Domenica dell'Ortodossia
In questo giorno si fa memoria del ripristino della dignità delle sante Icone e dell'onore che ad esse deve essere dato, ossia di Venerazione. La vittoria dell'ortodossia sull'eresia iconoclasta, che negava il culto a Dio per mezzo delle immagini sacre e la possibilità dell'esistenza stessa delle immagini, avvenne nel VII Concilio Ecumenico, detto Concilio di Nicea II. In questo Concilio i Santi Padri condannarono l'iconoclastia e confermarono le condanne delle dottrine eretiche affrontate nei precedenti Concili Ecumenici, segnando la fine delle controversie teologiche e cristologiche. L'11 marzo 843 avvenne la solenne liturgia per la restaurazione del culto dell'Icona all'interno della Chiesa di Santa Sofia in Costantinopoli e da allora si celebra tale festa nella prima domenica di Quaresima. "Definiamo con ogni accuratezza e diligenza che, a somiglianza della preziosa e vivificante Croce, le venerande e sante immagini, sia dipinte che in mosaico, di qualsiasi altra materia adatta, debbono essere esposte nelle sante chiese di Dio, nelle sacre suppellettili e nelle vesti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle vie; siano esse l'immagine del Signore e Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, o quella della immacolata Signora nostra, la santa madre di Dio, degli angeli degni di onore, di tutti i santi e pii uomini. Infatti, quanto più continuamente essi vengono visti nelle immagini, tanto più quelli che le vedono sono portati al ricordo e al desiderio di quelli che esse rappresentano e a tributare ad essi rispetto e venerazione... L'onore reso all'immagine passa a colui che essa rappresenta; e chi adora l'immagine, adora la sostanza di chi in essa è riprodotto".
Apolitikion
Τὴν ἄχραντον Εἰκόνα σου προσκυνοῦμεν Ἀγαθέ, αἰτούμενοι συγχώρησιν τῶν πταισμάτων ἡμῶν, Χριστὲὁ Θεός· βουλήσει γὰρ ηὐδόκησας σαρκὶ ἀνελθεῖν ἐν τῷΣταυρῷ, ἵνα ῥύσῃ οὓς ἔπλασας ἐκ τῆς δουλείας τοῦἐχθροῦ· ὅθεν εὐχαρίστως βοῶμέν σοι· Χαρᾶςἐπλήρωσας τὰ πάντα, ὁ Σωτὴρ ἡμῶν, παραγενόμενος εἰς τὸ σῶσαι τὸν Κόσμον.
Τη Υπερμάχω στρατηγώ τα νικητήρια , ως λυτρωθεία των δεινών ευχαριστήρια
αναγράφω Σοι η Πόλις Σου , Θεοτόκε . Αλλ’ ως έχουσα το κράτος απροσμάχητον ,
εκ παντοίων με κινδύνων ελευθέρωσον , ίνα κράζω Σοι , Χαίρε , Νύμφη , Ανύμφευτε
A te che, qual condottiera, per me combattesti, innalzo l’inno della vittoria; a te porgo i dovuti ringraziamenti io che sono la tua città, o Madre di Dio. Tu, per la invincibile tua potenza, liberami da ogni sorta di pericoli, affinché possa a te gridare: salve, o sposa sempre vergine
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