Dom Emmanuele Lanne, monaco benedettino, studioso e conoscitore dell'Oriente Cristiano, impegnato e convinto, dai tempi del Vaticano II nel dialogo ecumenico con le Chiese Ortodosse. Nato a Parigi il 4 agosto 1923, Jacques Emmanuel Lanne fece gli studi di maturità greco-latina nella sua città ed entrò nel Seminario universitario dell’Istituto Cattolico di Parigi (ottobre 1942) per diventare sacerdote, benché già attratto dalla vita religiosa e monastica. Per aver rifiutato di lavorare in Germania, venne arrestato (aprile 1944) dalla polizia nazista che occupava la Francia, ma riuscì a fuggire. Durante la battaglia di Parigi (estate 1944) egli accompagnò il p. gesuita Jacquinot de Besange che intendeva impedire agli eserciti tedeschi che fuggivano, di portare via in Germania dagli ospedali parigini i prigionieri feriti americani, inglesi e francesi. Ad ottobre 1944 iniziò la teologia alla facoltà teologica dell’Istituto Cattolico di Parigi e il 2 febbraio 1945 fu incardinato nell’ arcidiocesi di Parigi e ricevette la tonsura clericale dalle mani del suo vescovo, il celebre cardinale Emmanuel Suhard. Finita la guerra decise di diventare monaco benedettino ad Amay-Chevetogne. Entrato in monastero il 5 gennaio 1946, fece professione monastica il 14 aprile
giovedì 24 giugno 2010
Eterna la sua memoria - αιώνια η μνήμη
mercoledì 23 giugno 2010
Disertatio ad Licentiam in Iure Canonico Orientali
410
fondamento del monachesimo orientale "sabato 12 giugno 2010
In un incontro presieduto dal cardinale Sandri
Il rapporto
Il rapporto
Il rapporto
tra liturgia e vita
di Manuel Nin
Una "lezione" viene da Oriente. E dai sacerdoti delle Chiese cattoliche orientali. Quella di recuperare, attraverso il particolare culto reso allo Spirito Santo, il rapporto tra liturgia e vita. Rapporto segnato anche dall'accoglienza della Parola "stagionata dal silenzio" e dalla riaffermazione dell'importanza dell'omelia, quale "estensione del catecumenato". È quanto ha messo in evidenza il cardinale prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, Leonardo Sandri, che, nel pomeriggio di giovedì 10, nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, ha presieduto un incontro di preghiera che ha preceduto e si è unito quasi senza soluzione di continuità con la grande veglia in piazza San Pietro con Benedetto XVI.
All'incontro erano presenti numerosi vescovi e sacerdoti orientali cattolici venuti a Roma per la conclusione dell'Anno sacerdotale. Inoltre, tutti i rettori con i seminaristi e sacerdoti studenti dei diversi collegi orientali di Roma - armeno, etiopico, greco, romeno, ucraino, russo, maronita, Giovanni Damasceno, Sant'Efrem - l'archimandrita esarca di Grottaferrata, l'abate dei mechitaristi di Venezia, i diversi procuratori patriarcali e degli ordini religiosi orientali, sono stati ricevuti dal cardinale prefetto, dal sottosegretario, monsignor Maurizio Malvestiti, e dai collaboratori ecclesiastici e laici del dicastero.
La preghiera si è strutturata in modo che potessero parteciparvi le diverse tradizioni liturgiche orientali presenti a Roma e anche i membri delle diocesi latine dipendenti dalla Congregazione per le Chiese Orientali. Le preghiere iniziali e il tropario della Pentecoste sono stati cantati in greco e in arabo, seguiti da diversi tropari cantati in romeno, ucraino e paleoslavo. La lettura di Atti 2, 1-
L'Osservatore Romano - 13 giugno 2010
martedì 8 giugno 2010
Incontro di preghiera per i sacerdoti e seminaristi orientali cattolici di Roma.
Il giovedì 10 giugno 2010, con motivo della conclusione a Roma dell''anno sacerdotale, si terrà nella chiesa di Santo Spirito in Sassia un incontro di preghiera per i sacerdoti e seminaristi orientali cattolici presenti a Roma. Il cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali ha voluto questo incontro per sottolineare l'interesse e la stima della Sede Apostolica verso le Chiese Orientali Cattoliche. La celebrazione di preghiera si terrà alle 17 del pomeriggio nella suddetta chiesa. Per poter includere in questo momento tutte le tradizioni orientali presenti a Roma nei diversi Collegi, si è pensato a uno schema di celebrazione come segue e che prevede la partecipazione delle diverse tradizioni orientali per mezzo dei cori dei Collegi Orientali di Roma. Le preghiere iniziali saranno fatte dal Pontificio Collegio Greco secondo la tradizione bizantina greca, che concluderanno col canto del tropario della Pentecoste. Poi seguiranno i canti dei tropari dei collegi di tradizione bizantina: ucraino, romeno, russo. Dopo la lettura di un testo delle lettere paoline, sua eminenza Sandri terrà la sua omelia. Di seguito ci saranno i canti liturgici siro malabaresi e siro malancaresi, maroniti e armeni. La benedizione finale sarà impartita dal cardinale Sandri e quindi si canterà l'antifona Salve Regina. L'incontro si concluderà con un agape fraterna nel cortile interno della Congregazione.
lunedì 7 giugno 2010
Un fratello e un padre per i Cristiani in Turchia
Iskenderun, 7. "Non abbiate paura!". Di vivere la fede e di annunciare con umiltà il Vangelo. Seguendo l'esempio tracciato da monsignor Luigi Padovese che fino alla fine ha accolto tutti, divenendo, per tutti, "fratello e padre" e lavorando alla costruzione di una Chiesa che ha voluto e vuole essere "porta e non muro". È un invito rivolto ai cristiani di Turchia, quello che nel pomeriggio di oggi ha accompagnato l'ultimo commosso saluto al vicario apostolico di Anatolia e presidente della Conferenza episcopale turca ucciso il 3 giugno scorso nella sua abitazione di Iskenderun. Un appello a non cedere allo sconforto. A lanciarlo l'arcivescovo di Izmir, Ruggero Franceschini, che ha tenuto l'omelia del rito funebre nella cattedrale di Iskenderun affollata da cristiani giunti da tutta la Turchia. A presiedere il rito il nunzio apostolico, arcivescovo Antonio Lucibello, che ha dato lettura del messaggio di condoglianze inviato dal Papa (di cui abbiamo dato conto nell'edizione di domenica 6, ndr) e ha citato le parole con cui il Santo Padre ieri a Cipro ha ricordato il lavoro svolto da monsignor Padovese nella preparazione dell'Instrumentum Laboris dell'assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi. Concelebranti tutti gli ordinari cattolici del Paese. Presenti rappresentanti delle Chiese sorelle. Come anche le autorità locali, che nei giorni scorsi, insieme a rappresentanti delle istituzioni statali, avevano già espresso il proprio cordoglio per la morte di una "persona perbene", di un uomo impegnato nel dialogo tra le culture e nella collaborazione per il bene comune. "La memoria di padre Luigi non avrebbe bisogno di essere esaltata con un elenco di opere buone", ha premesso nell'omelia monsignor Franceschini. Che, tuttavia, "per amore di verità e di giustizia", ha voluto ricordare alcune iniziative. Come la distribuzione di generi alimentari a oltre 70 famiglie in difficoltà - di cui solo una cristiana - la condivisione del cibo con gli amici musulmani durante le reciproche feste, gli aiuti alla popolazione durante le recenti alluvioni. E l'organizzazione, fin dal 1990, di simposi e convegni culturali per approfondire lo studio e la conoscenza di una terra "dove la Chiesa ha mosso i primi passi, celebrato i primi concili, e dove si è data una prima determinante struttura teologica". Franceschini, che dal 1993 al 2004 ha guidato la comunità cattolica di Iskenderun, ha così ricordato "l'amico che tutti abbiamo perso". Sottolineando come "a noi cristiani, in modo particolare, questa sua morte ricorda come la fedeltà al Vangelo, in certe situazioni, possa essere pagata con il sangue". E ha citato un passaggio di una delle sua ultime lettere scritte ai cristiani del Vicariato apostolico di Anatolia: "Vivere con voi e in mezzo a voi per me è stata una grazia". A questa stessa comunità, smarrita e addolorata, si è rivolto Franceschini richiamando la celebre espressione di Giovanni Paolo ii: "Non abbiate paura!". Di qui l'invito: "Non perdetevi di coraggio, siate lieti, come gli apostoli, di vivere nella sofferenza e nella prova, senza venir meno alla vostra fede, che è il motivo della nostra speranza, che è il fondamento della nostra gioia". Monsignor Padovese sarà tumulato nella sua città natale, Milano, dove lunedì 14, alle ore 10, in Duomo, si terrà un nuovo rito funebre presieduto dal cardinale arcivescovo Dionigi Tettamanzi.