lunedì 27 maggio 2013

Appello del card. Sandri dal Libano: liberate i vescovi e i sacerdoti rapiti in Siria




I giovani del Libano sono stati protagonisti delle prime ore del Pontificato con le meditazioni preparate per la Via Crucis al Colosseo, presieduta da Papa Francesco. Il cardinale Leonardo Sandri – al terzo giorno della sua visita nel Paese mediorientale – ha ricordato questo particolare durante l’incontro con i giovani della Caritas. Con il vostro lavoro, ha detto il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, voi “toccate la carne di Cristo”, secondo una espressione ormai nota del Papa, del quale il porporato ha portato il saluto e la benedizione. Inoltre, il cardinale Sandri ha rammentato anche la visita del settembre scorso compiuta da Benedetto XVI in Libano, in modo particolare la veglia di preghiera a Bkerké.“L'intensità di questa preghiera – ha detto – è stata come un fascio di luce proiettato verso il cielo in Medio Oriente, che molti vorrebbero pieno di nuvole nere della guerra e della violenza”. Noi tutti invece abbiamo detto: “Sì, c’è speranza, c’è la luce, perché questi giovani ne sono portatori”. Vogliono costuire con la fede e la gioia un futuro di pace e di riconciliazione". Successivamente, il cardinale Sandri ha presieduto la liturgia ecucaristica nel Santuario di Nostra Signora della Pace a Zahleh, un tempio – ha notato fra l’altro – dove l’“intreccio di riti” delle comunità melchita e maronita, ma anche la comunione che si avverte con i greci ortodossi, è – ha detto – “ un incentivo per l'unità dei cristiani, ma per tutti i libanesi, perché la libertà e il rispetto siano assicurati a tutti e la diversità diventi una ricchezza comune ». Riflettendo sul significato spirituale della Santissima Trinità, il cardinale Sandri ha concluso con una “preghiera speciale” a Maria per i due vescovi e due sacerdoti rapiti in Siria tempo fa. “Sia Lei – ha invocato – a consolarli e a renderli forti nella prova, mentre noi leviamo un forte appello per la loro liberazione e il loro ritorno alle loro famiglie e le loro comunità ecclesiale".

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