mercoledì 4 settembre 2013

La Siria affidata a Maria




Un’intensa preghiera perché in Siria torni a regnare la pace si è levata ieri, domenica 1 settembre, anche dal santuario siracusano dedicato alla Madonna delle lacrime, dove il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha presieduto la celebrazione per il sessantesimo anniversario della lacrimazione. «La tormentata vita dell’umanità in questa "valle di lacrime" — ha detto tra l’altro iniziando la sua omelia — o f f re anche oggi immagini dolorose che attraggono gli occhi misericordiosi della nostra Madre celeste. Sono immagini terribili che Papa Francesco ha richiamato, pronunciando un forte appello per la pace in Siria e nel mondo alla preghiera dell’Angelus di stamane». E dopo aver riproposto le parole del Pontefice ha chiesto di unire la loro preghiera a quella del Papa e di porla «nelle mani di Maria Regina della pace». Del resto, ha notato, le letture bibliche della celebrazione eucaristica hanno offerto «l’opportunità di una appropriata riflessione per sottolineare come la presenza mistica di Maria, che qui volle lasciare il segno della sua compassione per le sofferenze umane, sostiene lungo i secoli la fede, la speranza e la carità del popolo cristiano, accompagna il cammino dei suoi figli nella storia e condivide il loro pianto» Il porporato ha poi posto l’accento su tre atteggiamenti delle Vergine, «rimanere, ascoltare e accogliere» nei quali «si riassume l’esistenza di Maria, la sua vocazione, la sua missione. E poiché Maria è la madre e il modello della Chiesa, questi sono anche i verbi che segnano la sequela Christi». Proprio in quanto modello le sue lacrime assumono un significato particolare per i fedeli. «Quello delle lacrime — ha detto in proposito — è un linguaggio universale, che manifesta la compassione di Dio. E la Chiesa, che riceve da Maria questo messaggio, è chiamata a diventarne ambasciatrice». Il cardinale ha poi citato alcune immagini «semplici ed efficaci» utilizzate in questi mesi da Papa Francesco «per parlarci di Dio e del suo amore» e ha concluso ricordando tra l’altro che «il pianto di Maria è come il “collirio della memoria” contro l’idolatria del presente, un collirio che ci aiuta ad avere uno sguardo pieno di speranza verso il futuro; uno sguardo pieno di fede, per essere pronti alla conversione e docili allo Spirito». Al termine della celebrazione il segretario di Stato, su richiesta del rettore del santuario siracusano, ha incontrato un gruppo di giornalisti e ha risposto ad alcune loro domande. In particolare il cardinale Bertone ha voluto ricordare e sottolineare le linee portanti che hanno ispirato e sostenuto il suo servizio svolto in Segreteria di Stato — tra queste, un rapporto armonizzato tra fede e ragione, tra diritto e legge naturale, fra tradizione e modernità — richiamando poi alcuni avvenimenti memorabili, tra i quali le giornate mondiali della gioventù di Sydney e Madrid con Benedetto XVIe di Rio de Janeiro con Papa Francesco.


© Osservatore Romano - 2-3 settembre 2013

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