Questa volta vorrei sottolineare una idea che è già molto diffusa nel rango ecclesiastico. I sacerdoti dei nostri giorni dicono sempre: "la gente ha dimenticato tutto e si è fissata sulla vita dei preti", criticandola a livello spirituale e fisico. Dico che questo pensiero esisteva già da tempi antichi, ma è stato molto di più ridotto perché i vescovi e gli igumeni vigilavano, non solo sul ritmo della vita spirituale dei loro sudditi, ma anche sul loro stile di vita: "Povertà, obbedienza e castità". Purtroppo, i nostri giorno riflettano un'altra verità, una brutta figura, delle virtù evangeliche che non sono rispettate dai nostri vescovi, sacerdoti, diaconi e seminaristi, che a loro volta non rispecchiano la vera immagine del sacerdozio, Cristo Sacerdote. Vivendo queste virtù a livello spirituale e pratico, non costa nulla per chi ha voluto dare la propria vita al servizio del popolo di Dio, perché la povertà non è solo una povertà materiale ma è di più, una povertà spirituale riflettendola sopratutto nel digiuno, come anche l'obbedienza che vivendola, ci rende soggetti ed oggetti di obbedienza basati sull'amore cristiano e sul vero servizio. Infine arriviamo alla virtù la più importante come viene vista oggi, ( ma che è infatti la più facile perché verrà data come grazia divina vivendo le altre ) è la castità che non deve essere soltanto corporale ma anche spirituale ove il sacerdote non tradisce la sua chiesa, allontanandosi dalla vita spirituale personale, celebrando i sacramenti come un impiegato che svolge il suo lavoro d’ufficio. No, non dobbiamo dire che la colpa è della gente, ma dobbiamo veramente riflettere e contemplare (non guardare) di più lo stile e il ritmo della nostra vita come seminaristi, preti o vescovi, perché tutto comincia dal primo grado, cercando di aver queste virtù come la fede, una convinzione, uno stile e ritmo di vita, così oltrepassiamo i bisogni materiali e cerchiamo di essere da vero esempio, prima di tutto veri cristiani, veri preti, Cristo tra la gente e per la gente. Senza tralasciare la legge ecclesiastica e le regole liturgiche come se fossero una cosa senza senso, vi esorto ad andare al di là dell’apparenze cercando l'amore e la comunione con Dio tramite queste regole fatte con amore e fedeltà dai nostri Santi Padri, per poter avvicinarci di più alla verità che ci riempirà d'amore, di sapienza e di felicità eterna. Infine vi ricordo della parola del nostro Signore Gesù Cristo:
"Dove sarà la tua mente sarà il tuo cuore", Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano.
Così rispondiamo all'invito di Cristo che ci ha detto:
"Io altresì vi dico: chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto".
di Michel Skaf, alunno P.C.G.
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