Sono felice di andare presto in Libano: è quanto
affermato, ieri, dal Papa all'Angelus.
E anche in Libano cresce sempre più l'attesa per il viaggio apostolico di
Benedetto XVI, tra meno di due settimane. Una visita attesa non solo dalla
comunità cristiana ma tutta la società civile libanese e alla quale guarda con
grande speranza tutto il Medio Oriente.
A sottolinearlo, nell’intervista di Alessandro Gisotti, è il Patriarca di
Antiochia, Gregorios III Laham:
R. – Siamo veramente molto lieti che il Santo Padre possa venire a fare un pellegrinaggio in questo Paese che è una parte della Terra Santa. E’ un Paese molto accogliente, malgrado le difficoltà e un po’ la paura: il Santo Padre verrà. Questa è la gioia di tutti i libanesi.
D. – Quanto è importante questo viaggio per una testimonianza comune dei cristiani nella Regione, in un momento così delicato?
R. – La visita è per il Libano, e tramite il Libano è una visita a tutto il Medio Oriente, proprio perché il Libano è un messaggio, come disse Giovanni Paolo II: il Libano è piccolo ma è un messaggio per il mondo intero, soprattutto per il Medio Oriente. Questa visita è consegnare l’Esortazione apostolica che è frutto del pensiero di tutti i vescovi e patriarchi orientali che hanno partecipato al Sinodo, e che è un segno di affetto e di grande sollecitudine del Santo Padre per il Libano, per il Medio Oriente.
D. – Il Libano, la Siria, in fondo tutto il Medio Oriente ha bisogno di pace. Quanta speranza c’è che questa visita del Papa aiuti a rafforzare la pace?
R. – La pace è un bene per tutti noi e perciò questa visita è veramente importante. E’ un messaggio di pace per il Libano ma soprattutto per la Siria. Non dimentichiamo poi che il Santo Padre, in questi 18 mesi di conflitto in Siria, ha già parlato quasi 15 volte e in molte altre occasioni, richiamando alla pace, al dialogo, all’unità in Siria. Dunque, il Santo Padre veramente ha nel suo cuore anche la Siria: credo che lascerà un messaggio speciale alla Siria!
D. – Uno dei momenti più importanti della visita sarà sicuramente l’incontro del Papa con i leader musulmani. Quanto questo incontro può aiutare il dialogo tra cristiani e musulmani, e quanto anche potrà aiutare a rafforzare la libertà religiosa in tutto il Medio Oriente?
R. – Abbiamo un dialogo di vita, soprattutto in Libano, e anche un dialogo costituzionale perché tutta la Costituzione prende in considerazione tutti i gruppi: musulmani, cristiani, drusi, sciiti … Dunque il Libano rappresenta una convivialità storica e costituzionale. Questo incontro con i leader musulmani credo che sarà anche un messaggio per tutti i musulmani del Medio Oriente, soprattutto nelle situazioni in cui il pericolo è rappresentato da alcuni estremisti. Se il dialogo riesce in Medio Oriente, malgrado la situazione attuale, vuol dire che sarà possibile un dialogo per il mondo intero. E credo che il Santo Padre pronuncerà parole molto importanti per rafforzare questo dialogo e questa convivenza, la costruzione comune di un mondo migliore in Libano e nel Medio Oriente.
© www.radiovaticana.org - 3 settembre 2012
R. – Siamo veramente molto lieti che il Santo Padre possa venire a fare un pellegrinaggio in questo Paese che è una parte della Terra Santa. E’ un Paese molto accogliente, malgrado le difficoltà e un po’ la paura: il Santo Padre verrà. Questa è la gioia di tutti i libanesi.
D. – Quanto è importante questo viaggio per una testimonianza comune dei cristiani nella Regione, in un momento così delicato?
R. – La visita è per il Libano, e tramite il Libano è una visita a tutto il Medio Oriente, proprio perché il Libano è un messaggio, come disse Giovanni Paolo II: il Libano è piccolo ma è un messaggio per il mondo intero, soprattutto per il Medio Oriente. Questa visita è consegnare l’Esortazione apostolica che è frutto del pensiero di tutti i vescovi e patriarchi orientali che hanno partecipato al Sinodo, e che è un segno di affetto e di grande sollecitudine del Santo Padre per il Libano, per il Medio Oriente.
D. – Il Libano, la Siria, in fondo tutto il Medio Oriente ha bisogno di pace. Quanta speranza c’è che questa visita del Papa aiuti a rafforzare la pace?
R. – La pace è un bene per tutti noi e perciò questa visita è veramente importante. E’ un messaggio di pace per il Libano ma soprattutto per la Siria. Non dimentichiamo poi che il Santo Padre, in questi 18 mesi di conflitto in Siria, ha già parlato quasi 15 volte e in molte altre occasioni, richiamando alla pace, al dialogo, all’unità in Siria. Dunque, il Santo Padre veramente ha nel suo cuore anche la Siria: credo che lascerà un messaggio speciale alla Siria!
D. – Uno dei momenti più importanti della visita sarà sicuramente l’incontro del Papa con i leader musulmani. Quanto questo incontro può aiutare il dialogo tra cristiani e musulmani, e quanto anche potrà aiutare a rafforzare la libertà religiosa in tutto il Medio Oriente?
R. – Abbiamo un dialogo di vita, soprattutto in Libano, e anche un dialogo costituzionale perché tutta la Costituzione prende in considerazione tutti i gruppi: musulmani, cristiani, drusi, sciiti … Dunque il Libano rappresenta una convivialità storica e costituzionale. Questo incontro con i leader musulmani credo che sarà anche un messaggio per tutti i musulmani del Medio Oriente, soprattutto nelle situazioni in cui il pericolo è rappresentato da alcuni estremisti. Se il dialogo riesce in Medio Oriente, malgrado la situazione attuale, vuol dire che sarà possibile un dialogo per il mondo intero. E credo che il Santo Padre pronuncerà parole molto importanti per rafforzare questo dialogo e questa convivenza, la costruzione comune di un mondo migliore in Libano e nel Medio Oriente.
© www.radiovaticana.org - 3 settembre 2012
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