Ci avete fatto
vivere in un sogno che si chiama Patria, e sotto i governanti che hanno preso
dalla storia il loro campo giochi, hanno perso
entrambe le squadre e abbiamo perso il sogno.
Libano, figlio
dei dolori, della morte e delle emigrazioni. La sua storia scritta da capi
indegni delle loro sedi, di qualsiasi religione essi siano, cristiani o musulmani, rarissimi fra loro coloro
i quali hanno cercato il bene dei cittadini tralasciati alla provvidenza divina
che infatti non ha mai abbandonato nessuno.
Dio non vuole la
terra, ne il governo ne tantomeno i
soldi, non vuole niente, ma ci chiede di essere un tutt’uno, un unicum, una
cosa sola, senza che il cristiano
condanni il musulmano o viceversa, perché quando uno non si apre all’altro, si prova
che nessuno vive e sperimenta il vero esempio, uno con l’altro condividendo
entrambi la comune terra in pace, la fede, la patria come veri cittadini. Dio
che perdona, ama il giusto e la giustizia, il Dio in cui noi crediamo non ci
vuole cosi divisi in nome suo, ma ci vuole uniti e forti per poter veramente
lodare non con la vana parola ma con il cuore, cuore puro con conversione
interna ed esterna.
Dove possiamo trovare oggi quest’amore,
giustizia e perdono fra di noi cittadini dello stesso paese, della stessa madre
patria? Sono cose divine? Sono teorie?
Non penso
proprio perché se ci mettiamo a pensare bene tornando 10 anni indietro ci
ricorderemo dei discorsi dei nostri padri, nonni che ci hanno insegnato gli
stessi virtù che hanno dato la loro vita per renderli veri, per viverli con i
loro fratelli nella patria in pace e serenità, però come tutti gli esseri umani
su questa terra non cerchiamo mai di imparare della nostra storia,
dell’esperienza dei nostri predecessori che veramente hanno provato con tutti i
mezzi di salvare la cittadinanza che grazie a Dio siamo fieri di portarla.
Chi ci ha
preceduto sicuramente non viveva in un sogno, ed ancora oggi si notano i loro passi,
non possiamo vanificare il loro lavoro e pretendere di voler detenere con i nostri
nuovi mezzi tecnologici la superiorità su tutto. Oh tu che ti consideri sapiente attento a non cadere,
perché il vero uomo è quello che lascia la traccia sua sulla via dritta, per
cui invito me stesso in primo luogo e vi invito tutti a scrivere la nostra
storia con amore, con fede e fiducia in noi stessi e in Dio che veglia lassù
affinché regni la pace.
Vi invito ad
essere fratelli ed esempio uno dell’altro ovunque siate nel mondo perché come
dice il Corano «Dio converte chi vuole dei fedeli» e chiunque sii non poi
cambiare il destino che ha scritto Dio per lui, come anche nel Vangelo il
nostro Signore ci ha detto
«Se
qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da
quella città, scotete la polvere dai vostri piedi», chiedendoci di perdonarlo
eternamente vivendo l’esempio fino alla croce «Signore, quante volte perdonerò
mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?» E Gesù a lui: «Non ti
dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette».
Quel modello che
ha vissuto il mondo arabo, malgrado il periodo d’agonia che vive oggi il nostro prezioso Oriente, le chiese cattoliche
orientali hanno celebrato la Resurrezione del nostro Signore e Salvatore Gesù
Cristo, ognuno seguendo la propria tradizione ed il proprio rito. Ci sono tante
chiese orientali cattoliche e sono differenti, ma nello stesso momento sono
uniti nella Parola e nell’Agire per testimoniare la Pace, l’Amore e l’Unità fra
tutti nella diversità.
Chiese che hanno
vissuto momenti di difficoltà simili, ed hanno perso preziosi sacerdoti e
validi laici martiri per la testimonianza che stanno vivendo ogni giorno,
rischiando la propria vita per testimoniare la pace, l’amore e l’unità fra di
loro e con i loro concittadini, condividendo con essi una nazione, una cultura
e una lingua. Unendosi alla preghiera del Santo Padre e a tutte le preghiere dei
rispettivi Patriarchi, i quali li hanno confortato nei momenti deboli, e non li
hanno lasciati soli nel momento più difficile volendo dire a tutto il mondo e ad
una univoca voce Buona Pasqua, Buon Passaggio, dalla morte alla Resurrezione,
dal buio alla Luce, dal dubbio alla Fede.
Quello è il
messaggio di queste chiese sofferenti oggi, per cui invito tutti ad unirci a
loro elevando un’unica preghiera, invocando il Signore affinché gli dii la
pazienza e la solidarietà per poter continuare nella loro testimonianza
cercando di portare Pace e Luce alle loro terre, da cui San Paolo accecato ha
potuto vedere con il cuore il Signore.
Infine vorrei
augurarvi una buona festa dell’ascensione, momento liturgico di grande testimonianza
indelebile del Cristo Risuscitato, invitandovi a innalzare gli occhio e i cuori
verso il Signore, colui che ci affianca tramite i nostri fratelli e tramite noi
a loro. Preghiamo che Dio illumini la mente ed il cuore dei nostri governanti, sia
essi cristiani e musulmani, affinchè Dio gli liberi l’anima per poter cercare
sempre la pace fra di essi per il bene di tutto.
Michel Skaf,
alunno P.C.G
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