A mezzogiorno le strade di Costantinopoli
erano ingombre di cadaveri, le case erano vuote, visto che gli ottomani stavano
uccidendo e catturando donne e bambini che, diranno le cronache, furono poi
stuprati e impalati. Le medesime cronache affermano anche che le chiese furono
distrutte, le icone tagliate, i libri bruciati. Il palazzo Imperiale bizantino,
il palazzo delle Blacherne, era deserto e l'icona più venerata dai bizantini,
la Vergine Odigitria, fu tagliata in quattro pezzi. A Santa Sofia i preti
stavano celebrando la liturgia mattutina; quando sentirono gli Ottomani
arrivare, allora sbarrarono la grande porta di bronzo, ma gli ottomani la
ruppero a colpi d'ascia, i preti furono uccisi mentre celebravano la messa, e
sgozzati anche sopra l'altare. In chiesa vi era una grande massa di gente che,
venuta a sapere che i Turchi stavano per arrivare, si era raccolta in chiesa
nell' attesa di un angelo che, secondo una tradizione, avrebbe cacciato i
Turchi da Costantinopoli quando l'avrebbero espugnata. Ma una storia popolana
narra che due preti presero i calici e le patene e si volatilizzarono, per
riprendere la messa dal punto in cui l'avevano interrotta solo quando
Costantinopoli fosse tornata in mano cristiana.
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