giovedì 26 maggio 2011

Dal dubbio alla fede



Quello che ci offre la liturgia bizantina andando dalla domenica di san Tommaso fino alla pentecoste. Tommaso che dubitava se è veramente il Cristo morto, con i suoi sensi ha toccato la ferita di Gesù, è colui che ci ha offerto la beatificazione di Gesù: Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto (Gv 20/29). E da lì comincia il cammino per ricevere la grazia divina con gli appostoli.

Due domeniche dopo la chiesa celebra la domenica del paralitico che Gesù ha guarito, ma non soltanto, perché dopo la sua guarigione Gesù gli aveva chiesto di portare il suo lettuccio (Mr 2/11) invitando ognuno di noi di portare i suoi difetti pur essendo guarito, per testimoniare alla parola di Dio.

L’ordine delle domeniche, non è stato a caso, per cui vediamo che la domeniche che segue quella del paralitico è la domeniche della samaritana, che ci invita al perdono e alla comunicazione, pure con i nostri nemici (malgrado che non dovremmo averli), perche il nostro signore è andato al pozze di Giacobbe, dato da Dio al suo popolo, per darci L’esempio del vero perdono e della comunicazione sincera che alla fine ci porta alla vera testimonianza della parola divina che dovrebbe essere la nostra guida verso il regno dei cieli, verso la Gerusalemme celeste. Come la samaritana, pur essendo samaritana è andata a testimoniare la verità.

Lo stesso per la domenica prossima, del cieco nato, che ci fa vedere la divinità di Gesù, che è sopra ogni legge, l’esempio perfetto per i nostri giorni dove ognuno di noi si sente sopra la legge, come vescovi, preti, seminaristi, Ricorda loro che siano sottomessi ai magistrati e alle autorità, che siano ubbidienti, pronti a fare ogni opera buona (Tito 3/1). Per questo Dio che aveva tutti i poteri rispettava la legge ma non quando toccava il ben essere (il fisico, l’anima) dell’essere umano, per cui ha guarito il cieco nato il sabato, pure esso dopo la sua guarigione testimoniava la parola di Dio malgrado la sua ignoranza di chi è quello chi la guarito.

Arriviamo alla domenica dei Santi Padri, che ci porta ai concili ecumenici, alle decisione dogmatiche che tutti sappiamo, viviamo, crediamo e spero che li testimoniamo nel mondo d’oggi, che non vede coll’occhio dell’anima ma coll’occhio del corpo. Quella è la nostra missione, cioè portare al mondo la guarigione nel nome del Signore, come Pietro ha guarito Enea e ha risuscitato Tabita nel nome di Gesù Cristo (Att 9, 32-43), così noi dobbiamo essere. Guariti, puri e fare tutto al nome del Signore, che ci da la grazia ogni volta che la chiediamo con cuore puro e umiltà, facendo come Pietro: “Ma Pietro, fatti uscire tutti, si mise in ginocchio, e pregò” (Att 9/40.a).

Si compie il cammino liturgico dalla domenica di Pasqua colla domenica delle Pentecoste, ove Gesù dopo che salì al cielo ha mandato il consolatore, lo Spirito Santo che agisce con noi e che ci rafforza per continuare la nostra missione come hanno fatto secoli fa gli apostoli, predicando la parola di Dio e testimoniando con la propria vita, essendo l’esempio del vero cristiano che non dubita ma crede e testimonia la sua fede non soltanto nelle parole ma negli atti.

Prego il Signore che ci dia tutti la grazie dello Spirito Santo per poter testimoniare nei atti la nostra fede, vivendo in questo mondo dove siamo circondati da tutti tipi di deviazioni, partendo dalle pubblicità (che sono delle cose più banali) arrivando alla vana gloria (che è una dei più difficili peccati da controllare). Ognuno di noi ha il suo dono divino, ma deve coltivarlo, come la pianta, deve curarlo arricchirlo, per cui Dio ci ha dato la ragione e la libertà.

Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l'oppresso, fate giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova! Poi venite, e discutiamo», dice il SIGNORE; (Is 1, 16-18).

Perché anche noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella cattiveria e nell'invidia, odiosi e odiandoci a vicenda. Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore, affinché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna. (Tito 3, 3-7).

di Michel Skaf

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