione Bizantina</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif; font-size: large;">PER NON RENDERE INUTILE IL DIGIUNO</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">di Manuel Nin</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif; font-size: large;">"Digiunando
dai cibi, anima mia, senza purificarti dalle passioni, invano ti rallegri per
l'astinenza, perché se essa non diviene per te occasione di correzione, sei in
odio a Dio come menzognera e ti rendi simile ai perfidi demoni che non si
cibano mai. Non rendere dunque inutile il digiuno peccando, ma rimani
irremovibile sotto gli impulsi sregolati, facendo conto di stare presso il
Salvatore crocifisso, o meglio di essere crocifissa insieme a Colui che per te
è stato crocifisso, gridando a lui: ricordati di me Signore, quando
verrai nel tuo regno". Questo tropario della terza settimana della
pre-quaresima nella tradizione bizantina, riassume in modo incisivo quello che
è il periodo quaresimale di qualsiasi tradizione cristiana: il digiuno e l'astinenza
sono vani se non corrispondono a una vera conversione del cuore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif; font-size: large;">Nella
tradizione bizantina il periodo di dieci settimane che precede la Pasqua viene
chiamato Triodion - nome che indica le tre odi bibliche cantate
nell'ufficiatura mattutina - e comprende la pre-quaresima e la quaresima. Il
periodo pre-quaresimale è comune a tutte le tradizioni liturgiche cristiane,
dal Triodion bizantino, al Digiuno dei niniviti siriaco, al Digiuno di Giona
dei copti, alla Settuagesima nell'antica tradizione latina.</span><br />
<span style="font-family: times, "times new roman", serif; font-size: large;">La quaresima bizantina vera e propria
comprende quaranta giorni - dal lunedì della prima settimana al venerdì prima
della domenica delle Palme - e svolge le settimane dal lunedì alla domenica,
presentando il cammino settimanale verso la domenica a modello della stessa
quaresima verso la Pasqua. Inoltre fa una chiara distinzione tra il sabato e la
domenica e gli altri giorni: nei primi si celebra la Divina liturgia (domenica
con l'anafora di san Basilio, sabato con quella di san Giovanni Crisostomo),
mentre nei giorni feriali solo l'ufficiatura delle ore, con l'aggiunta durante
il vespro del mercoledì e del venerdì della liturgia dei Presantificati, cioè
la comunione con il Corpo e il Sangue del Signore consacrati la domenica
precedente.</span><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif; font-size: large;"></span><br />
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif; font-size: large;">La quaresima bizantina è un periodo molto
ricco nella scelta dei testi biblici: salmi, letture; nell'innografia e
nelle letture dei padri. I testi innografici si soffermano soprattutto sul tema
dell'anima umana, dominata dal peccato, che trova per mezzo della quaresima la
possibilità della salvezza. Nelle quattro domeniche della pre-quaresima
troviamo i grandi temi che segneranno il percorso quaresimale: l'umiltà
(domenica del pubblicano e del fariseo); il ritorno a Dio misericordioso
(domenica del figlio prodigo); il giudizio finale (domenica di carnevale), il
perdono (domenica dei latticini). In quest'ultima domenica viene commemorata
l'espulsione di Adamo dal paradiso: Adamo, creato da Dio per vivere in
comunione con lui nel paradiso, a causa del peccato ne è stato cacciato, ma
nella quaresima comincia il cammino di ritorno che culminerà quando Cristo
stesso, nel mistero pasquale, scende negli inferi e gli dà la sua mano per
levarlo dalla morte e riportarlo in paradiso, che viene quasi personificato
nella preghiera della Chiesa. Alla fine del vespro della quarta domenica
si celebra il rito del perdono con cui si inizia la quaresima.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif; font-size: large;">La quaresima dura quaranta giorni, con
cinque domeniche. In ciascuna di esse vediamo un doppio aspetto: da una
parte le letture bibliche che preparano al battesimo, dall'altra gli aspetti
storici o agiografici. Nella domenica dell'ortodossia la vocazione di Filippo e
Natanaele è modello della vocazione di ogni essere umano e si celebra il
trionfo dell'ortodossia sull'iconoclasmo e il ristabilimento della venerazione
delle icone. Nella domenica di san Gregorio Palamas si ricorda la fede del
paralitico guarito da Cristo. La domenica dell'esaltazione della santa Croce è
dedicata alla venerazione della Croce vittoriosa di Cristo, portata
solennemente al centro della chiesa e venerata dai fedeli per tutta la
settimana come segno di vittoria e di gioia, non di sofferenza. Nella domenica
di san Giovanni Climaco, modello di ascesi, si celebra la guarigione
dell'indemoniato, e in quella di santa Maria Egiziaca, modello di pentimento,
l'annuncio della risurrezione. Il sabato della quinta settimana si canta l'inno
Akathistos, ufficiatura dedicata alla Madre di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif; font-size: large;">La sesta e ultima settimana di quaresima, chiamata delle Palme, ha come
centro la figura di Lazzaro, l'amico del Signore, dal momento della malattia,
fino alla morte e alla sua risurrezione. I testi liturgici ci fanno avvicinare
a quello che si manifesterà pienamente nei giorni della Settimana santa, cioè
la filantropia di Dio manifestata in Cristo, il suo amore reale e concreto per
l'uomo. Tutta la settimana viene inquadrata nella contemplazione dell'incontro
ormai vicino tra Gesù e la morte, quella dell'amico per primo, quella propria
la settimana dopo. I testi liturgici riescono a coinvolgerci in questo cammino
di Gesù verso Betania, verso Gerusalemme.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif; font-size: large;">Nella liturgia bizantina non siamo mai
spettatori, ma sempre partecipanti e concelebranti, presenti nella liturgia e
nell'evento di salvezza che la liturgia celebra. Col vespro del sabato di
Lazzaro si conclude il periodo quaresimale.Lungo
l'intera quaresima, la tradizione bizantina recita alla fine di tutte le ore
dell'ufficiatura la preghiera attribuita a sant'Efrem il Siro, che riassume il
cammino di conversione di ogni cristiano: "Signore e sovrano della
mia vita, non darmi uno spirito di pigrizia, d'indolenza, di superbia, di
vaniloquio. Dà a me, tuo servitore, uno spirito di sapienza, di umiltà, di pazienza
e di amore. Sì, Signore e re, dammi di vedere i miei peccati e di non
condannare mio fratello, perché tu sei benedetto nei secoli".</span><span style="font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-size: 7.5pt;">(l'Osservatore Romano 25 febbraio 2009)</span><span style="font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
</div>
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-33235440458479958972017-03-16T02:18:00.000-07:002017-03-16T02:19:54.179-07:00<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-size: 24.0pt;">Sant’Atanasio dei Greci<br />
</span></b><i>chiesa cattolica di rito greco
bizantino</i><span style="font-size: 24.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
Via del Babuino, Roma</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUr6UVhKqJBZ1TEQ_vHh0h_8YUmuLbC1ZCcXK4Wu4k92DAgYQ-hv89dQwW_vIQeQ82qE0VXSFDy0AWhYM2s3flyuHBeCiNITS-QieYtkCyh4u-dKhwj8B-pM-WAhqkUbvRzmvT1brJBDQ/s1600/download.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUr6UVhKqJBZ1TEQ_vHh0h_8YUmuLbC1ZCcXK4Wu4k92DAgYQ-hv89dQwW_vIQeQ82qE0VXSFDy0AWhYM2s3flyuHBeCiNITS-QieYtkCyh4u-dKhwj8B-pM-WAhqkUbvRzmvT1brJBDQ/s200/download.png" width="145" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-size: 36.0pt;">Grande Quaresima 2017<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoTableGrid" style="border-collapse: collapse; border: none; mso-border-insideh: none; mso-border-insidev: none; mso-padding-alt: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 101%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
1° marzo, mercoledì</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Liturgia dei Presantificati</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19.00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
3 marzo, venerdì</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Ufficio dell’Akathistos <i>(1<sup>a</sup> stasi)</i></div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19.00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
4 marzo, sabato</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Vespro</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19,00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
5 marzo, 1<sup>a</sup> dom. di Quaresima</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Divina Liturgia di S. Basilio e processione con le icone</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
10,30</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
8 marzo, mercoledì</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Liturgia dei Presantificati</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19,00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
10 marzo, venerdì</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Ufficio dell’Akathistos <i>(2<sup>a</sup> stasi)</i></div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19,00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
11 marzo, sabato</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Vespro</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19,00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
12 marzo, 2<sup>a</sup> dom. di Quaresima</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Divina liturgia di S. Basilio </div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
10,30</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
14 marzo, martedì S. Benedetto</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Liturgia dei Presantificati</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19,00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
15 marzo, mercoledì</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Liturgia dei Presantificati</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19,00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
17 marzo, venerdì</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Ufficio dell’Akathistos <i>(3<sup>a</sup> stasi)</i></div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19,00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
18 marzo, sabato </div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Vespro</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19,00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
19 marzo 3<sup>a</sup> dom. di Quaresima</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Divina Liturgia di S. Basilio e adorazione della Ss.ma
Croce</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
10,30</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
22 marzo, mercoledì</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Liturgia dei Presantificati</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19,00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
24 marzo, venerdì</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Vespro Annunciazione e Ufficio dell’Akathistos <i>(4<sup>a</sup> stasi)</i></div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
18,30</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="_GoBack"></a>26 marzo, 4<sup>a</sup> dom. di
Quaresima</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Divina liturgia di S. Basilio </div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
10,30</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
29 marzo, mercoledì</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Liturgia dei Presantificati</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19,00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
31 marzo, venerdì</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Ufficio dell’Akathistos <i>(intero)</i></div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
18,30</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
1° aprile, sabato</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Vespro</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19,00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
2 aprile, 5<sup>a</sup> dom. di Quaresima</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Divina liturgia di S. Basilio </div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
10,30</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
5 aprile, mercoledì</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Liturgia dei Presantificati</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19,00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
7 aprile, venerdì</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Liturgia dei Presantificati e kalimera di Lazzaro</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19,00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
8 aprile, sabato</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Vespro</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
19,00</div>
</td>
</tr>
<tr>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 33.94%;" valign="top" width="33%"><div class="MsoNormal">
9 aprile, dom. delle Palme</div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 56.9%;" valign="top" width="56%"><div class="MsoNormal">
Divina liturgia di S. Giovanni Crisostomo e benedizione
delle Palme </div>
</td>
<td style="padding: 0cm 1.4pt 0cm 1.4pt; width: 9.16%;" valign="top" width="9%"><div class="MsoNormal">
10,30</div>
</td>
</tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-20857516394727342482015-08-19T07:11:00.001-07:002015-08-19T07:11:03.028-07:00Novità Editoriale <br />
<div>
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1DUZmIcbRucUg8EPfGAAtwE2hzpvSVXhy6JCEigTn1mua4AzEzXxDSvOlD4ruE9EClLA50HlrcC7YBCFHALTQUm-fOgoAysJ6PYrdOu5NNLBEqTVYV3PIZBqJUe5OcDTJH_2ZSJ5Rdu0/s1600/Copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1DUZmIcbRucUg8EPfGAAtwE2hzpvSVXhy6JCEigTn1mua4AzEzXxDSvOlD4ruE9EClLA50HlrcC7YBCFHALTQUm-fOgoAysJ6PYrdOu5NNLBEqTVYV3PIZBqJUe5OcDTJH_2ZSJ5Rdu0/s400/Copertina.jpg" width="256" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfM2SNHO6-YBklslHreJLiJF3eEVc8or-bqTDcnzWnFOx-6q47qBoG0XfVkdhArPAoz28kSCercZZhV2zffTIPICCIzk7uLzZbNZcR-Z63H_W_Ud05nBybC8ThXqGkfacLXei_1sXSQuw/s1600/contro+copertina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfM2SNHO6-YBklslHreJLiJF3eEVc8or-bqTDcnzWnFOx-6q47qBoG0XfVkdhArPAoz28kSCercZZhV2zffTIPICCIzk7uLzZbNZcR-Z63H_W_Ud05nBybC8ThXqGkfacLXei_1sXSQuw/s400/contro+copertina.jpg" width="242" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<b><i>http://www.libreriaeditricevaticana.va/ </i></b></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-73635978424837266332015-08-12T02:01:00.001-07:002015-08-12T02:01:24.984-07:00La Dormizione di Maria nell’innografia siro orientale.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnlkC64nDUHzSPSx4xCqKJdh8tbZXpmJNY1vV21t7FIGlNtrkHb1Q6M2bFWFCPbH1ted58RBtc6zRF0UiOvNdwWWPDTzNTg6JfNZJEmtoV72nmf8DYXYCBf4CuCU6eny79XY8tl0mY9K8/s1600/Miniatura+del+Transito+della+Madre+di+Dio.+Evangeliario+siriaco%252C+XIII+secolo.+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="262" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnlkC64nDUHzSPSx4xCqKJdh8tbZXpmJNY1vV21t7FIGlNtrkHb1Q6M2bFWFCPbH1ted58RBtc6zRF0UiOvNdwWWPDTzNTg6JfNZJEmtoV72nmf8DYXYCBf4CuCU6eny79XY8tl0mY9K8/s400/Miniatura+del+Transito+della+Madre+di+Dio.+Evangeliario+siriaco%252C+XIII+secolo.+1.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div align="center" class="MsoNoSpacing" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<b><span lang="EN-US" style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 150%;"><span style="color: #cc0000;">Oggi il cielo dei cieli la canta
sorella</span><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 24px;"><span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>La tradizione siro orientale, a cui appartengono la Chiesa Assira e la Chiesa Caldea, ha dei testi innografici notevoli per le feste della Santissima Vergine Maria. Molti di questi testi, in forma innorafica, sono entrati nei libri liturgici per le diverse festività, e specialmente gli inni di Giorgio Warda, autore vissuto tra a fine del XII e l’inizio del XIII secolo ad Arbela, nell’attuale Iraq. Il nome Warda (che significa rosa in siriaco) è un soprannome legato alla raccolta delle sue composizioni poetiche nei libri liturgici siro orientali. Si tratta di poemi teologici e omelie metriche per le feste liturgiche del Signore, della Vergine Maria e dei santi. In due dei suoi inni dedicati a Maria, troviamo approfondito il tema del suo transito in cielo. Sono dei testi in cui l’autore medita il mistero di Maria, vergine e madre di Cristo Redentore dell’uomo. Queste righe, ispirate ai testi di una delle tradizioni teologiche e liturgiche del prossimo Oriente cristiano, vogliono essere anche una forma di preghiera e di vicinanza umana e cristiana a tanti cristiani della tradizione siro orientale e delle altre tradizioni cristiane sofferenti e martirizzati nei nostri giorni in Oriente ed ovunque. </span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 24px;">Giorgio inizia tutti e due i suoi inni applicando a Maria tutta una serie di titoli cristologici e quindi mariologici presi dai testi e dai fatti veterotestamentari: “Se io la chiamassi (Maria) terra, sarei un insensato, perché so che lei non ha chi le somigli sulla terra… La potrei paragonare al giardino i cui quattro fiumi, ai quattro angoli, si dividevano? Ma la sorgente che scorreva dal paradiso non ha salvato nessuno… Da Maria invece è zampillata una fonte, che quattro bocche hanno sparso, la quale inebriò tutta la terra…”. E quindi Giorgio prosegue il suo paragone esegetico trattenendosi su alcune figure e personaggi presi dal libro della Genesi, cioè l’albero, l’arca, la roccia, il roveto: “Lei è l’albero stupendo che produsse il frutto meraviglioso… Lei è l’arca fatta di carne in cui si riposò il vero Noè… Lei è la figlia di Abramo che Adamo prevedeva in figura; portò il figlio e Signore di Abramo… Lei è la roccia donde sorse una fonte… Lei è il roveto prodigioso arso dal fuoco, in cui abitò per nove mesi il fuoco incandescente…”. </span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 24px;">Nella parte centrale di ambedue gli inni, il poeta canta il mistero della morte di Maria. Seguendo la tradizione degli apocrifi, Giorgio descrive si potrebbe dire tutta la liturgia celebrata nella piena comunione tra il cielo e la terra. In primo luogo descrive la presenza, quasi vedendo e contemplando la rappresentazione iconografica della festa, di tutti i personaggi venuti dal cielo per celebrare Maria nel suo transito: “Nel giorno della separazione del corpo dalla gloriosa anima, gli angeli solennemente si precipitarono dal cielo per rendere omaggio a lei…, dal seno della quale zampillava la vita per tutto il genere umano! Gli angeli vennero dall’alto, i profeti risuscitarono, gli apostoli venero dai quattro venti per celebrare la sua gloria”. Quasi facendo un parallelo tra la morte e risurrezione di Cristo, e quella di sua Madre, Giorgio Warda canta la pasqua di Maria facendovi presente anche la figura di Adamo e della sua discendenza: “Venne Adamo, che era stato ucciso dalla moglie, per vedere l’esaltazione di sua figlia. Vennero Israele e gli antenati, Isaia e i suoi compagni… I profeti assieme ai patriarchi, gli apostoli con i pastori… Durante la sua vita visse morta al mondo e, morendo, richiamò i morti alla vita. I profeti sono usciti dai loro sepolcri, ed i patriarchi dalle loro tombe…”. E seguendo la descrizione quasi iconografica prosegue: “Lei fu portata sulle nubi ed esaltata fra gli spiriti, per ricevere la lode immortale per tutta l’eternità”. E l’autore si trattiene quasi in ogni dettaglio a descrivere la liturgia che è celeste e terrestre allo stesso tempo, attorno al transito di Maria; liturgia celebrata dagli angeli e dagli uomini, dai profeti e dagli apostoli, dalla creazione intera, a lode di Maria e di Cristo stesso; sono delle strofe in cui Giorgio adopera delle immagini molto belle e toccanti come quella della pioggia che invidia il grembo di Maria: “Il firmamento e le nubi piegarono le ginocchia, ed i fulmini si unirono ai tuoni per irradiare il suo splendore e diffondere la gloria di suo Figlio. La pioggia e la rugiada invidiarono il suo grembo perché, mentre loro nutrono solo semi della terra, esso ebbe l’onore di nutrire il Creatore dei semi. Le stelle la adorarono, il sole e la luna si inchinarono davanti a lei. Il cielo la proclamò beata, il cielo dei cieli la professò sorella”. Quindi a partire dalla descrizione fatta nella tradizione apocrifa della festa, il poeta, accanto alla liturgia celeste colloca anche quella terrestre, con la presenza dei Dodici accanto al letto funebre di Maria: “Fra gli apostoli alcuni erano già morti, gli altri erano in vita ma lontani. I morti sono risuscitati, e quelli lontani si assembrarono, alla sua morte”. Liturgia celeste e terrestre celebrata dagli angeli e dagli apostoli che diventano, con Maria, intercessori per tutti gli uomini: “Gli apostoli, in processione, portarono il suo corpo, i profeti ed i sacerdoti scortarono la sua bara. Gli angeli intrecciarono corone e le bocche ignee le resero omaggio. E nel momento del suo transito, la sua intercessione venne in aiuto agli afflitti. I malati e le anime sofferenti furono esauditi all’invocazione del suo grande nome”. </span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 24px;">E Giorgio Warda conclude il secondo dei suoi inni con una lunga serie di beatitudini a Maria, che sono un canto all’incarnazione in lei del Verbo di Dio: “Beata sei, o Vergine fidanzata, o donna che hai generato un figlio… Beata sei, o madre senza padre, il cui Figlio non ebbe padre tra i mortali! Beata sei, o terra, nella quale si formò e in cui abitò, incarnandosi, il Dio di Adamo. Beata sei, o città dell’Altissimo e tabernacolo del Figlio del Creatore. Beata sei, o cielo terrestre che hanno invidiato le acque di sopra i cieli. Beata sei, tu, per la quale fu ristabilita per Adamo e la sua discendenza la salvezza eterna!”.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 24px;">E come troviamo spesso tra gli innografi cristiani, anche Giorgio chiede alla fine dei suoi inni l’intercessione e la preghiera di Maria: “Per me, che sono di tutti gli uomini il più peccatore, e per tutto il popolo che celebra la Tua festa, chiedi il perdono e la remissione dei peccati, o Tu, il cui Figlio regna nella gloria eterna. Amen”.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 24px;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 24px;"><b><i>P. Manuel Nin,</i></b> Pontificio Collegio Greco, Roma.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-63007517857301516432015-08-10T11:23:00.000-07:002015-08-10T11:23:28.347-07:00Dalla Chiesa Greco-Cattolica Romena<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><b>Eretta
la Procura della Chiesa Greco-Cattolica Romena presso la Sede Apostolica e nomina
del Procuratore</b><o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><b><br /></b></span>
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"> In
seguito alla richiesta fatta da Sua Beatitudine il Cardinale Lucian Mure</span><span style="font-family: "Cambria",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Cambria;">ș</span><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">an, Arcivescovo Maggiore della Chiesa
Greco-Cattolica Romena, la Congregazione per le Chiese Orientali ha eretto con
Decreto n. 77/2015 la Procura della Chiesa Greco-Cattolica Romena presso la
Sede Apostolica, con sede a Roma, in via Passeggiata del Gianicolo, 5.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Dopo
aver ricevuto il previo assenso dal Romano Pontefice, Sua Beatitudine il Cardinale
Lucian Mure</span><span style="font-family: "Cambria",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Cambria;">ș</span><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">an</span><span lang="RO" style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: RO;">, ha proceduto alla nomina di un suo Procuratore presso
la Sede Apostolica, nominado il Rev. Padre Dott. <b><i>Gabriel Vasile Buboi</i></b>, dal
clero dell'Eparchia di Lugoj e già Rettore del Pontificio Collegio Pio Romeno.</span><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Secondo
il canone 61 del <i>Codex Canonum
Ecclesiarum Orientalium, </i>la figura giuridica del Procuratore presso la Sede
Apostolica, <i>“ </i></span><i><span lang="LA" style="color: #212121; font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: LA; mso-bidi-font-family: "Courier New"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">personaliter constituti</span></i><i><span style="color: #212121; font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Courier New"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">”</span></i><span style="color: #212121; font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Courier New"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">rappresenta la medesima Autorità<i> </i>presso le istituzioni della Santa Sede,
ed in virtù del mandato di procura, adempirà in nome dell'Arcivescovo Maggiore
le varie questioni in relazione ai Dicasteri della Curia Romana.</span><span style="color: #212121; font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Courier New"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Traduzione dal romeno: <b><i>Liviu
Ursu</i></b><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; line-height: 115%;">Fonte: e-communio.ro<o:p></o:p></span></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-15619443798054033852015-08-07T06:30:00.000-07:002015-08-07T02:33:43.408-07:00Perchè c'è un digiuno per la Dormizione ?<div>
<span class="Apple-style-span"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span class="Apple-style-span"><i><span lang="EN-GB">St. John the Forerunner Antiochian Orthodox Church</span></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span"><br /></span></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpnxB1kk7qa2ElU_GFd_9xDUPmtdOWZIPlq-OEhDiX6QFZLWDMY7l7dDzLHfLYe5DIGzBPoYxpvw3Gu6AivHPIHkqI6PpTFTv-ZAhm_rSuppQRJzWg4KCfWqTDgslVYkJJYnnLQbGJJ1Q/s1600/uspenije1aaa1.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><span class="Apple-style-span"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5636225846750579106" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpnxB1kk7qa2ElU_GFd_9xDUPmtdOWZIPlq-OEhDiX6QFZLWDMY7l7dDzLHfLYe5DIGzBPoYxpvw3Gu6AivHPIHkqI6PpTFTv-ZAhm_rSuppQRJzWg4KCfWqTDgslVYkJJYnnLQbGJJ1Q/s320/uspenije1aaa1.jpg" style="cursor: pointer; display: block; height: 214px; margin-bottom: 10px; margin-left: auto; margin-right: auto; margin-top: 0px; text-align: justify; width: 320px;" /></span></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span"><br /></span></div>
<span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span"></span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span"><br /></span></span></div>
<br />
<div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span">Sarebbe un grossolano eufemismo dire che è stato scritto molto circa la festa della Dormizione della Theotokos. È stato scritto ancora molto poco sul digiuno che lo precede. <span class="Apple-style-span">Ogni cristiano ortodosso è consapevole e in genere conosce la ragione dietro i digiuni per Pasqua e Natale. Ma mentre possono sapere del Digiuno della Dormizione, è da notare che alcuni non osservano questo digiuno, e molti di più domandano il motivo per cui c’è, non capendo il suo scopo. </span><span class="Apple-style-span">Dato l’equivoco dilagante sullo scopo del digiuno in sé, un aggiornamento sul suo obiettivo è sempre una buona idea. Vi è la percezione che dobbiamo digiunare quando vogliamo qualcosa, come se l’atto del digiuno soddisfacesse Dio in qualche modo, e vedere noi “soffrire” gli facesse concedere la nostra richiesta. Nulla può essere più lontano dalla verità.</span></span></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Il digiuno è gradito a Dio?</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
Non è il nostro digiuno che piace a Dio, sono i frutti del nostro digiuno (purché digiuniamo con animo retto insieme con l’elemosina e la preghiera, e non facciamo solo dieta) che gli piacciono.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
1) Digiuniamo, non per ottenere ciò che vogliamo, ma per prepararci a ricevere ciò che Dio vuole darci.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span">2) Lo scopo del digiuno è di portarci più in linea con un’altra Maria, la sorella di Lazzaro, e lontano dalla loro sorella Marta, che nel famoso brano era “ansiosa e agitata per molte cose”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
3) Il digiuno ha lo scopo di portarci alla realizzazione di “una cosa indispensabile”. È per aiutarci a mettere Dio al primo posto e i nostri desideri al secondo, se non l’ultimo. Come tale, serve a prepararci ad essere strumenti della volontà di Dio, come Mosè nella sua fuga dall’Egitto e sul monte Sinai, così come anche nostro Signore ha digiunato nel deserto. Il digiuno ci allontana da noi stessi e ci volge verso Dio.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
4) Digiunare durante la Quaresima della Dormizione ci aiuta a diventare come la Theotokos, una serva obbediente a Dio, che ha ascoltato la Sua Parola e la ha messa in pratica meglio di chiunque altro lo abbia fatto o potuto fare.</div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Allora perché facciamo il digiuno prima della Dormizione?</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
In una famiglia molto unita, la notizia che la sua matriarca è sul letto di morte porta la vita normale ad una battuta d’arresto. D’altronde, le cose importanti (feste, TV, lussi, desideri personali) diventano poco importanti; la vita viene a ruotare intorno alla matriarca morente. È lo stesso nella famiglia ortodossa, la notizia che la nostra matriarca è sul letto di morte, non poteva (o almeno non dovrebbe) avere un effetto diverso da quello appena detto.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
La Chiesa, attraverso l’ufficiatura della Paraclisis, ci dà l’opportunità di andare a quel letto di morte e di elogiare e supplicare la donna che ha portato Dio, la nave della nostra salvezza e nostra principale avvocata presso il Suo trono divino.</div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b> L’ufficiatura della Paraclisis</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span">L’ufficio della Paraclisis alla Theotokos è composto da inni di supplica per ottenere conforto e coraggio. Dovrebbe essere recitato nei momenti di tentazione, scoraggiamento o di malattia. Viene utilizzato in particolare durante le due settimane prima della Dormizione, o Assunzione, della Theotokos, dall’1 agosto al 14 agosto. Il tema di questo ufficio della Paraclisis è incentrato intorno alla supplica: “Santissima Madre di Dio, salvaci!”. <span class="Apple-style-span">Se avete un problema o se qualcosa grava sulla vostra anima, se vi sentite spiritualmente a disagio e se non siete in pace con voi stessi e con chi vi circonda, allora, dovreste andare alla Chiesa durante i primi quindici giorni di agosto e chiedere l’intercessione della Madre di Dio. Anche se siete abbastanza fortunati da essere tra quei pochissimi che sono in pace con se stessi e con Dio, allora qual beati dovreste venire a questi uffici e ringraziare Dio e la Sua Madre Santissima per le benedizioni che hanno concesso a voi e alla vostra famiglia. </span>Poiché queste ufficiature della Paraclisis alla Theotokos sono principalmente una supplica per il benessere dei vivi, fate che tutta la Chiesa preghi per voi durante i primi quindici giorni di agosto e soprattutto nella grande festa della Dormizione della Madre di Dio il 15 agosto. Non lasciate che la pigrizia e la vostra apatia vi facciano perdere questa grande benedizione e l’ispirazione che la Chiesa può dare su di voi. E la pace e la santità che solo la Madre di Dio può dare fate che entrino nella vostra vita. “Cerchiamo di mettere da parte tutte le preoccupazioni terrene”, e di farci veramente, nel corso di questi quindici giorni, partecipi della vita di digiuno e di preghiera della Chiesa, in modo da poter “Gustare e vedere quanto è buono il Signore”e così che possiamo pienamente sperimentare le benedizioni spirituali che la Chiesa ci offre in questo tempo santo. “Benedetto colui che egli troverà vigilante”. Venite a pregare la Madre di Dio con noi e con la Chiesa e per le sue preghiere e intercessioni, possano essere salvate le nostre anime!</span></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Osservare il Digiuno della Dormizione</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span">Il digiuno, nel suo senso pieno (astensione dal cibo, dai cattivi pensieri, da azioni e desideri) realizza questo. Meno tempo libero in svaghi o altre occupazioni lascia più tempo per la preghiera e la riflessione su Colei che ci ha dato Cristo, ed è divenuta la prima e più grande cristiana. Riflettendo su di lei e la sua vita incomparabile, vediamo un modello di vita cristiana, che incarna la risposta di Cristo alla donna che ha affermato che Maria era beata perché lo aveva portato: Beati piuttosto coloro che ascoltano la Sua parola e la custodiscono. Maria ha fatto meglio di chiunque altro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<br /></div>
<span class="Apple-style-span">Padre Thomas Hopko ha osservato, Ella ha ascoltato la parola di Dio e l’ha messa in pratica così bene, che tra tutte le donne della storia è stata scelta non solo per ascoltare la Sua Parola, ma per dargli la vita. Così mentre digiuniamo nella contemplazione della sua vita, allo stesso tempo ci prepariamo a vivere una vita a imitazione di lei. Questo è lo scopo del Digiuno della Dormizione.</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span"><i>Quando si avvicinava l’assunzione del tuo corpo senza macchia, gli Apostoli fissando il tuo letto, ti guardavano con tremore. Alcuni contemplato il tuo corpo erano stati abbagliati, ma Pietro a te gridava in lacrime, dicendo: ti vedo con chiarezza, o Vergine, distesa, o vita di tutti, e mi stupisco. Tu, o incontaminata, in cui la beatitudine della vita futura ha abitato, imploro il tuo Figlio e Dio di conservare indenne il tuo popolo</i><i>.</i></span></div>
<a href="http://tradizione.oodegr.com/"><span class="Apple-style-span">www.tradizione.oodegr.com</span></a><span class="Apple-style-span"></span><br />
<div align="right" class="MsoNormal" style="font-size: large; text-align: left;">
<span class="Apple-style-span"><br /></span></div>
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Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-78247041152872207422015-08-07T06:16:00.000-07:002015-08-07T02:32:56.980-07:00L'ufficiatura della Paraklisis<div>
<br /></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKvtx5YiV93zWfjakFlsEIG1TtdiL5-4x2ZerDlcxiEYpXXOPt7wO4AXvDBNVzATYAK-N4fK01lVR7p90lTPzWAqGmtZqi0fVALl-FC0BQe8qTnH5zNXDJ6mXdhfyyMEcxqoM3dP-qCzA/s1600/dormizione.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5635508035273268274" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKvtx5YiV93zWfjakFlsEIG1TtdiL5-4x2ZerDlcxiEYpXXOPt7wO4AXvDBNVzATYAK-N4fK01lVR7p90lTPzWAqGmtZqi0fVALl-FC0BQe8qTnH5zNXDJ6mXdhfyyMEcxqoM3dP-qCzA/s400/dormizione.jpg" style="cursor: hand; cursor: pointer; display: block; height: 228px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 400px;" /></a><br />
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span">L'ufficio della Paraclisis alla Theotokos è composto da inni di supplica per ottenere conforto e coraggio. Dovrebbe essere recitato nei momenti di tentazione, scoraggiamento o di malattia. Viene utilizzato in particolare durante le due settimane prima della Dormizione, o Assunzione, della Theotokos, dall’1 agosto al 14 agosto. Il tema di questo ufficio della Paraclisis è incentrato intorno alla supplica: “Santissima Madre di Dio, salvaci!”. </span>Se avete un problema o se qualcosa grava sulla vosra anima, se vi sentite spiritualmente a disagio e se non siete in pace con voi stessi e con chi vi circonda, allora, dovreste andare alla Chiesa durante i primi quindici giorni di agosto e chiedere l’intercessione della Madre di Dio. Anche se siete abbastanza fortunati da essere tra quei pochissimi che sono in pace con se stessi e con Dio, allora qual beati dovreste venire a questi uffici e ringraziare Dio e la Sua Madre Santissima per le benedizioni che hanno concesso a voi e alla vostra famiglia, Poiché queste ufficiature della Paraclisis alla Theotokos sono principalmente una supplica per il benessere dei vivi, fate che tutta la Chiesa preghi per voi durante i primi quindici giorni di agosto e soprattutto nella grande festa della Dormizione della Madre di Dio il 15 agosto. Non lasciate che la pigrizia e la vostra apatia vi facciano perdere questa grande benedizione e l’ispirazione che la Chiesa può dare su di voi. E la pace e la santità che solo la Madre di Dio può dare fate che entrino nella vostra vita. “Cerchiamo di mettere da parte tutte le preoccupazioni terrene”, e di farci veramente, nel corso di questi quindici giorni, partecipi della vita di digiuno e di preghiera della Chiesa, in modo da poter “Gustare e vedere quanto è buono il Signore” e così che possiamo pienamente sperimentare le benedizioni spirituali che la Chiesa ci offre in questo tempo santo. “Benedetto colui che egli troverà vigilante”. Venite a pregare la Madre di Dio con noi e con la Chiesa e per le sue preghiere e intercessioni, possano essere salvate le nostre anime!</span></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="349" src="http://www.youtube.com/embed/GL9wf1IuskM" width="560"></iframe><br /></div>
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<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="349" src="http://www.youtube.com/embed/qmbrinJuqj8" width="560"></iframe><br /></div>
<br />
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<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="349" src="http://www.youtube.com/embed/cysuuzrozW0" width="560"></iframe><br /></div>
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<br /></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-73221676890630884772015-08-05T14:21:00.001-07:002015-08-05T14:24:52.623-07:00La Trasfigurazione del Signore nell’omelia di Anastasio il Sinaita<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRWcjBa_o9z7ejtT84EZbsxlaYHSX_g9YOWpE52B_znK4qUQD6TgFbibq3BpXN3o3BPy2lUlbMIuCbF00u_jo8AkMSuG-ecJ-LX4yn_93qvQb-mgnF5-3kjfNBwSuvbbSqPBUlI00R3pY/s1600/Trasfigurazione+Monastero+del+Sinai%252C+s.+VI.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRWcjBa_o9z7ejtT84EZbsxlaYHSX_g9YOWpE52B_znK4qUQD6TgFbibq3BpXN3o3BPy2lUlbMIuCbF00u_jo8AkMSuG-ecJ-LX4yn_93qvQb-mgnF5-3kjfNBwSuvbbSqPBUlI00R3pY/s400/Trasfigurazione+Monastero+del+Sinai%252C+s.+VI.jpg" width="400" /></a></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><i><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><br /></span></i></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><i><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Oggi tutta
la creazione è trasfigurata.</span></i></b><b><span style="font-family: "Calibri",sans-serif; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Calibri",sans-serif; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div class="MsoNormal">
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; mso-ansi-language: IT;">La festa della
Trasfigurazione del Signore, celebrata il 6 agosto, è una delle feste
importanti nei calendari delle Chiese cristiane di Oriente e di Occidente.
L’iconografia della festa ci riporta a dei capolavori di carattere musivo nel monastero
di santa Caterina del Sinai (VI s.), a Ravenna a san Apollinare in Classe (VI
s.) e a Roma ai santi Nereo ed Achilleo (VIII-IX s.). Diversi Padri hanno
commentato la pericope della festa: Origene, Efrem, Giovanni Crisostomo,
Agostino. In queste righe vorrei presentare l’omelia per la Trasfigurazione di
Anastasio il Sinaita, un autore di cui abbiamo poche notizie biografiche, e che
visse nel Sinai come monaco nella seconda metà del VII secolo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; mso-ansi-language: IT;"> Anastasio inizia l’omelia con una <i>captatio
benevolentiae</i> facendo un elogio del monte Tabor, dove avviene l’episodio
evangelico della Trasfigurazione del Signore, partendo dalla visione di
Giacobbe nel libro della Genesi: “</span><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-language: HE; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">Quanto è terribile questo luogo! Mi viene da
gridare come Giacobbe, nel giorno della festa di questo monte. Come lui, vedo
anche io una scala che sale dalla terra al cielo, poggiata sulla cima di questo
monte. Anche io dico: Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del
cielo”. La grandezza del monte come luogo santo, come nuovo Sinai, Anastasio la
vede nella testimonianza del Padre e nella manifestazione del Figlio, sole di
giustizia. Il monte Tabor, lungo tutta l’omelia verrà presentato come tipo
della Chiesa stessa, luogo della piena rivelazione del Verbo di Dio incarnato.
La stessa liturgia del giorno ne diventa epifania. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-language: HE; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"> Anastasio
fa una lunga lode del monte della Trasfigurazione, prefigurato nell’Antico
Testamento e manifestato nel Nuovo: “Questo è il monte da cui si è staccata la
pietra, cantato dagli angeli e di cui parlano i profeti, annunciato dal
salmista, che istruisce gli ignoranti ed illumina i peccatori… creato dalla
mano destra del Signore…”. Tutta una serie di temi che fanno del monte Tabor un
tipo della Chiesa stessa, luogo della redenzione, dell’istruzione e
dell’illuminazione. E senza soluzione di continuità passa alla simbologia
neotestamentaria: “In questo monte sono stati prefigurati i simboli del Regno,
preannunciato il mistero della crocifissione, svelata la bellezza del Regno e
manifestata la seconda venuta di Cristo. In questo monte i beni futuri furono
presentati già come attuali… In questo monte si preannuncia senza inganno la
nostra immagine futura e la nostra configurazione con Cristo”. E Anastasio
associa alla gioia del monte Tabor anche quella di tutta la creazione: le altre
montagne esultano, le colline si riempiono di fiori e di foreste, i ruscelli
che scorrendo fanno risuonare la loro voce di lode nell’acqua, gli uccelli i
loro cinguettii. E aggiunge una frase che dà la chiave ecclesiologica alla
simbologia del Tabor: “Questa montagna è il luogo dei misteri, il posto delle
realtà ineffabili, la roccia dei segreti nascosti e la sommità dei cieli”. Il
Tabor come chiesa, e come altare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-language: HE; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"> Anastasio
prosegue l’omelia situando la liturgia della festa, e con una lunga serie di
frasi iniziate con “oggi”, dà la spiegazione della festa stessa della
Trasfigurazione: “Oggi sul Tabor è stata rinnovata e trasformata l’immagine
della bellezza terrestre in bellezza celeste… Oggi il Tabor e l’Hermon esultano
ed invitano tutto l’universo alla gioia… Oggi Galilea e Nazareth danzano
insieme e si rallegrano per la festa…”. E quindi sgrana tutta la redenzione
operata da Cristo e quasi annunciata in anticipo nella sua Trasfigurazione:
“Oggi il Signore è stato visto sul monte. Oggi la natura di Adamo, già creata a
somiglianza di Dio ma oscurata dagli idoli, è stata riportata alla sua
primitiva bellezza di uomo creato a immagine e somiglianza di Dio. Oggi la
natura che si era allontanata per l’idolatria, risplende di nuovo nei raggi
della divinità”. Anastasio sottolinea ancora come la Trasfigurazione del
Signore allontana le vecchie tuniche di pelle e riveste l’uomo di luce come di
un manto. Il giorno della Trasfigurazione è la festa in cui gli araldi
dell’antica e la nuova alleanza appaiono accanto al Signore. E con una bella
immagine l’autore paragona il Tabor con il Golgota: “Fu crocefisso tra due
uomini sul Golgota, ed oggi appare divinamente tra Mosè ed Elia”. E prosegue
paragonando il Sinai col Tabor: “Sul Sinai la tormenta, sul Tabor il sole… Là
il decalogo, qua il Verbo preesistente. Là la verga germina, qua la croce
fiorisce. Là le quaglie come castigo, qua la colomba come salvezza. Là Maria,
sorella di Mosè, suonò il tamburello, qua Maria genera divinamente. Là Elia si
nascondeva, qua vede Dio”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-language: HE; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"> Nella
parte centrale del testo omiletico, l’autore mette in bocca di Mosè una lunga
anamnesi dei fatti adoperati da Dio nell’antica alleanza nel Sinai e che adesso
sul Tabor trovano la loro pienezza, un testo che è una professione di fede nella
vera incarnazione del Verbo di Dio: “E adesso ti vedo, tu che sei con il Padre
e sula montagna hai detto: «Io sono colui che sono». Che io possa vederti per
poterti conoscere. E adesso ti vedo non più di spalle bensì visibilmente sul
Tabor… Tu che sei il Dio pieno di amore, nascosto nella mia forma umana… Tu che
scendesti nel roveto ardente, che guidasti e dissetasti il popolo nel deserto…
adesso sei sceso per umanizzare la natura dell’uomo che era disumana…”. E a
conclusione dell’omelia Anastasio invita tutta la creazione, anch’essa
trasfigurata in Cristo, e specialmente il Tabor e tutte le montagne a un
cantico di lode con uno sguardo quasi geografico a tutta la terra santa della
Galilea che si espande ai piedi del monte della Trasfigurazione: “Rallegrati,
Creatore di tutte le cose, o Cristo re, Figlio di Dio pieno di luce, che a tua
immagine hai trasfigurato tutta la creazione. Rallegrati, Maria, santa montagna
amata da Dio, che hai formato Cristo nella carne ma senza trasfigurarla; Maria,
cittadina di Nazareth, Vergine Madre di Dio. Rallegrati Nazareth, santuario di
Dio. Rallegrati Tabor, la più bella tra le montagne. Rallegrati mare di
Tiberiade, percorso e santificato dai piedi divini. Rallegratevi, sacerdoti
santi che portate nella terra di Melchisedec l’immagine di Cristo.
Rallegratevi, assemblee angeliche dei vergini e delle vergini imitatori di Elia
il tesbita. Rallegrati Chiesa dei credenti, celebrando questa festa in onore
del vero Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo. A lui la gloria nei secoli. Amen”.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-language: HE; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">P. Manuel
Nin,</span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 13.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-language: HE; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"> Pontificio
Collegio greco, Roma<o:p></o:p></span></div>
</div>
</div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-7527753041220783162015-05-23T07:55:00.000-07:002015-05-23T07:59:25.329-07:00Domenica di Pentecoste<div>
<span class="Apple-style-span"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBJvAq5MirxPrtcfjCuQBx14QBl2-vOPLI_GB1fbPPT2VvoeZaMkmz0Zy278lDx8hJxQ_gSxQIpQms4oTJmIdq2zzfDtbPJphplN5aznjxsRkWV1K8ykWssOmhZM2pdK-8ir91rHP69aY/s1600/11265630_10153247321937209_6942439811226935912_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBJvAq5MirxPrtcfjCuQBx14QBl2-vOPLI_GB1fbPPT2VvoeZaMkmz0Zy278lDx8hJxQ_gSxQIpQms4oTJmIdq2zzfDtbPJphplN5aznjxsRkWV1K8ykWssOmhZM2pdK-8ir91rHP69aY/s320/11265630_10153247321937209_6942439811226935912_n.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6px; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span"> </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6px; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6px; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span"></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span">“La festa della discesa del Santo Spirito”. Pronuncio queste parole che conosco sin dalla mia infanzia e mentre le pronuncio mi colpiscono come se le sentissi per la prima volta. Sì, sin dal tempo in cui ero bambino ho saputo che 10 giorni dopo l’Ascensione, cioè 50 giorni dopo Pasqua, i Cristiani, da tempi immemorabili, celebravano e continuano a celebrare la discesa del Santo Spirito durante una festa conosciuta col suo nome ecclesiale come Pentecoste o, più comunemente, come “Trinità”, il giorno della Trinità.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span">Da secoli, per preparare questa Festa, le chiese venivano pulite ed ornate con fronde verdi e rami, e si spargeva dell’erba per terra… Il giorno della festa, al momento del Vespro solenne, i fedeli stavano in chiesa con dei fiori in mano. Queste abitudini spiegano come la festa della Pentecoste è entrata nella coscienza popolare e nella letteratura russa come un tipo di celebrazione radiante, brillante come il sole, la festa della fioritura, un gioioso incontro tra gli umani ed il mondo di Dio in tutta la sua bellezza e la sua grazia.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span">Tutte le religioni, comprese le più antiche e primitive, avevano una festa per la fioritura, una festa per celebrare la prima comparsa di germogli, di piante, di frutta. Nell’antico giudaismo, era la festa di Pentecoste. Se nella religione del Vecchio Testamento, la Pasqua celebrava la risurrezione del mondo e della natura in primavera, allora la Pentecoste ebraica era la festa del passaggio della primavera verso l’estate, celebrando la vittoria del sole e della luce, la festa della pienezza cosmica. Ma nell’Antico Testamento, una festa comune a tutte le società umane acquisisce un nuovo significato: diventa la commemorazione annuale della salita di Mosè sul monte Sinai, dove in un indicibile incontro mistico, Dio rivela se stesso, entrando in un’Alleanza, dando i Comandamenti, e promettendo la Salvezza. In altri termini, la religione cessò di essere semplicemente naturale, e diventa allora l’inizio della storia: Dio aveva rivelato la Sua Legge, i Suoi Comandamenti, il Suo piano per l’umanità, ed aveva mostrato il cammino. La primavera, l’estate, il ciclo naturale eterno, diventò un segno ed un simbolo non soltanto della natura, ma del destino spirituale dell’uomo, e il comandamento di crescere nella pienezza della conoscenza, vita e pienezza perfetta… infine, nell’ultima fase del Vecchio Testamento, con l’insegnamento e la visione dei profeti, questa festa divenne una celebrazione diretta verso l’avvenire, verso la vittoria finale di Dio nella Sua Creazione. Ecco come il profeta Gioele ne parla: <i>“<span style="color: red;">Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito. Farò prodigi nel cielo e sulla terra, sangue e fuoco e colonne di fumo. Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno del Signore, grande e terribile. Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato, poiché sul monte Sion e in Gerusalemme vi sarà la salvezza, come ha detto il Signore, anche per i superstiti che il Signore avrà chiamati”</span></i><span style="color: red;">(Gioele 3, 1-5).</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span">È così che la festa ebraica della Pentecoste è una festa della natura e del cosmo, una festa della storia vista come rivelazione della volontà di Dio per il mondo e gli uomini, una festa del trionfo futuro, della vittoria di Dio sul male e della venuta del grande ed ultimo “Giorno del Signore”. Occorre tenere tutto questo a mente per comprendere come i primi Cristiani hanno sperimentato, compreso e celebrato la loro festa di Pentecoste, e perché è diventata una delle più importanti celebrazioni cristiane.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span">Il Libro degli Atti degli Apostoli, dedicato a narrare la storia dei primi Cristiani e della diffusione iniziale del Cristianesimo, comincia precisamente con il giorno della Pentecoste, descrivendo ciò che si verificò 50 giorni dopo la Risurrezione di Cristo, e 10 giorni dopo la Sua Ascensione al Cielo. Appena prima della Sua Ascensione, Cristo aveva detto ai discepoli di “non allontanarsi da Gerusalemme, ma di aspettarvi il compimento della promessa del Padre, la quale, egli disse, avete udita da me” (Atti 1, 4). Così 10 giorni dopo, secondo il racconto di san Luca: <span style="color: red;"><i>“E quando il giorno della Pentecoste fu giunto, tutti erano insieme nel medesimo luogo. E subito si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, ed esso riempì tutta la casa dov’essi sedevano. E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e se ne posò una su ciascuno di loro. E tutti furon ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi </i>[…]<i> E tutti stupivano ed eran perplessi dicendosi l’uno all’altro: Che vuol esser questo? Ma altri, beffandosi, dicevano: Son pieni di vin dolce”</i> (Atti 2, 1-4; 12-13)</span>.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span">A quelli che assistevano alla scena, ed erano rimasti scettici, l’Apostolo Pietro spiegò il significato dell’evento utilizzando le parole del profeta Gioele citate più su. Dice: <span style="color: red;"><i>“Ma questo è ciò che fu detto dal profeta Gioele: ‘E avverrà negli ultimi giorni, dice Dio, che spanderò del mio Spirito sopra ogni carne’ ”</i> (Atti 2, 16-17).</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span">Di conseguenza, per il Cristiano, la festa della Pentecoste è il completamento di tutto ciò che Cristo ha compiuto. Cristo ha insegnato a proposito del Regno di Dio, ed ecco, ora è aperto! Cristo ha promesso che lo Spirito di Dio avrebbe rivelato la verità, e anche questo, si è compiuto. Il mondo, la storia, la vita, il tempo, tutti sono illuminati dalla luce finale, trascendente, tutti sono riempiti del significato ultimo. L’ultimo e grande giorno del Signore è cominciato!</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left; text-indent: 35.4pt;">
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i style="text-align: left; text-indent: 35.4pt;"><b>Protopresbitero Alexander Schmemann</b></i></div>
</div>
<span class="Apple-style-span"></span><br />
<div align="center" class="MsoNoSpacing" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.0pt;"><br /></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNoSpacing" style="text-align: center;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 13pt;"><b>APOLITIKION<o:p></o:p></b></span></div>
<div align="center" class="MsoNoSpacing" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: center;">
<div align="center" style="line-height: 14.6pt; text-indent: 8.05pt;">
<b><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="color: red;">Εὐλογητὸς εἶ,
Χριστὲ ὁ Θεὸς ἡμῶν, ὁ πανσόφους τοὺς ἁλιεῖς ἀναδείξας, καταπέμψας αὐτοῖς τὸ Πνεῦμα τὸ ἅγιον, καὶ δι' αὐτῶν τὴν οἰκουμένην σαγηνεύσας, φιλάνθρωπε, δό</span><span style="color: red;">ξα σοι.</span><span style="color: #112211; font-style: italic;"><o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" style="line-height: 14.6pt; text-indent: 8.05pt;">
<span style="color: #112211;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 14.6pt; text-align: center; text-indent: 8.05pt;">
<b><i><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">B</span><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">enedetto
sei Tu, o Cristo Dio nostro, che hai mostrato sapienti i pescatori per aver
mandato lo Spirito Santo, e per mezzo di essi hai preso nelle reti il mondo; o
amico degli uomini, gloria a te.</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 9pt;"><o:p></o:p></span></i></b></div>
</div>
<b><i><span class="Apple-style-span">
</span>
</i></b><br />
<div style="text-align: center;">
<b><i><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="349" src="http://www.youtube.com/embed/aAdjLZKITiY" width="425"></iframe></i></b></div>
<br />
<div>
<br />
<div>
<br /></div>
</div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-23470599337164597362015-05-23T07:51:00.005-07:002015-05-23T07:51:44.883-07:00L’invocazione dello Spirito Santo nella tradizione siro occidentale<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPMQ4hGPBumDCk5qEeHSoYPymqND8Xvh1BPuBCengMpI2el-ht83HSOrquM7ATzUfslU-lB_1YO5Afd0V7chBjjN4OUCvNvid5KPkMtIpNKSUsqnkDv8RdMtnNiFCXQSUESTCnTmD9xHA/s1600/Miniatura+della+Pentecoste+II.+Evangeliario+siriaco%252C+XIII+secolo.+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPMQ4hGPBumDCk5qEeHSoYPymqND8Xvh1BPuBCengMpI2el-ht83HSOrquM7ATzUfslU-lB_1YO5Afd0V7chBjjN4OUCvNvid5KPkMtIpNKSUsqnkDv8RdMtnNiFCXQSUESTCnTmD9xHA/s400/Miniatura+della+Pentecoste+II.+Evangeliario+siriaco%252C+XIII+secolo.+1.jpg" width="270" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><span style="color: #274e13;">Miniatura della Pentecoste II. Evangeliario siriaco, XIII secolo. 1</span></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><span style="color: #274e13;"><br /></span></i></b></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: center;">
<b><i><span style="color: red; font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12.5pt; mso-ansi-language: IT;">Infuocati dallo Spirito </span></i></b><b><span style="color: red; font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12.5pt; mso-ansi-language: IT;"><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: center;">
<b><i><span style="color: red; font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12.5pt; mso-ansi-language: IT;"><br /></span></i></b></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12.5pt; mso-ansi-language: IT;"> La tradizione liturgica della Chiesa siro occidentale,
chiamata anche Chiesa siro antiochena, possiede un’abbondante patrimonio di
testi di anafore eucaristiche, una settantina nell’insieme, di cui una ventina
soltanto edite finora. Testi di attribuzione e paternità molto varia: san
Giacomo primo vescovo di Gerusalemme, san Marco, san Giovanni Evangelista,
Dodici Apostoli, Gregorio di Nazianzo, Severo di Antiochia, Dioscoro, Giacomo
di Sarug, cioè nomi di apostoli, e di santi padri legati molti di essi alla
tradizione cristologica di questa Chiesa. Ci soffermiamo in modo particolare nell’epiclesi
che si trova in alcune di queste anafore, cioè la preghiera di invocazione
dello Spirito Santo sul pane e sul vino affinché diventino il Corpo ed il
Sangue di Cristo. In tutti i testi anaforici è sempre lo Spirito Santo colui
che è invocato per la consacrazione del pane e del vino, allo stesso modo che è
Lui che santifica e consacra l’acqua battesimale e l’olio santo. Filosseno di
Mabbug, vescovo siriaco nel VI secolo, dirà che: “I misteri appaiono agli occhi
degli uomini come semplici cose, ma per l’irruzione dello Spirito Santo
ricevono una forza soprannaturale; l’acqua, da una parte, diventa grembo
materno che genera dei figli alla vita dello Spirito. L’olio riceve la forza
santificatrice che unge e consacra allo stesso tempo corpo ed anima; il pane ed
il vino diventano il Corpo ed il Sangue del Figlio di Dio fatto uomo<i>”. </i>Il
tema dell’acqua come grembo e il battesimo come nascita è un aspetto molto tipico
della teologia siriaca; inoltre ci troviamo di fronte ad una forza e ad una presenza
misteriosa che agisce ed opera nell’eucaristia; si tratta di una trasformazione
e di una presenza divina dello Spirito Santo. Efrem, in una omelia sulla
Settimana Santa afferma: “Voi mangerete una Pasqua pura ed immacolata, un pane
lievitato e perfetto che lo Spirito Santo ha preparato e ha fatto cuocere, un
vino mescolato di fuoco e di Spirito: il Corpo ed il Sangue di Dio, che fu
vittima per tutti gli uomini”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12.5pt; mso-ansi-language: IT;">Nelle anafore il
sacerdote, dopo la narrazione dell’istituzione dell’eucaristia, invoca lo
Spirito Santo sui doni e sulla comunità ecclesiale: “Ancora ti chiediamo,
Signore di tutto e Dio delle potenze sante, prostrandoci davanti a te sul
nostro volto, di mandare il tuo Spirito Santo su queste offerte qui poste…. E
rivela che questo pane è il Corpo prezioso del nostro Signore Gesù Cristo… E
che questo calice è il Sangue del nostro Signore Gesù Cristo…. Perché questi
santi sacramenti siano per tutti coloro che ne prenderanno: vita, risurrezione,
remissione dei peccati, guarigione dell'anima e del corpo, illuminazione
dello spirito, giustificazione davanti al tremendo tribunale del tuo Cristo…”
(Dodici Apostoli). Nell’anafora di san Giacomo troviamo ben presente tutta la
teologia dello Spirito Santo sviluppatasi nella seconda metà del IV secolo, in
tre aspetti ben concreti, cioè in quello che lo Spirito Santo è: “il tuo
Santissimo Spirito, che è Signore e dà la vita, assiso sul trono insieme con
te, Dio e Padre, e con l’unigenito Figlio tuo, che regna con te, della stessa
sostanza, coeterno, che ha parlato nella legge, nei profeti e nel Nuovo
Testamento...”. Poi in quello che lo Spirito fa, cioè la santificazione dei doni:
“Affinché per la sua venuta faccia di questo pane il Corpo di Cristo... E di
quello che è mescolato in questo calice il Sangue di Cristo...”. Quindi in quello
che i Santi Doni diventano per i fedeli e per la Chiesa: “Affinché questi
misteri diano a coloro che li ricevono e ne partecipano, santità dell’anima e
del corpo, e producano in essi frutti di buone opere, raffermino la tua santa
Chiesa, che tu hai fondato sulla roccia della fede, e contro di essa le porte
degli inferi non prevarranno, preservandola da ogni eresia e degli scandali di
coloro che trasgrediscono la fede…”. Quindi da sottolineare la dimensione ecclesiologica
della teologia dello Spirito Santo nelle anafore siriache: la santificazione
adoperata dallo Spirito sui Santi Doni è in vista alla santificazione dei
fedeli, alla purificazione delle loro mancanze e al perdono dei loro peccati.
Inoltre nell’anafora attribuita a san Giovanni Evangelista, troviamo una
triplice epiclesi, sul sacerdote, sui doni e sui fedeli: “Signore, pieno di
bontà e di misericordia, abbi pietà di me e manda su di me e su queste offerte
il tuo Spirito vivente, santo e vivificante… Che lui discenda su questi misteri
e li santifichi, affinché una volta sceso faccia di questo pane il Corpo di
Cristo nostro Dio, e di questo calice il sangue dello stesso Cristo nostro Dio.
Affinché questi misteri purifichino i cuori di coloro che ne parteciperanno,
rendano spirituali i loro pensieri e santifichino le loro anime…”. Riprendendo
l’immagine dello Spirito Santo adoperata nel testo sopra citato di sant’Efrem,
Lui è il fuoco nascosto che avvolge il sacerdote che adopera il sacrificio; il
fuoco che sorvola l’altare e che discende sui doni all’epiclesi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12.5pt; mso-ansi-language: IT;">Lo Spirito Santo quindi
come fuoco, ed i suoi effetti. Gli autori siriaci parleranno del calore, della lievitazione,
della cottura, dell’incandescenza..., applicate allo Spirito Santo, come
simboli di realtà spirituali. Parlando dello Spirito Santo come fuoco, vogliono
sottolineare l’opera divina dello Spirito Santo per mezzo dei Santi Doni:
diventati infuocati nello Spirito Santo, per mezzo di essi i fedeli sono
vivificati e ricevono i doni dell’immortalità. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12.5pt; mso-ansi-language: IT;"> All’invocazione del sacerdote, quindi, lo Spirito Santo,
donatore di vita, scende sulle offerte collocate sull’altare e che
rappresentano Cristo messo nella tomba. In qualche modo si può dire che il
sacerdote invoca lo Spirito Santo affinché renda presente la risurrezione di
Cristo sull’altare; cioè dia al Corpo di Cristo messo nella tomba l’immortalità,
l’incorruttibilità e lo faccia diventare, come abbiamo letto nell’epiclesi dell’anafora
di san Giacomo: “Corpo datore di vita, Corpo che dà la salvezza alle nostre
anime e ai nostri corpi, Corpo del Signore, Dio grande e Salvatore nostro Gesù
Cristo”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12.5pt; mso-ansi-language: IT;">P. Manuel Nin, Pontificio
Collegio Greco, Roma<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Courier New"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br clear="all" style="mso-special-character: line-break; page-break-before: always;" />
</span>
</div>
<div class="MsoNoSpacing">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><span style="color: #274e13;"><br /></span></i></b></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-80886829472580970942015-05-14T08:00:00.000-07:002015-05-14T03:36:21.426-07:00L’Ascensione del Signore. Iconografia e innografia nella tradizione bizantina.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuYC721leI8Dymw25kX7xbAjAApt8Civ0qyiPR8JE4rcwPnMy6d8R1CP-lBrdOuPLAXdsnqtuCbGX-OEZCTxhS9KtjOAm7resacTutXT28H7n8kU_2n00wLxzYo4DzL2OCAVdArHoBkT0/s1600/Ascensione+del+Signore.+XVII+secolo.+Latakia+(Siria).bmp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuYC721leI8Dymw25kX7xbAjAApt8Civ0qyiPR8JE4rcwPnMy6d8R1CP-lBrdOuPLAXdsnqtuCbGX-OEZCTxhS9KtjOAm7resacTutXT28H7n8kU_2n00wLxzYo4DzL2OCAVdArHoBkT0/s320/Ascensione+del+Signore.+XVII+secolo.+Latakia+(Siria).bmp" width="251" /></a></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="font-family: 'Comic Sans MS';"><i><br /></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><i><span style="font-size: 13.0pt;">Tu
che per me come me ti sei fatto povero…<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
La festa dell’Ascensione del Signore si celebra il quarantesimo giorno dopo la
sua risurrezione, cioè il giovedì della sesta settimana di Pasqua. L'icona
della festa riprende due testi del Nuovo Testamento: Lc 24,50-53: Poi il
Signore condusse i discepoli fuori e alzate le mani li benedisse. Mentre li
benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo... e Atti
1,9-11: ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero:
Questo Gesù che è stato assunto di tra voi... tornerà un giorno... Si
tratta senz’altro dell'icona dell'Ascensione del Signore, ma anche l’icona
della sua seconda venuta. L'immagine è divisa in due parti ben distinte: quella
superiore dove si vede Cristo assiso su un trono, ascendente e immobile nella
sua gloria, sostenuto da due angeli. Nella parte inferiore l’icona colloca la
Madre di Dio in mezzo ai discepoli, tra cui c’è Pietro a destra e Paolo a
sinistra, e due angeli in bianche vesti. L'icona dell'Ascensione –e la stessa
festa dell'Ascensione come vedremo nei testi liturgici- contempla Cristo nel
suo innalzarsi, sostenuto dagli angeli. Quindi dalla sua Ascensione fino al suo
ritorno Cristo Signore presiede la sua Chiesa - nell'icona questo è molto
evidente; Lui dal suo trono presiede la Chiesa formata dagli apostoli, presiede
la preghiera della Chiesa. L'atteggiamento di Maria nell’icona è sempre lo
stesso: la preghiera. Lei no guarda in alto -in quasi nessuna icona
dell'Ascensione-, ma guarda di fronte, essa stessa guarda la Chiesa per
ricordarle la necessità della veglia, dell'’attesa, della preghiera. Icona
dell'Ascensione di Cristo, ma anche l'icona della Chiesa nata dalla croce di
Cristo: nell’icona su potrebbe anche legere una croce formata dall’asse verticale
da Cristo a Maria, e l’asse orizzontale che percorre le teste degli angeli in
bianche vesti e gli apostoli stessi; icona della Chiesa che vive da e nella
preghiera della comunità e dalla testimonianza degli apostoli, mentre è nella
attesa del ritorno del suo Signore.</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
L’icona dell'Ascensione e i testi dell'ufficiatura della festa sottolineano
come il Signore, ascendendo in cielo esalta l’umanità da noi assunta: “Tu che,
senza separarti dal seno paterno, o dolcissimo Gesú, hai vissuto sulla terra come
uomo, oggi dal Monte degli Ulivi sei asceso nella gloria: e risollevando,
compassionevole, la nostra natura caduta, l=hai fatta sedere con te accanto al
Padre. Per questo le celesti schiere degli incorporei, sbigottite per il
prodigio, estatiche stupivano e, prese da tremore, magnificavano il tuo amore
per gli uomini…”.</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
L’Ascensione del Signore nei testi della liturgia della festa è sempre pegno
della sua promessa e della missione dello Spirito Santo. L’icona della festa
della Pentecoste infatti riprenderà quasi uguale la parte inferiore dell'icona
dell'Ascensione: in ambedue vediamo la Madre di Dio e gli apostoli in
atteggiamento di preghiera contemplando il Cristo ascendente; la Madre di Dio e
gli apostoli, la Chiesa stessa in atteggiamento di preghiere per ricevere il
dono dello Spirito Santo: “Il Signore è asceso ai cieli per mandare il
Paraclito nel mondo. I cieli hanno preparato il suo trono, le nubi il carro su
cui salire; stupiscono gli angeli vedendo un uomo al di sopra di loro. Il Padre
riceve colui che dall'eternità, nel suo seno dimora… Signore, quando gli
apostoli ti videro sollevarti sulle nubi, gemendo nel pianto, pieni di
tristezza, o Cristo datore di vita, tra i lamenti dicevano: O Sovrano, non
lasciare orfani i tuoi servi che tu, pietoso, hai amato nella tua tenera
compassione: mandaci, come hai promesso, lo Spirito santissimo per illuminare
le anime nostre…”.</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
Tutta l’economia della nostra salvezza, il mistero dell'incarnazione del Verbo
di Dio, viene riassunto in uno dei tropari del vespro, che lo presenta con
l’immagine della povertà assunta dal Signore nel suo farsi uomo: “Signore,
compiuto il mistero della tua economia, hai preso con te i tuoi discepoli e sei
salito sul Monte degli Ulivi: ed ecco, te ne sei andato oltre il firmamento del
cielo. O tu che per me come me ti sei fatto povero, e sei asceso là, da dove
mai ti eri allontanato, manda il tuo Spirito santissimo per illuminare le anime
nostre”.</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
Uno dei tropari dell'ufficiatura del vespro canta l’ascensione del Signore
servendosi del salmo 23 nella sua forma dialogica, così come lo troviamo anche
nella stessa notte di Pasqua nella liturgia bizantina: “Mentre tu ascendevi, o
Cristo, dal Monte degli Ulivi, le schiere celesti che ti vedevano, si gridavano
l'un l'altra: Chi è costui? E rispondevano: È il forte, il potente, il potente
in battaglia; costui è veramente il Re della gloria. Ma perché sono rossi i
suoi vestiti? Viene da Bosor, cioè dalla carne. E tu, dopo esserti assiso in
quanto Dio alla destra della Maestà, ci hai inviato lo Spirito Santo per
guidare e salvare le anime nostre”.</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
Icona e festa dell'Ascensione del Signore; icona e festa della sua
seconda venuta. Diversi dei testi del mattutino della festa sottolineano
questo doppio aspetto, commentando quasi iconograficamente l’uno e l’altro: “Uccisa
la morte con la tua morte, o Signore, hai preso con te quelli che amavi, sei
salito al santo Monte degli Ulivi, e di là sei asceso al tuo Genitore, o
Cristo, portato da una nube… Agli apostoli che continuavano a guardare dissero
gli angeli: Uomini di Galilea, perché restate sbigottiti per l'ascensione del
Cristo, datore di vita? Così egli stesso verrà di nuovo sulla terra per
giudicare tutto il mondo, quale giustissimo Giudice…”. Il tropario della festa
raccoglie i diversi aspetti della festa stessa: “Sei asceso nella gloria, o
Cristo Dio nostro, rallegrando i discepoli con la promessa del Santo Spirito:
essi rimasero confermati dalla tua benedizione, perché tu sei il Figlio di Dio,
il Redentore del mondo”.</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: justify;">
<i>P. Manuel
Nin, Pontificio Collegio Greco, Roma.<o:p></o:p></i></div>
</div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="tab-stops: -72.0pt -36.0pt 0cm 36.0pt 72.0pt 108.0pt 144.0pt 180.0pt 216.0pt 252.0pt 288.0pt 324.0pt 360.0pt 396.0pt 432.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"><br /></span></i></span>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: red;"><br /></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="color: red;">APOLITIKION<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: Tahoma;">Ἀ</span>νελήφθης <span style="font-family: Tahoma;">ἐ</span>ν
δόξ<span style="font-family: Tahoma;">ῃ</span>, Χριστ<span style="font-family: Tahoma;">ὲ</span> <span style="font-family: Tahoma;">ὁ</span> Θε<span style="font-family: Tahoma;">ὸ</span>ς <span style="font-family: Tahoma;">ἡ</span>μ<span style="font-family: Tahoma;">ῶ</span>ν, χαροποιήσας το<span style="font-family: Tahoma;">ὺ</span>ς Μαθητάς, τ<span style="font-family: Tahoma;">ῇ</span> <span style="font-family: Tahoma;">ἐ</span>παγγελί<span style="font-family: Tahoma;">ᾳ</span>
το<span style="font-family: Tahoma;">ῦ</span> <span style="font-family: Tahoma;">ἁ</span>γίου
Πνεύματος· βεβαιωθέντων α<span style="font-family: Tahoma;">ὐ</span>τ<span style="font-family: Tahoma;">ῶ</span>ν δι<span style="font-family: Tahoma;">ὰ</span>
τ<span style="font-family: Tahoma;">ῆ</span>ς ε<span style="font-family: Tahoma;">ὐ</span>λογίας,
<span style="font-family: Tahoma;">ὅ</span>τι σ<span style="font-family: Tahoma;">ὺ</span>
ε<span style="font-family: Tahoma;">ἶ</span> <span style="font-family: Tahoma;">ὁ</span>
Υ<span style="font-family: Tahoma;">ἱ</span>ός το<span style="font-family: Tahoma;">ῦ</span>
Θεο<span style="font-family: Tahoma;">ῦ</span>, <span style="font-family: Tahoma;">ὁ</span>
λυτρωτ<span style="font-family: Tahoma;">ὴ</span>ς το<span style="font-family: Tahoma;">ῦ</span> κόσμου.</i></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b>Ascendesti nella
gloria, o Cristo Dio nostro, e rallegrasti i discepoli con la promessa del
Santo Spirito, essendo essi confermati per la tua benedizione, che tu sei il
Figlio di Dio, il Redentore del mondo.</b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"><br /></span></i></span>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"><br /></span></i></span>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"><br /></span></i></span></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-14325833763857176152015-04-04T18:00:00.000-07:002015-04-04T11:26:19.910-07:00Cristo è Risorto<div>
<br /></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7Ai6NlqVIqhucUxKRHzr2Yu841f7BHKhie4PacR50NQXkK3me9hyphenhyphenDdZGMSskzWgmzrGokdAQkWo8icJl0pc7BQW3XxTnmJFNFNAYNGgD6m1-JaDiEOkSjKRIP64m-DEqwLPLJ2l1B6iY/s1600/anastasis.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img alt="" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7Ai6NlqVIqhucUxKRHzr2Yu841f7BHKhie4PacR50NQXkK3me9hyphenhyphenDdZGMSskzWgmzrGokdAQkWo8icJl0pc7BQW3XxTnmJFNFNAYNGgD6m1-JaDiEOkSjKRIP64m-DEqwLPLJ2l1B6iY/s320/anastasis.jpg" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5456009325223939906" style="cursor: hand; cursor: pointer; display: block; height: 212px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 320px;" /></a><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Times New Roman';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">La mia fede in Cristo non deriva dall’opportunità che mi è stata data di partecipare sin dalla prima infanzia alla celebrazione pasquale. Piuttosto la mia fede è nata dalla stessa esperienza del Cristo vivente, perché Pasqua, quella notte unica che riempie di luce, di gioia e di una tale forza vittoriosa, è resa possibile nel saluto: </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">“Cristo è risorto! Veramente è risorto!”</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">. Come e quando è nata? Non lo so, non ricordo. So soltanto che ogni volta che apro l’Evangelo e leggo di Cristo, leggo le sue parole, leggo il suo insegnamento, consapevolmente mi ripeto, con tutto il mio cuore ed il mio essere, ciò che è stato detto da coloro che erano stati inviati per arrestare Cristo, ma che ritornarono dai farisei senza di Lui: </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">“Nessun uomo mai ha parlato come quest’uomo”</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"> (Giovanni 7, 46). Pertanto, quello che so è prima di tutto che l’insegnamento di Cristo è vivo, e che niente sulla terra può essere paragonato ad esso. E questo insegnamento è su di Lui, sulla vita eterna, sulla vittoria sulla morte, su un amore che vince e vince la morte. So bene che in una vita dove tutto sembra così difficile e faticoso, una costante che non cambia mai e mai mi lascia è questa interiore consapevolezza che Cristo è con me. </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">“Non vi lascerò orfani, verrò a voi”</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"> (Giovanni 14, 18). E viene a dare il segno sensibile della sua presenza attraverso la preghiera, con un fremito dell’anima, con una gioia così incomprensibile, e tuttavia molto viva, con la sua misteriosa, ma così certa presenza in chiesa durante le ufficiature e nei sacramenti. Questa esperienza di vita è in continua crescita, questa conoscenza, questa consapevolezza che diventa così evidente, che Cristo è qui e che la sua parola è stata compiuta: </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">chi mi ama, “io lo amo e mi manifesterò a lui”</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"> (Giovanni 14, 21). E sia che mi trovi in mezzo alla folla, o da solo, questa certezza della sua presenza, questa potenza della sua parola, questa gioia della fede in Lui resta con me. Questa è l’unica risposta e l’unica prova.</span><span class="Apple-style-span"><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">“Perché cercate il Vivente fra i morti? Perché piangete in mezzo alla corruzione Colui che non ha conosciuto la corruzione?”</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">. Tutto il Cristianesimo, dunque, è l’esperienza di fede ripetuta ancora e ancora, come se fosse la prima volta, attraverso la sua incarnazione in riti, parole, musica e colori. Al non credente, può effettivamente sembrare come un miraggio; sente solo parole, vede solo incomprensibili cerimonie, e comprende solo esteriormente. Ma per i credenti, tutto questo si irradia dall’interno, e non come prova della propria fede, ma come il suo risultato, così come la sua vita nel mondo, nell’umanità, nella storia. Pertanto, le tenebre e la tristezza del Santo Venerdì sono per noi qualcosa di reale, vivo, contemporaneo; possiamo piangere sotto la croce ed esperire tutto ciò che ha avuto luogo in questo trionfo del male, della slealtà, della codardia e del tradimento; possiamo contemplare il vivificante sepolcro nel Santo Sabato, con entusiasmo e speranza. E quindi, ogni anno possiamo celebrare il periodo pasquale, la Pasqua, la Risurrezione. Perché la Pasqua non è il ricordo di un evento del passato. È l’incontro reale nella felicità e nella gioia, con Colui che i nostri cuori molto tempo fa hanno conosciuto e incontrato come la Vita e la Luce di tutta la luce. La notte di Pasqua testimonia che Cristo è vivo ed è con noi, e che noi siamo vivi con Lui. L’intera celebrazione è un invito a guardare il mondo e la vita, ed ecco il sorgere del mistico giorno del Regno della Luce. </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">“Oggi comincia il profumo della Primavera”</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">, canta la Chiesa, </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">“e la nuova creazione esulta...”</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">. Si esulta nella fede, nell’amore e nella speranza.</span></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"><span style="font-family: Times New Roman;"><span lang="EN-GB"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"> </span></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"><span style="font-family: Times New Roman;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #cc0000;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Questo è il giorno della Risurrezione,</span></span></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"><span style="font-family: Times New Roman;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #cc0000;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">cerchiamo di essere illuminati dalla festa,</span></span></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"><span style="font-family: Times New Roman;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #cc0000;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">abbracciamoci l’un l’altro,</span></span></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"><span style="font-family: Times New Roman;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #cc0000;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">chiamiamo “fratelli” anche quelli che ci odiano,</span></span></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"><span style="font-family: Times New Roman;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #cc0000;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">e perdoniamo tutti a motivo della Risurrezione,</span></span></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"><span style="font-family: Times New Roman;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #cc0000;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">e così gridiamo: Cristo è risorto dai morti,</span></span></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"><span style="font-family: Times New Roman;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #cc0000;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">ha calpestato la morte con la morte,</span></span></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"><span style="font-family: Times New Roman;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #cc0000;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">e a chi giace nei sepolcri ha donato la vita.</span></span></i></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"><span style="font-family: Times New Roman;"><i><span class="Apple-style-span" style="color: #cc0000;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><br /></span></span></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.4pt;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="color: #cc0000;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"> </span></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"><span style="font-family: Times New Roman;"><b><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;">Cristo è risorto!</span></span></b></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica; font-size: medium;"><span style="font-family: Times New Roman;"><b><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: large;"><br /></span></span></b></span></span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica;"><span style="font-family: Times New Roman;"><b><i><span class="Apple-style-span" style="color: #3333ff;"><span class="Apple-style-span">Padre Alexander Schmemann</span></span></i></b></span></span></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-64197952604065818122015-04-04T11:33:00.000-07:002015-04-04T11:33:45.789-07:00Χριστός ανέστη - Cristo è risorto<div style="text-align: center;">
<br />
<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLcwY2YSYPQH0rZsf5sL8I-gGCxGD2wAc0cdRdAPj4Fhp-CMwO9gFBGQWm8FCY7hb9fu-WIK8RN_pQQjXHiz7B4Eislmew_WChLvbR3ry28fV_wRyYsd0Cx3l8SexTVbIG4ujXnc1oRnI/s400/ChristosAnestiLaserCardweb%5B1%5D.jpg" height="293" width="400" /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="390" src="http://www.youtube.com/embed/NY-RLryio_8" title="YouTube video player" width="640"></iframe><br />
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3423938544685766267.post-65670381246576880492015-04-04T07:30:00.000-07:002015-04-04T06:04:43.592-07:00Il Grande e Santo Sabato<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center;">
<div align="center" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<b><i><span style="color: #cc0000; font-size: 13.5pt; font-variant: small-caps;"><br /></span></i></b></div>
<div align="center" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<b><i><span style="color: #cc0000; font-size: 13.5pt; font-variant: small-caps;">Questo è il
Benedetto Sabato</span></i></b><span style="font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div align="center" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.5pt;">Il “Grande e Santo sabato” è il giorno che
collega il Santo Venerdì, la commemorazione della Croce, con il giorno della
Risurrezione di Cristo. Per molti la vera natura e il significato di questa
“connessione”, la stessa necessità di questo “giorno intermedio”, rimane
oscuro. Per una buona maggioranza di fedeli, i giorni “importanti” della Santa
Settimana sono Venerdì e Domenica, la Croce e la Risurrezione. Questi due
giorni, tuttavia, restano in qualche modo “disconnessi”. Vi è un giorno di
dolore, e poi, vi è il giorno della gioia. In questa sequenza, il dolore è
semplicemente sostituito dalla gioia… Ma secondo l’insegnamento della Chiesa,
espresso nella sua tradizione liturgica, la natura di tale sequenza non è
quella di una semplice sostituzione. La Chiesa proclama che Cristo “ha
calpestato la morte con la morte”. Ciò significa che, anche prima della
risurrezione, ha luogo un evento in cui il dolore non è semplicemente
sostituito dalla gioia, ma è trasformato in gioia. Il Grande Sabato è
precisamente questo giorno di trasformazione, il giorno in cui la vittoria
cresce da dentro alla disfatta, quando prima della Risurrezione, ci è dato di
contemplare la morte della stessa morte... tutto questo è espresso, e ancor di
più, tutto questo in realtà avviene ogni anno in questa meravigliosa
ufficiatura mattutina, in questa commemorazione liturgica che diventa per noi
una salvezza e una trasformazione attuale.<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<b><i><span style="font-size: 12.5pt;">Salmo 118 – L’amore per la Legge di Dio</span></i></b><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.5pt;">Giungendo alla Chiesa per il Mattutino del
Santo Sabato, il Venerdì è stato liturgicamente appena completato. Il dolore
del Venerdì è, quindi, il tema iniziale, il punto di partenza del Mattutino del
Sabato. Si comincia come un’ufficio funebre, come un lamento su un corpo morto.
Dopo il canto dei tropari del funerale e una lenta incensazione della chiesa, i
celebranti appressano l’Epitaphion. Siamo alla tomba di nostro Signore,
contempliamo la sua morte, la sua sconfitta. Il Salmo 118 è cantato e ad ogni
versetto si aggiunge una speciale “ode”, che esprime l’orrore degli uomini e di
tutta la creazione prima della morte di Gesù:<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.5pt;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">O colline e valli,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">la moltitudine degli uomini,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">e la creazione tutta, piangete e fate
lamento con me,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">la Madre del vostro Dio.</span></i><span class="apple-converted-space"><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;"> </span></span><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">(I: 69)</span><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 35.4pt;">
<span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 12.5pt;">E ancora, fin dall’inizio, insieme con
questo iniziale tema del dolore e del pianto, fa la sua comparsa un nuovo tema
che diventerà sempre più evidente. Ritroviamo tutto ciò, prima di tutto, nel
Salmo 118 – “Beati coloro la cui strada è innocente, che camminano nella legge
del Signore. Nella nostra prassi liturgica odierna questo salmo è utilizzato
solo per l’ufficiatura del “funerale”, quindi per il credente medio ha una
connotazione “funebre”. Ma nella tradizione liturgica antica questo salmo
costituiva una delle parti essenziali della veglia della Domenica, la commemorazione
settimanale della Risurrezione di Cristo. Il suo contenuto non è in tutto
“funebre”. Questo salmo è la più pura e massima espressione di amore per la
legge di Dio, vale a dire, per il disegno Divino sull’uomo e sulla sua vita. La
vera vita, quella che l’uomo ha perso con il peccato, consiste nel
mantenimento, nel compimento della Legge divina, che è la vita con Dio, in Dio
e per Dio, per cui l’uomo è stato creato.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Gioisco seguendo le tue testimonianze,
come se possedessi tutte le ricchezze...</span></i><span class="apple-converted-space"><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;"> </span></span><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">(v. 14)</span><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Mi diletterò nei tuoi statuti...</span></i><span class="apple-converted-space"><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;"> </span></span><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">(v. 16)</span><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 12.5pt;">E poiché Cristo è l’immagine
dell’adempimento perfetto di questa legge, dal momento che tutta la sua vita
non ha avuto altro “contenuto”, se non il compimento della volontà del Padre
suo, la Chiesa interpreta questo salmo come le parole di Cristo stesso, dette a
suo Padre dalla tomba.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Vedi come amo i tuoi precetti! Signore,
dammi la vita secondo la tua bontà...</span></i><span class="apple-converted-space"><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;"> </span></span><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">(v. 159)</span><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 12.5pt;">La morte di Cristo è l’ultima prova del
suo amore per la volontà di Dio, della sua obbedienza al Padre. Si tratta di un
atto di pura obbedienza, di piena fiducia nella volontà del Padre, e per la
Chiesa è proprio questa obbedienza fino alla fine, questa perfetta umiltà del
Figlio che costituisce il fondamento, l’inizio della Sua vittoria. Il Padre chiede
questa morte, il Figlio la accetta, rivelando una incondizionata fiducia nella
perfetta volontà del Padre, nella necessità di questo sacrificio del Figlio
chiesto dal Padre. Il 118 è il salmo di tale obbedienza, e quindi l’annuncio
che nell’obbedienza il trionfo è iniziato.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 12.5pt;"><br /></span></div>
<div align="center" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<b><i><span style="font-size: 12.5pt;">L’incontro con la morte</span></i></b><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div align="center" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<b><i><span style="font-size: 12.5pt;"><br /></span></i></b></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 12.5pt;">Ma perché il Padre chiede questa morte?
Perché è necessaria? La risposta a questa domanda costituisce il terzo tema
della nostra ufficiatura, che appare prima nelle “lodi”, che seguono ogni
versetto del Salmo 118. Esse descrivono la morte di Cristo come la sua discesa
nell’Ade. “Ade” nel linguaggio biblico significa concretamente il regno della
morte, che Dio non ha creato e che non vuole, ma significa anche che il
principe di questo mondo è onnipotente nel mondo. Satana, il peccato, la morte
– sono queste le “dimensioni” dell’Ade, il suo contenuto. Il peccato proviene
da Satana e la Morte è il risultato del peccato – “il peccato è entrato nel
mondo, e per mezzo del peccato la morte” (Romani 5, 12), “La morte ha regnato
da Adamo a Mosè” (Romani 5, 14), l’intero universo è divenuto un cimitero
cosmico, è stato condannato alla distruzione e disperazione. Ed è per questo
che la morte è “l’ultimo nemico” (I Corinzi 15, 20) e la sua distruzione
costituisce il fine ultimo della Incarnazione. Questo incontro con la morte è
l’“ora” di Cristo, della quale ha detto “per quest’ora sono venuto”. (Giovanni
12, 27). Adesso, quest’ora è venuta e il Figlio di Dio entra nella Morte. I
Padri sono soliti descrivere questo momento come un duello tra Cristo e la
Morte, tra Cristo e Satana. Per questo la morte doveva essere l’ultimo trionfo
di Satana, o la sua decisiva sconfitta. Il duello si evolve in diverse tappe.
In un primo momento, le forze del male sembrano trionfare. Colui che è Giusto
viene crocifisso, abbandonato da tutti, e soffre una morte vergognosa. Egli
inoltre diviene partecipe dell’“Ade”, di questo luogo di tenebre e
disperazione… ma è in questo momento che viene rivelato il vero significato di
questa morte. Colui che muore sulla croce ha la Vita in Sé stesso, vale a dire,
egli non ha la vita come un dono ricevuto dall’esterno, un dono che quindi può
essergli portato via, ma come Sua propria essenza. Egli è la vita e la Sorgente
di tutta la vita. “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini”.
L’uomo Gesù muore, ma questo Uomo è il Figlio di Dio. Come uomo, Egli può
veramente morire, ma in Lui, Dio stesso entra nel regno della morte, partecipa
della morte. È questo l’unico, l’incomparabile significato della morte di
Cristo. In essa, l’uomo che muore è Dio, o per essere più esatti, il Dio-Uomo.
Dio è il Santo Immortale; e solo nell’unità “senza confusione, senza
cambiamento, senza divisione, senza separazione” del Dio e dell’Uomo in Cristo
la morte umana può essere “assunta” da Dio e superata e distrutta dall’interno,
può essere “calpestata dalla morte”.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 12.5pt;"><br /></span></div>
<div align="center" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<b><i><span style="font-size: 12.5pt;">La morte è sconfitta dalla Vita</span></i></b><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div align="center" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<b><i><span style="font-size: 12.5pt;"><br /></span></i></b></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 12.5pt;">Ora si comprende il motivo per cui Dio
vuole quella morte, perché il Padre dona il Suo Figlio Unigenito ad essa. Egli
vuole la salvezza degli uomini, vale a dire, che la distruzione della morte non
deve essere un atto della sua potenza (“Credi forse che io non potrei pregare
il Padre mio che mi manderebbe in questo istante più di dodici legioni
d’angeli?” Matteo 26, 53), non una violenza, anche se per la salvezza, ma un
atto di quell’amore, di quella libertà e di quella libera dedizione a Dio
attraverso cui Egli ha creato l’uomo. Perché qualsiasi altra salvezza sarebbe
stata in contrasto con la natura dell’uomo, e, quindi, non una vera e propria
salvezza. Di qui la necessità dell’Incarnazione e la necessità di quella morte
Divina. In Cristo, l’uomo ristabilisce l’obbedienza e l’amore. In Lui, l’uomo
vince il peccato e il male. Era essenziale che la morte non venisse distrutta
solo da Dio, ma vinta e calpestata dalla stessa natura umana, dall’uomo e
attraverso l’uomo. “Poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche
per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti” (I Corinzi 15, 21).
Cristo accetta liberamente la morte; della sua vita Egli dice che “nessun uomo
me la toglie, ma io la depongo da me” (Giovanni 10, 18). Non lo fa senza una
lotta: “e cominciò a essere triste e angosciato” (Matteo 26, 37). Qui è
compiuta la misura della sua obbedienza e, quindi, qui avviene la distruzione
della causa morale della morte, della morte come riscatto per il peccato.
L’intera vita di Gesù è in Dio, come ogni vita umana deve essere, ed è questa
pienezza di vita, questa vita piena di significato e di contenuti, piena di
Dio, che vince la morte, distrugge il suo potere. Per la morte è, soprattutto,
una mancanza di vita, una distruzione della vita che ha tagliato da sé la sua
unica fonte. E poiché la morte di Cristo è un movimento di amore verso Dio, un
atto di obbedienza e di fiducia, di fede e di perfezione – essa è un atto di
vita (“Padre nelle tue mani consegno il mio spirito”, Luca 23, 46) che
distrugge la morte. È la morte della morte stessa.Tale è il significato della
discesa di Cristo nell’Ade, della Sua morte divenuta la Sua vittoria. E la luce
di questa vittoria ora illumina la nostra veglia di fronte la Tomba.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 12.5pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">O Vita, come puoi Tu morire?</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Come puoi Tu abitare in una tomba?</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Eppure, con la tua morte, Tu hai
distrutto il regno della morte,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">e hai sollevato tutti morti dagli
inferi.<span class="apple-converted-space"> </span></span></i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">(1:2)</span><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">In una tomba, o Cristo,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">hanno posto Te, la Vita.</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Con la tua morte hai rigettato la
potenza della morte</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">e diventa fonte di vita per tutto il
mondo.<span class="apple-converted-space"> </span></span></i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">(1:7)</span><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">O, quanto è grande la gioia,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">come la gioia piena,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Tu che hai portato ai prigionieri
dell’Ade,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">come un fulmine lampeggiante nella sua
cupa profondità.<span class="apple-converted-space"> </span></span></i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">(1:49)</span><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 12.5pt;">La vita entra nel Regno della morte. La
Divina Luce splende nelle sue terribili tenebre. Essa risplende per tutti
coloro che sono lì, perché Cristo è la vita di tutti, l’unica sorgente di ogni
vita. Di conseguenza anche muore per tutti, dato che ciò che accade alla Sua
vita – avviene nella Vita stessa... Questa discesa nell’Ade è l’incontro della
Vita di tutti con la morte di tutti:<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;"><br /></span></i></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Desiderando salvare Adamo,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Tu scendesti sulla terra.</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Non trovandolo sulla terra, o Signore,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: center; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Tu scendesti nell’Ade in cerca di lui.<span class="apple-converted-space"> </span></span></i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">(1:25)</span><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 12.5pt;">Il dolore e la gioia sono in lotta tra
loro e adesso la gioia è sul punto di vincere. Le “lodi” sono terminate. Il
dialogo, il duello tra la vita e la morte arriva alla sua conclusione. E, per
la prima volta, il canto di vittoria e di trionfo, il canto di gioia risuona. E
risuona nei “tropari al Salmo <st1:metricconverter productid="118”" w:st="on">118”</st1:metricconverter>,
cantati in ogni vigilia della Domenica, all’approssimarsi del giorno della
Risurrezione:<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Le angeliche schiere furono piene di
stupore quando videro Te tra i morti! Con la distruzione del potere della morte,
o Salvatore, Tu rialzasti Adamo e salvasti tutti gli uomini dall’inferno!</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Nella tomba il radioso angelo gridava
alle mirofore, “Perché, o donne, mescolate alla mirra le vostre lacrime?
Guardate il sepolcro e comprendete: il Salvatore è risorto dai morti!”.</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div align="center" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<b><i><span style="font-size: 12.5pt;">La Tomba Vivificante</span></i></b><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div align="center" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<b><i><span style="font-size: 12.5pt;"><br /></span></i></b></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.5pt;">Dopo viene il bel Canone del Grande
Sabato, in cui ancora una volta tutti i temi di questa ufficiatura dal lamento
funebre alla vittoria sulla morte sono ripresi e approfonditi, e che termina
con questo ordine:<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Si rallegri la creazione! Tutti i nati
sulla terra, si rallegrino! Perché l’odioso inferno è stato spogliato. Lasciate
venire incontro a me le donne con la mirra; perché Io sono il Redentore di
Adamo ed Eva e di tutti i loro discendenti, e il terzo giorno risorgerò!</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.5pt;">“E il terzo giorno risorgerò!”. Da ora
l’ufficiatura si illumina della gioia pasquale. Siamo ancora in piedi davanti
alla Tomba, ma ci è stata rivelata come la Tomba vivificante. La vita riposa in
essa, una nuova creazione è stata generata, e ancora una volta, il Settimo
Giorno, il giorno del riposo del Creatore da tutte le sue opere. “La vita dorme
e tremano gli inferi" – e noi contempliamo, in questo benedetto sabato, la
solenne quiete di Colui che ci porta di nuovo la vita: “Venite, vediamo la
nostra vita che giaceva nel sepolcro…”. Il senso pieno, la profondità mistica
del Settimo Giorno, come il giorno del compimento, il giorno di realizzazione è
ora rivelato, perché<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Il grande Mosè misticamente prefigurò
questo giorno, quando ha detto,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Dio benedisse il settimo giorno.</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Questo è il Benedetto sabato;</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">questo è il giorno di riposo,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">in cui il Figlio Unigenito di Dio si
riposò da tutte le sue opere.</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Patendo la morte, per realizzare il
disegno di salvezza,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Ha mantenuto il Sabato nella carne;</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">tornando di nuovo a ciò che Egli è
stato,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Egli ci ha concesso la vita eterna con
la Sua risurrezione,</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">perchè Egli solo è buono, e ha amore per
l’uomo.</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.5pt;">Ora facciamo il giro della Chiesa in una
solenne processione con l’Epitaphion, ma non si tratta di una processione
funebre. È il Figlio di Dio, il Santo immortale, che procede attraverso le
tenebre dell’Ade, annunciando a “tutte le generazioni di Adamo” la gioia della
futura risurrezione. “Sorgendo prima della notte”, Egli proclama, “i morti si
solleveranno, quelli nelle tombe si sveglieranno, e tutti coloro che sono sulla
terra gioiranno pienamente”.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.5pt;"><br /></span></div>
<div align="center" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<b><i><span style="font-size: 12.5pt;">L’Attesa della Vita</span></i></b><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div align="center" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<b><i><span style="font-size: 12.5pt;"><br /></span></i></b></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.5pt;">Si ritorna alla Chiesa. Conosciamo già il
mistero della vita della vivificante morte Cristo. L’Ade è distrutto. L’Ade
trema.<span class="apple-converted-space"> </span>E ora appare l’ultimo tema
– il tema della Resurrezione.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.5pt;">Il Sabato, il settimo giorno, realizza e
completa la storia della salvezza, il suo ultimo atto è la sconfitta della
morte. Ma dopo il Sabato arriva il primo giorno di una nuova creazione, di una
nuova vita che nasce dalla tomba. Il tema della Risurrezione è inaugurato nel
Prokeimenon:<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Sorgi, o Signore, e aiutaci! Liberaci
per amore del tuo Nome. Abbiamo sentito con le nostre orecchie, o Dio...</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.5pt;">E prosegue nella prima lettura: la
profezia di Ezechiele sulle ossa secche (cap. 37). “…ecco erano numerosissime
sulla superficie della valle, ed erano anche molto secche”. È la morte a
trionfare nel mondo, il buio, la disperazione di questa universale condanna a
morte. Ma Dio parla al profeta. Egli annuncia che questa sentenza non è il
destino ultimo dell’uomo.<span class="apple-converted-space"> </span>Le ossa
secche ascolteranno le parole del Signore. I morti vivranno di nuovo.<span class="apple-converted-space"> </span>“Ecco, io aprirò le vostre tombe, vi
tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi ricondurrò nel paese
d’Israele”. A seguito di questa profezia viene il secondo prokeimenon – con lo
stesso appello, la stessa preghiera:<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Sorgi, Signore mio Dio, alza la tua
mano! …</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.5pt;">Come è successo, come è possibile questa
risurrezione universale? La seconda lettura (I Corinzi 5, 6; Galati 3, 13-14)
dà la risposta: “un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta...”, Cristo,
nostra Pasqua, è questo fermento della risurrezione di tutti. Come la sua morte
distrugge il principio stesso della morte, la sua risurrezione è il segno della
risurrezione di tutti, perché la sua vita è la sorgente di ogni vita. E i versi
dell’“Alliluia”, gli stessi versi che apriranno il servizio di Pasqua,
sanciscono questa risposta definitiva, la certezza che il tempo della nuova
creazione, il giorno senza tramonto, è iniziato:<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<i><span style="color: #cc0000; font-size: 12.5pt;">Alliluia! Alliluia! Sorga Dio! I suoi
nemici si disperdano! Fuggano davanti a lui quelli che lo odiano... Alliluia!
Alliluia! Come si disperde il fumo, tu li disperdi, come fonde la cera di fronte
al fuoco!</span></i><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: start;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-size: 12.5pt;">La lettura delle profezie è finita.
Eppure, abbiamo sentito solo profezie. Siamo ancora nel Grande Sabato di fronte
alla tomba di Cristo, e dobbiamo vivere questo lungo giorno, prima di sentire a
mezzanotte: “Cristo è risorto”, prima di entrare nella celebrazione della Sua
Risurrezione. Così, la terza lettura – Matteo 27, 62-66 – che completa
l’ufficio, ci dice ancora una volta di più sulla Tomba – che “assicurarono il
sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia”.<span class="apple-converted-space"> </span>Ma è qui, probabilmente, alla fine del
Mattutino, che il senso ultimo di questo “giorno intermedio” si manifesta.
Cristo è risuscitato dai morti, la Sua Risurrezione si celebrerà il Giorno di
Pasqua. Questa celebrazione, tuttavia, commemora un evento del passato, e anticipa
un mistero del futuro. È già la Sua Risurrezione, ma non ancora la nostra.<span class="apple-converted-space"> </span>Dovremo morire, accettare la morte, la
separazione, la distruzione.<span class="apple-converted-space"> </span>La
nostra realtà in questo mondo, in questo “aeon”, è la realtà del Grande Sabato,
questo giorno è la vera immagine della nostra condizione umana. Noi crediamo
nella risurrezione, perché Cristo è risorto dai morti. Noi aspettiamo la
risurrezione. Sappiamo che la morte di Cristo non è più la disperazione, la
conclusione ultima di tutto. Battezzati nella sua morte, già partecipiamo della
sua vita, che è venuta fuori dalla tomba. Noi riceviamo il suo Corpo e Sangue,
che sono il cibo di immortalità. Abbiamo in noi stessi il segno,
l’anticipazione della vita eterna. Tutta la nostra Cristiana esistenza è
misurata da questi atti di comunione per la vita del “nuovo aeon” del Regno, e
noi siamo ancora qui, e la morte è nostra inevitabile parte.Ma questa vita tra
la Risurrezione di Cristo e il giorno della risurrezione comune, non è proprio
la vita nel Grande Sabato? Non è l’attesa la categoria di base ed essenziale
dell’esperienza cristiana?<span class="apple-converted-space"> </span>Noi
aspettiamo nell’amore, nella speranza e nella fede.<span class="apple-converted-space"> </span>E questo nell’attesa per “la
risurrezione e la vita del mondo a venire”, questa vita che è “nascosta con
Cristo in Dio” (Colossesi 3, 34), questa crescita dell’attesa nell’amore, nella
certezza; tutto questo è il nostro “Grande Sabato”. A poco a poco, tutto in
questo mondo diventa trasparente per la luce che proviene da lì, “l’immagine di
questo mondo” passa e questo attraverso l’indistruttibile vita con Cristo
diventa il nostro supremo e ultimo valore. Ogni anno, al Grande Sabato, dopo
questo ufficio mattutino, siamo in attesa per la notte di Pasqua e la pienezza
della gioia Pasquale. Sappiamo che ci stiamo avvicinando – e ancora, come è
lento questo approccio, come è lungo questo giorno! Ma non è la meravigliosa
quiete del Grande Sabato il simbolo della nostra stessa vita in questo mondo?
Non siamo sempre in questo “giorno intermedio”, nell’attesa della Pasqua di
Cristo, preparandoci per il giorno senza tramonto del suo Regno?<o:p></o:p></span></div>
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<br /></div>
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<b><i><span lang="EN-GB" style="color: #3333ff; font-size: 12.5pt; mso-ansi-language: EN-GB;">Di Padre
Alexander Schmemann</span></i></b><span style="font-size: 12.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
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Pontificio Collegio Grecohttp://www.blogger.com/profile/00386182347086109814noreply@blogger.com0