Due monaci, attorno alla metà del IV secolo, si recarono in pellegrinaggio a Gerusalemme in visita al Santo Sepolcro. Qui, dopo un'apparizione, nella casa di Erode ritrovarono il capo del Precursore. Dalle loro mani il capo passò in possesso di un vasaio che lo venerò con zelo e lo portò nella città di Emesa. Sentendosi oramai prossimo alla morte il vasaio lasciò la preziosa reliquia alla sorella perché la custodisse. Dopo la morte della donna molte persone, nel tempo, entrarono in possesso della reliquia, fino ad Eustachio, un sacerdote e monaco eretico, che ne sfruttò i miracoli per sostenere la sua eresia e guadagnarne denaro. Per questo motivo gli Ortodossi lo scacciarono dalla grotta in cui viveva, ma il capo del Precursore, all'insaputa di tutti, vi rimase nascosto. Qui restò fino al tempo degli Imperatori Valentiniano e Marciano (450-457), quando, dopo diverse manifestazioni miracolose, venne ritrovata l'urna contenente il santo capo. Consegnato a Uranio, Vescovo di Emesa, il capo del Precursore operò molti miracoli e guarigioni.
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