L’Annunciazione! Un tempo, questo era uno dei
giorni più luminosi e gioiosi dell’anno, la festa che consapevolmente, e anche
inconsapevolmente, era collegata con una intuizione giubilante, raggiante di
una visione del mondo e della vita. L’Evangelo di Luca ricorda il racconto
dell’Annunciazione.
L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una
città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un
uomo il cui nome era Giuseppe, della casa di Davide, e la vergine si chiamava
Maria. E lui le si avvicinò e disse:
“Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te!
Benedetta tu fra le donne!”. Ma ella fu turbata a questo dire e considerava
nella sua mente che cosa significasse un tale saluto. E l’angelo disse: “Non
temere, Maria, perché concepirai nel tuo seno e partorirai un figlio, e lo
chiamerai Gesù...”. E Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, dal momento
che non ho marito?”. E l’angelo disse: “Lo Spirito Santo scenderà su di Te, e
la potenza dell’Altissimo stenderà su te la sua ombra perciò, anche colui che
nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio. Ecco, Elisabetta, tua parente, ha
concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia; e questo è il sesto mese,
per lei, che era chiamata sterile; poiché nessuna parola di Dio rimarrà
impossibile». E Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me
secondo la tua parola”. E l’angelo partì da lei. (Luca 1, 26-38)
Naturalmente, visto dalla prospettiva del
cosiddetto ateismo “scientifico” questo racconto evangelico fornisce abbondanti
motivi per parlare di “miti e leggende”. Il razionalista dirà: “Quando mai gli
angeli appaiono alle giovani donne e tengono conversazioni con loro? I credenti
davvero pensano che la gente del ventesimo secolo, che vive in una civiltà
tecnologica, possa credere questo? I credenti non riescono a vedere come questo
è sciocco, non scientifico e impossibile?”. Il credente ha sempre una sola
risposta a questo tipo di contraddittorio, di disprezzo e di messa in ridicolo:
sì, purtroppo, è impossibile provare questo nella vostra superficiale visione del
mondo. Finché le vostre argomentazioni su Dio e la religione rimangono a
livello superficiale di esperimenti chimici e formule matematiche vincerete
sempre facilmente. Ma la chimica e la matematica non sono di nessun aiuto a
provare o smentire alcunché nel regno di Dio e della religione. Nella lingua
della vostra scienza, le parole angelo, buona novella, gioia e umiltà sono
ovviamente completamente prive di senso. Ma perché limitare la discussione alla
religione? Più della metà di tutte le parole sono incomprensibili per la vostra
lingua razionalista, e quindi in aggiunta alla religione dovrete eliminare
tutta la poesia, la letteratura, la filosofia e la quasi totalità della
fantasia umana. Bramate il mondo intero per pensare come si fa, in termini di produzione
e di forze economiche, di collettivi e di programmi. Eppure il mondo non pensa
naturalmente in questo modo e deve essere ammanettato e costretto a farlo, o
meglio, sembra farlo. Dite che ogni immaginazione è falsa, perché
“l’immaginario” non esiste, eppure la fantasia è ciò che le persone hanno
sempre vissuto, vivono, e vivranno pure in futuro. Perché tutto quanto vi è di
più profondo e più essenziale nella vita è sempre stato espresso nel linguaggio
della fantasia. Io non pretendo di capire che cosa è un angelo, né, usando il
linguaggio limitato del razionalismo, posso spiegare ciò che è accaduto quasi
duemila anni fa in una piccola città della Galilea. Ma mi sembra che l’umanità
non ha mai dimenticato questa storia, che questi pochi versi sono stati
ripetutamente inseriti in innumerevoli dipinti, poesie e preghiere, e che hanno
ispirato e continuano ad ispirare. Questo significa, naturalmente, che la gente
ha sentito qualcosa di infinitamente importante per loro in queste parole, una
certa verità, che a quanto pare non potrebbe essere espressa in nessun’altro
modo che nel linguaggio infantile e gioioso dell’Evangelo di Luca. Qual è
questa verità? Che cosa è successo quando la giovane donna, che ha appena
passato l’infanzia, improvvisamente ha sentito – da quanto grande profondità,
da quale altezza trascendente! – quel saluto meraviglioso: “Rallegrati!”.
Perché questo è in verità il messaggio dell’angelo a Maria: Rallegrati! Il
mondo è pieno di numerosi libri sulla lotta e la concorrenza, ognuno che cerca
di dimostrare che la strada per la felicità è l’odio, e in nessuno di loro
potrete trovare la parola “gioia”. La gente non conosce nemmeno il significato
della parola. Ma la gioia stessa annunciata dall’angelo, rimane una forza
pulsante, che ha ancora il potere di stupire e scuotere i cuori umani. Entrate
in una chiesa alla vigilia dell’Annunciazione. State, attendete durante la
lunga ufficiatura come si sviluppa lentamente. Allora viene il momento in cui,
dopo la lunga attesa, dolcemente, con tale divina squisita bellezza il coro
inizia a cantare il consueto inno della festa, “Con la voce dell’Arcangelo Ti
gridiamo, o Sola pura: Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con Te!”.
Centinaia e centinaia di anni sono passati, e ancora, quando abbiamo sentito
questo invito a rallegrarci, la gioia ci riempie il cuore in una ondata di
calore. Ma che cosa è pressappoco questa gioia? Soprattutto ci rallegriamo per
la presenza stessa di questa stessa donna, il cui volto, la cui immagine, è
conosciuta in tutto il mondo, che guarda fisso su di noi dalle icone, e che è
diventata una delle figure più sublimi e più pure dell’arte e
dell’immaginazione umana. Ci rallegriamo nella sua risposta all’Angelo, per la
sua fedeltà, la purezza, l’integrità, per la sua oblazione totale e umiltà
sconfinata, che per sempre risuonano nelle sue parole: “Eccomi, sono la serva
del Signore, avvenga a me secondo la tua parola”. Ditemi, c’è qualche cosa in
questo mondo, in qualcosa della sua ricca e complessa storia, di più sublime e
più bello di questo essere umano? Maria, la Tuttapura, La piena di grazia, è
veramente Colei in cui, come canta la Chiesa, “gioisce tutta la Creazione”. La
Chiesa risponde alla menzogna sull’uomo, alla menzogna che lo riduce a terra e
ad appetito, a bassezza e brutalità, la menzogna che lo dice essere
definitivamente asservito alle leggi immutabili e impersonali della natura,
indicando l’immagine di Maria, la Tuttapura Madre di Dio, Colei a cui, secondo
le parole di un poeta russo, “l’effusione di dolci lacrime umane da traboccanti
cuori” è offerta in un flusso senza sosta. La menzogna continua a pervadere il
mondo, ma ci rallegriamo perché qui, nell’immagine di Maria, la menzogna è
mostrata per quello che è. Ci rallegriamo con gioia e meraviglia, perché questa
immagine è sempre con noi, come conforto ed incoraggiamento, ispirazione ed
aiuto. Ci rallegriamo perché guardando questa immagine, è così facile credere
nella celestiale bellezza del mondo e nella celestiale bellezza dell’uomo,
vocazione trascendente. La gioia della Annunciazione è sulla Buona Notizia
dell’angelo, che il popolo aveva trovato grazia presso Dio, e che presto, molto
presto, attraverso di lei, attraverso questa donna Galilea totalmente
sconosciuta, Dio avrebbe cominciato a compiere il mistero della redenzione del
mondo. Non ci sarebbero stati fragori o paura in sua presenza, ma sarebbe
venuto a lei nella gioia e nella pienezza dell’infanzia. Attraverso di lei un
bambino ora sarà Re: un bambino, debole indifeso, ma per mezzo di lui tutte le
potenze del male sono state per sempre spogliate del potere. Questo è ciò che
noi celebriamo nell’Annunciazione e perché la festa è sempre stata, e rimane,
così gioiosa e raggiante. Ma, ripeto, nulla di tutto ciò può essere compreso o
espresso nelle categorie limitate e nel linguaggio consueto dell’ateismo
“scientifico”, che ci porta a concludere che questo approccio volutamente e
arbitrariamente ha dichiarato un’intera dimensione dell’esperienza umana essere
inesistente, inutile e pericolosa, insieme con tutte le parole ed i concetti
utilizzati per esprimere tale esperienza. Per discutere questo metodo alle sue
proprie condizioni si dovrebbe come prima cosa scendere in un pozzo nero della
metropolitana, dove, poiché il cielo non può essere visto, la sua esistenza è
negata. Il sole non può essere visto, e così non c’è il sole. Tutto è sporco,
ripugnante, e scuro, e così la bellezza è sconosciuta e la sua esistenza
negata. È un luogo dove la gioia è impossibile, e così tutti sono ostili e
tristi. Ma se lasciate il pozzo e vi arrampicate fuori, improvvisamente vi
ritroverete nel bel mezzo di una chiesa clamorosamente gioiosa dove ancora una
volta si sente: “Con la voce dell’Arcangelo Ti gridiamo, o Sola Pura,
Rallegrati!”.
da:
Alexander Schmemann, The Celebration of Faith: The Virgin Mary, 28-32.
Απολυτίκιον Ευαγγελισμού:
Σήμερον της σωτηρίας ημών το κεφάλαιον, και του απ αιώνος Μυστηρίου η φανέρωσις. Ο υιός του Θεού, Υιός της παρθένου γίνεται, και Γαβριήλ την χάριν ευαγγελίζεται. Διο και ημείς συν αυτώ τη Θεοτόκω βοήσωμεν . Χαίρε κεχαριτωμένη, ο Κύριος μετά σου
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Oggi inizia la nostra
salvezza e la manifestazione dell’eterno mistero: il Figlio di Dio
diviene figlio della
Vergine e Gabriele annunzia la grazia.
Con lui gridiamo alla
Madre di Dio: Salve, o piena di grazia, il Signore è con te.
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