sabato 6 febbraio 2010

..ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli...

Sentendo le frasi di Gesù sull’ultimo giudizio (Mt 25, 31-46) facilmente ci si mette a pensare ai problemi sociali, ai poveri del mondo, agli svantaggiati, disperati, cioè a tutti i bisognosi. Pensando così di errato non si andrebbe. Un piccolo ‘però’ c’è comunque. Che Gesù non diceva che “venite, benedetti dal Padre mio perche avete dato da mangiare a tutti gli affamati, da bere a tutti gli assetati, voi, che avete accolto tutti i forestieri”.No. Dice invece: “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. “A uno solo”. Perché Gesù sa molto bene che non si ama veramente, fino in fondo se non partendo dal singolo. Il mondo lo salva lui, a noi tocca “solo” amare. Il prossimo. Prima il prossimo. Perché quanto è vero come dice Giovanni che “chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede”, tanto è vero che non si può amare il lontano che non si vede, se non si ama il prossimo che ci sta vicino. L’amare (pretendere di amare) il lontano, amare tutti può facilmente diventare uno scorciatoio, una scusa per non affrontare la sfida di amare il prossimo. Perché non conviene. Troppo difficile. Lo conosco troppo bene, mi conosce troppo bene, oppure è troppo sconosciuto, quindi è troppo rischioso. Troppo.. Una scusa ci sarà sempre. Ma il punto è che il prossimo da amare non si sceglie. Non ci dobbiamo illudere che quelli posti alla sinistra di Gesù sarebbero tutti per forza delle persone cattive, corrotte, malvagie. Magari potrebbero essere anche degli uomini perbene, ai quali però manca il passo più difficile: amare il prossimo. Quel prossimo. È difficile perché facciamo fatica già a riconoscerlo come tale. Con occhi offuscati da indifferenza, convenienza, pigrizia oppure paura. La Quaresima sarà il periodo anche per purificare gli occhi del cuore. Per poter vedere e per poter partire. Verso il prossimo che ci chiama (magari in silenzio),magari da sconosciuto ma ci aspetta perché ha bisogno di noi. “Alzati e cammina”, dobbiamo aprire gli occhi del cuore e partire. Partire per amare il prossimo.Solo così che l’amor e può diventare forza che cambia, che migliora, che trasforma. Noi e il mondo intero. Partendo dal prossimo, amando uno dei più piccoli. È sempre colui che sta accanto a te.


di Miklos Verdes, alunno P.C. Greco

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