Il Nostro Signore e Dio, che conosce i cuori degli uomini e il futuro, volendo che fosse garantito l’avvenimento della sua Incarnazione, affinché nessuno degli eretici avesse avuto modo di dire, che era nato solo nella fantasia e che non aveva realmente preso la nostra carne cosa che invece molti degli eretici osarono dire, e inoltre per togliere ogni pretesto ai Giudei di poter dire, che egli non aveva vissuto secondo le loro usanze, e perciò per adempiere ogni comando della Legge, otto giorni dopo la sua incontaminata Nascita dalla Vergine, volle come ogni fanciullo, esser condotto nel luogo dove i Giudei avevano l’usanza di farsi circoncidere, e fu circonciso e fu chiamato Gesù, come era strato chiamato dall’Angelo, prima del suo concepimento nel grembo incontaminato della Madre di Dio. E ritornato di nuovo con i suoi genitori, fu allevato secondo il costume umano, avanzando nella sapienza, età e grazia.
sabato 31 dicembre 2011
Venerdì 1 Gennaio 2010
ΜΕΓΑΣ ΒΑΣΙΛΕΙΟΣ - ΑΠΟΛΥΤΙΚΙΟ
giovedì 29 dicembre 2011
Auguri
(Icona del Natale del Signore, Teofano il Crestese 1546 )
Preparati, Betlemme, l'Eden viene aperto a tutti; esulta, Efrata, perché l'Albero della vita, nella grotta, fiorisce dalla Vergine. Paradiso spirituale si è mostrato il suo seno, nel quale si trova il frutto divino, di cui, mangiandone, vivremo e non moriremo come Adamo. Cristo è nato per rialzare l'immagine caduta dell'uomo.(Kondakion del 23 dicembre)
Vi Auguro a tutti un Santo Natale
Arch. P. Manuel Nin osb
Rettore Pontificio Collegio Greco
Roma, Natale 2011
giovedì 22 dicembre 2011
Incarnazione: nuova creazione
“Colui che, fatto a immagine di Dio, era perito per la trasgressione, divenendo preda della corruzione, decaduto dalle altezze della vita divina, il sapiente Artefice di nuovo lo plasma”.
Così canta la prima ode del canone di Cosma di Gerusalemme, vescovo di Maiuma (sec. VII-VIII), che si usa tuttora nell’Orthros di Natale. Il canone è una composizione poetica di 9 odi inserita generalmente al mattutino della liturgia bizantina e, in forme poetiche, commenta il mistero celebrato e ne spiega., a modo di mistagogia, il significato. La prima ode oltre all’irmoscomprende tre tropari. Nel canone di Natale l’innografo presenta il mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio e l’effetto di redenzione e di rinnovamento nell’uomo, descrivendo l’evento come una nuova creazione – lo plasma di nuovo - in relazione alla creazione dei progenitori Adamo ed Eva. L’uomo era stato fatto “ad immagine di Dio” (primo tropario); era poi “decaduto dalle altezze divine” divenendo “preda della corruzione” a causa della “trasgressione”. Il Creatore, “vedendo perdersi l’uomo” - che egli aveva fatto con le sue mani e il suo soffio - “piegati i cieli discende in terra e ne assume tutta la sostanza umana dalla Vergine pura”. Egli Dio vero da Dio vero, si fa uomo “prendendo veramente carne”. (secondo tropario). Egli è vero Dio quindi e vero uomo. L’uomo “era perito per la trasgressione”, ed era decaduto in uno stato di corruzione. L’uomo “andava perdendosi”. Il male non aveva agito una volta per sempre, ma manteneva il suo deleterio influsso su ogni generazione, in un dinamico processo di perdizione. Ma Dio non poteva vedere che l’opera delle sue mani e il suo progetto creativo andasse alla malora. “Il Cristo Dio, Sapienza,, Verbo, Potenza, Figlio e Splendore del Padre, restando nascosto a tutte le potenze ultramontane e terrestri, fatto uomo, ci ha riacquistati”. Eravamo opera sua e ci ha recuperati, ci ha riscattati, ci ha redenti, ci ha riacquistati al prezzo del suo sangue. Ci ha giustificati. “Il Sapiente Artefice di nuovo lo plasma”, di nuovo crea l’uomo. E lo avvia per sentieri raddrizzati per le vie del cielo. Un secondo irmos giambico del giorno spiega: “Nascendo volontariamente dalla Vergine, apre per noi un sentiero praticabile per i cieli”. I tropari del giorno orientano l’uomo, fatta nuova creatura, all’incontro salvifico con Dio usando varie forme poetiche.”Cristo scende dai cieli, andategli incontro; Cristo è sulla terra, elevatevi” (irmos della prima ode). Il canone di Cosma ha il seguente acrostico, che costituisce un kerygma e una professione di fede:“Cristo fatto mortale, rimane qual era Dio”. E ogni tropario si conclude con una formula che dopo ogni tropario il popolo ripeteva come artificio didattico di apprendimento: “Perché si è glorificato”. Il Verbo di Dio nella sua epifania, nella sua opera di salvezza “si è glorificato”, ha manifestato la su potenza, sapienza e benevolenza vero l’umanità. La sua gloria.
Archimandrita Eleuterio F. Fortino
domenica 11 dicembre 2011
Pontificio Istituto Orientale
La Facoltà di Diritto Canonico Orientale
del Pontificio Istituto Orientale
(1971-2011)
Riflessioni sui primi quaranta anni di attività scientifica e suo influsso sulla scienza del diritto canonico orientale
sabato 10 dicembre 2011
La Domenica dei Santi Progenitori
Due domeniche prima della celebrazione del Natale, la Chiesa Ortodossa gioisce nella festa dei santi Progenitori dell’Antico Testamento, compresi quelli che sono venuti prima del dono della Legge. Predissero la venuta del Messia e furono redenti dalla sua salvifica Pasqua. Insieme con il Canone della Natività di Cristo, durante i servizi del giorno sono cantati gl’inni che seguono.
Offriamo lode ai Padri
che han brillato prima e durante la Legge;
con mente retta hanno servito il Signore e Maestro
che irradiava dalla Vergine,
e ora si dilettano nella luce senza fine.
Onoriamo Adamo, il primo uomo-plasmato e antenato di tutti noi,
che è stato onorato dalle mani del Creatore.
Riposa nelle dimore celesti con tutti gli eletti.
[...]
Con l’intera sua bocca, la lingua ed il cuore,
il prodigioso Enoch sperava che nello Spirito
potesse andare con mente divina a Dio, il Maestro di tutti.
Avendo vissuto sulla terra in modo molto gradito,
è stato assunto nella gloria.
Ascoltiamo le parole divine di coloro che gridano ad alta voce,
raccontando della venuta di Cristo.
Poiché ecco, Egli è nato in una grotta da una Vergine senza nozze,
e la sua tremenda nascita è preannunciata ai Magi
con la improvvisa comparsa stella.
[...]
C’è una grande differenza tra esistere e vivere. Molte persone esistono. Pochissimi davvero vivono. Solo coloro che cercano Dio hanno la vita. Solo coloro che si dilettano nei suoi comandamenti e gioiscono nel compiere la sua volontà vanno oltre la semplice esistenza ed effettivamente trovano la vita. “Cercate Dio, e vivrete” (Psalmo 69, 32, LXX). Questo è il grido del salmista Davide, che è particolarmente cantato in questa Domenica e la Domenica dopo Natale. La sua esortazione è in perfetta sintonia con le parole di Dio date a Mosè nella sua Rivelazione della legge divina.
“Vedi io ti ho posto davanti la vita e il bene, la morte e il male. Se obbedirai ai comandamenti del Signore, tuo Dio, che io ti comando oggi, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti e i suoi statuti e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese in cui stai per entrare per prenderne possesso. Ma se il tuo cuore si allontana, e non vorrai ascoltare, ma ti lascerai trascinare lontano per adorare altri dèi e per servirli, io vi dichiaro oggi, che certamente perirete; non vivrete a lungo nel paese in cui state andando oltre il Giordano per entrare e prenderne possesso. Io chiamo il cielo e la terra a testimoni contro di voi in questo giorno, che ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, tu e la tua discendenza, amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, perché ciò significa la vita per voi e la lunghezza dei giorni, affinché tu possa abitare sulla terra che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe”. (Deuteronomio 30,15-20)
I santi Padri e le sante Madri, insieme con tutti i loro discendenti, hanno scelto la vita. L’hanno trovata nel Messia di Dio, Gesù Cristo, che è la Vita stessa, Parola di Dio incarnata. La celebrazione della Pasqua Invernale è una celebrazione della vita nella Parola di Dio. Perché “Cristo che è la nostra vita” è già apparso (Colossesi 3,4). Abbiamo “contemplato la sua gloria” (Giovanni 1,14). Ora questa gloria è nascosta nella “condizione di servo” (Filippesi 2,7), ma sarà rivelata alla fine dei secoli in potenza per coloro che “hanno amato la sua manifestazione” e “vivono in Lui” (2 Timoteo 4,8; Colossesi 2,6).
Brillate come luci del cielo sulla terra
accendendo la luce della pietà.
Chiamate innanzi il coro di tutta la creazione
mentre cantate il Maestro che salva tutti dalla tentazione,
“BenediteLo, o fanciulli! EsaltateLo, o sacerdoti!
Lodate Cristo, genti tutte, in tutte le età!”.
Tratto da: http://www.antiochian.org/node/18630
San Daniele, stilita
San Daniele nacque nel 409 nella piccola città-mercato di Maratha, nei pressi di Samosata. All'età di dodici anni decise di abbracciare la vita monastica e alcuni anni dopo si recò in visita da san Simeone lo stilita del quale seguì le orme e dal quale fu benedetto. Nel 451, andò a Anapla, vicino a Costantinopoli e si chiuse in un tempio di idoli: in questo modo cercava di resistere alle tentazioni e accrescere nell'ascesi. Nel 460, dopo aver raggiunto una sufficiente capacità di resistenza divenne uno stilita ponendosi su di una colonna: né freddo, né caldo, né violenti venti, niente riusciva a indebolire il suo coraggio. Le sue gesta lo posero all'attenzione di tutti e il Patriarca Gennadio (458-471), decise di ordinarlo sacerdote. Anche l'imperatore Leone andò di persona a visitarlo per chiedergli consiglio e preghiere. Morì in pace il sabato 11 dicembre 493.
sabato 3 dicembre 2011
Cattolici e ortodossi a Mosca contro le persecuzioni dei cristiani
mercoledì 30 novembre 2011
Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI a S. Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico, per la festa di S. Andrea
lunedì 28 novembre 2011
Divina Liturgia nella Chiesa di Sant'Agata dei Goti a Roma
sabato 26 novembre 2011
Squilli di tromba
giovedì 24 novembre 2011
Nominato Vescovo il rettore del Pontificio Collegio “Pio Romeno” di Roma.
domenica 13 novembre 2011
Notizie di ECUMENISMO dal vicino oriente !!!!!!!!!!!!!
Marco Tosatti