mercoledì 29 settembre 2010
venerdì 24 settembre 2010
È morto monsignor Eleuterio Francesco Fortino, sotto-segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani
Memoria storica e anima del movimento ecumenico
Monsignor Eleuterio Francesco Fortino, anima storica della causa ecumenica, dal 1987 sotto-segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, è morto mercoledì 22 settembre, alle ore 21, nel policlinico universitario romano di Tor Vergata. Aveva 72 anni. Malato da tempo, era ricoverato da alcuni giorni per una serie di complicanze.
Sabato 25, alle ore 16, nella chiesa di Sant'Atanasio dei Greci, in via del Babuino a Roma, si celebrerà un trisaghion in sua memoria, secondo la tradizione bizantina. A presiederlo il rettore della chiesa, padre Manuel Nin. Le esequie si svolgeranno nel pomeriggio di domenica 26 nella chiesa parrocchiale a San Benedetto Ullano in Calabria, dove monsignor Fortino è nato e dove sarà poi sepolto.
Alle due celebrazioni sarà presente il vescovo Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, che rientrerà appositamente da Vienna dove sta partecipando alla riunione plenaria della commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme.
A Vienna avrebbe dovuto esserci anche monsignor Fortino, nella veste di segretario di parte cattolica della commissione. Le sue condizioni di salute gli hanno però impedito di partecipare. Giovedì mattina, all'inizio dei lavori, è stato ricordato dall'arcivescovo Kurt Koch, dal 1° luglio scorso presidente del dicastero ecumenico, e dal metropolita Ioannis di Pergamo, rappresentante del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e presidente di parte ortodossa della commissione. La notizia della sua morte "ha profondamente commosso tutti i partecipanti alla riunione di Vienna" dice monsignor Juan Fernando Usma Gómez, capo ufficio del Pontificio Consiglio.
Il metropolita ortodosso Gennadios, arcivescovo d'Italia e Malta ed esarca per l'Europa meridionale del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, ha ricordato monsignor Fortino come "una persona eccezionale. Perdiamo un amico, un fratello con cui per anni abbiamo lavorato per l'unità dei cristiani. Era una persona aperta e libera, comprensiva, molto stimata da tutti. Aveva comprensione, chiara e sincera, in tutto ciò che faceva e diceva. Rimarrà per sempre nei nostri cuori come colui con cui abbiamo lavorato insieme per realizzare la volontà di Dio perché tutti siano una cosa sola. Lo conoscevo da cinquant'anni, da quando per mandato del Patriarca Atenagora ho iniziato il mio apostolato in Italia. Monsignor Fortino partecipò alla mia ordinazione come vescovo e poi abbiamo collaborato quando sono divenuto metropolita arcivescovo per l'Italia e Malta. Oggi lui è tra i giusti e i buoni".
"Monsignor Fortino era veramente conosciuto da tutti coloro che sono impegnati nel dialogo ecumenico e aveva stretto negli anni grandi legami di amicizia con i suoi interlocutori" conferma monsignor Usma Gómez. Proprio alla vigilia del viaggio del Papa nel Regno Unito, in un'intervista al nostro giornale, l'arcivescovo Koch aveva parlato di monsignor Fortino come di "un uomo gentile di cui non puoi non essere amico, che con la sua esperienza custodisce la tradizione di questo ufficio". In queste ore il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani sta informando tutto il mondo ortodosso della morte del sotto-segretario, che è stato ricordato anche all'incontro in svolgimento in Polonia, dove la Chiesa cattolica e il Consiglio ecumenico delle Chiese stanno preparando la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani del 2012. "L'Ottavario era una delle sue grandi passioni - spiega monsignor Usma Gómez - perché mostrava il valore della preghiera e la priorità della dimensione spirituale. Anche per questo monsignor Fortino rappresenta l'ecumenismo in carne e ossa. Era capace di dire tutta la verità sulla fede cattolica in modo da non offendere ma con argomenti sufficientemente forti per far capire quali fossero i dissensi. Inoltre provava un amore travolgente per il comune respiro dei due polmoni della Chiesa. Si può dire che ha dato tutto se stesso perché in Occidente si conoscessero e apprezzassero i tesori della spiritualità orientale. Un passione vissuta con umiltà: era sempre pronto a imparare dai mondi spirituali e culturali che non gli erano propri". Il capo ufficio del dicastero ricorda poi "la sua attenzione alla dimensione pastorale del ministero sacerdotale, tanto da essere capace di alti studi accademici e di un annuncio del Vangelo comprensibile alla gente semplice".
Monsignor Fortino era nato il 2 aprile
Nel 1965 aveva iniziato a lavorare nell'allora Segretariato per l'Unione dei Cristiani, nella sezione orientale. Ha vissuto da protagonista tutto il cammino del dialogo ecumenico. C'era anche lui, ad esempio, il 30 novembre 1969 al Fanar nella delegazione che diede il via allo scambio regolare e ininterrotto di visite tra Costantinopoli e Roma per le feste patronali di sant'Andrea e dei santi Pietro e Paolo. Il 21 maggio 1987 era divenuto sotto-segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.
Appassionato scrittore e divulgatore, autore di numerosissime pubblicazioni, era per natura portato alla semplificazione e all'essenzialità. Ha collaborato a "L'Osservatore Romano" per quasi quarantacinque anni, scrivendo circa 250 articoli. Il primo, sull'"ecumenismo spirituale", venne pubblicato il 30 gennaio 1966.
(©L'Osservatore Romano - 24 settembre 2010)
giovedì 23 settembre 2010
Sabato 25 settembre: Esequie di Mons. Eleuterio Fortino
In memoria di mons. Eleuterio Fortino
Risuscita o Dio, giudica la terra…
I romani che, mattinieri, fanno una passeggiata domenicale in centro, nella calma mattinale di via del Babuino, trovano sempre la chiesa di Sant'Atanasio dei Greci aperta e, fino a poche settimane fa entrandoci anche lo sguardo sorridente ed accogliente di un sacerdote che gli invitava a rimanere per la celebrazione della Divina Liturgia. Questo era mons. Eleuterio Francesco Fortino, archimandrita dell'eparchia di Lungro in Calabria, sottosegretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani. Nato il 2 aprile
Eterna la tua memoria, fratello nostro indimenticabile e degno della beatitudine. Amin.
P. Manuel Nin, Rettore Pontificio Collegio Greco
giovedì 16 settembre 2010
Il Cardinale Sandri chiede di riscoprire il contributo dei cristiani melchiti
Bisogna far riscoprire il contributo che la Chiesa melchita è chiamata a offrire, soprattutto in occasione del Sinodo del Medio Oriente, che si celebrerà in Vaticano a ottobre. E' l'esortazione lasciata dal Cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ai Vescovi melchiti cattolici della diaspora presenti in Argentina. L'invito è risuonato durante la celebrazione eucaristica svoltasi questo martedì a Córdoba, alla presenza del Patriarca di Antiochia dei greco-melchiti, Sua Beatitudine Gregorios III Laham, di monsignor Abdo Arbach, esarca apostolico dei melchiti d'Argentina, e dell'Arcivescovo di Córdoba, monsignor Carlos José Ñáñez. La Chiesa greco-cattolica melchita è una Chiesa orientale cattolica di rito bizantino (nella sua variante greca), cioè una Chiesa particolare (sui iuris) della Chiesa cattolica che gode di autonomia ed è in piena comunione con il Papa. La Chiesa melchita ha origine in Medio Oriente, ma oggi i cattolici melchiti si sono diffusi anche in altri continenti. Attualmente sono 1.500.000. I fedeli sono in origine di lingua araba e la sede del Patriarca è a Damasco (Siria). "Sono già giunti apporti rilevanti dalla Chiesa melchita nella fase di preparazione e sono stati inclusi nell'Instrumentum laboris - ha detto il Cardinale Sandri -. Il tema, che è il vero obiettivo del Sinodo, deve essere costantemente tenuto da conto: '... La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola'. E' chiaro che questo è l'impegno di ogni comunità cristiana, in ogni luogo e in ogni tempo della storia cristiana, ma non si deve dare per scontato. Deve piuttosto rappresentare uno stimolo al quale non possiamo essere estranei". Il Cardinale ha insistito sul fatto che la comunione è indispensabile per sostenere la missione evangelica. "Un cuore solo e un'anima sola", ha spiegato, "devono cercare di essere sempre anche i Sinodi episcopali, perché lo sia ogni comunità intorno al proprio Vescovo, alle sue parrocchie e ai suoi sacerdoti. E' una responsabilità molto delicata che vi affido con spirito di fraternità e collegialità episcopali. Davanti ai nostri fedeli, per l'adesione che ci si chiede ogni giorno di rinnovare a Cristo Pastore, noi Vescovi non possiamo sottrarci a questo mandato: il mandato della comunione interna alla Chiesa, perché essa si diffonda in modo sempre più deciso". Il porporato ha segnalato che l'unità parte sempre da Cristo, ma "esige la nostra personale conversione all'unità. La conversione alla comunione è una croce quotidiana che bisogna portare affinché la Chiesa sia fermento di unità per tutto il genere umano". Dopo aver ricordato che manca poco più di un mese all'apertura del Sinodo, il prefetto del dicastero vaticano ha quindi sottolineato che i cattolici melchiti "sono molto radicati nel mondo orientale, ma anche tradizionalmente uniti alla Sede di Pietro, alla quale riconoscono la responsabilità che le è propria: quella della comunione". Il porporato ha poi invitato i Vescovi melchiti cattolici a mantenere viva la fisionomia della Chiesa nella diaspora, perché non si dimentichi delle proprie radici spirituali. "Penso allo sforzo spirituale richiesto per mantenere la seconda e la terza generazione melchita in America nell'autentica identità orientale, soprattutto nell'ambito della liturgia, senza per questo smettere di adottare la necessaria apertura al nuovo contesto ecclesiale e sociale. E' dunque urgente il rinnovamento della pastorale familiare, giovanile e vocazionale, anche all'interno della vostra Chiesa", ha detto. Si tratta di settori, ha aggiunto, "che bisogna affrontare congiuntamente, anche con una catechesi incisiva, completa, attenta alla situazione reale dei fedeli". Questo impegno per una catechesi più efficace è urgente soprattutto "per far fronte al grave problema delle sette e di alcune forme di religiosità", ma va unito all'adeguata formazione dei sacerdoti, "come educatori del popolo di Dio, perché abbiamo un'idonea conoscenza dottrinale e siano sostenuti da una solida spiritualità e da una buona maturità umana. Il discernimento vocazionale, la formazione dei candidati agli ordini sacri, la formazione permanente dei presbiteri rappresentano ovunque una priorità indeclinabile". Il porporato ha inoltre sottolineato la fraternità con cui il popolo e la Chiesa in Argentina hanno ricevuto i melchiti cattolici presenti nel Paese. La solidarietà dimostrata dai fedeli è indispensabile per costruire un futuro di speranza per quanti hanno abbandonato la patria in cerca di sicurezza e dignità materiale e spirituale. "Le sfide della nostra epoca richiedono la solidarietà di tutti i componenti della comunità cattolica e quella degli altri cristiani, come anche dei fedeli delle altre religioni, per incidere sul tessuto sociale, che conosce cambiamenti evidenti nella stessa patria argentina". "Non voglio approfondire questo ambito particolarmente delicato - ha ammesso il Cardinale Sandri -, ma non posso non chiedere alla Chiesa melchita e agli orientali cattolici, così convinti del bene supremo rappresentato dalla famiglia - prima cellula della società e della Chiesa -, di continuare a offrire un efficace apporto perché questa venga rispettata e l'unione dell'uomo e della donna, con il vincolo sacro del matrimonio sacramentale, sia difesa, soprattutto quando viene ferita gravemente". Il porporato ha infine concluso il suo intervento ricordando alla Chiesa melchita cattolica la vocazione di essere ponte di comunione tra Oriente e Occidente.
Chiesa Greco-Cattolica Ucraina
mercoledì 15 settembre 2010
Ecumenismo
L’8 ottobre prossimo verrà istituita a Vienna la Conferenza episcopale ortodossa austriaca. Lo ha comunicato ieri a Vienna il Metropolita Michael Staikos durante la visita del Patriarca serbo-ortodosso Irinej. L’istituzione della Conferenza episcopale ortodossa era stata decisa un anno fa durante una Conferenza pan-ortodossa presieduta dal Patriarca ecumenico Bartolomeo I per meglio esprimere l’unità ortodossa in Austria. Nel saluto al Patriarca Irinej, Staikos ha ricordato brevemente il passato “non sempre pacifico o armonioso” di greci, serbi e rumeni di confessione ortodossa. "Ma ciò che conta oggi è il futuro”, ha aggiunto il Metropolita, evidenziando che “la situazione giuridica della Chiesa ortodossa in Austria è esemplare per l'intera diaspora ortodossa”. Ciò si deve non solo allo Stato, ma anche alla "Chiesa cattolica romana in Austria, guidata dal card. Christoph Schönborn", ha rimarcato Staikos. Un ringraziamento particolare è stato rivolto alla fondazione "Pro Oriente", che secondo il Metropolita “ha preparato il terreno per l’ecumenismo, affinché centinaia di migliaia di fedeli ortodossi possano trovare un Paese amichevole, senza i pregiudizi della storia, che ci sono costati molta tristezza e molte lacrime".
da: www.orientecristiano.com
lunedì 13 settembre 2010
La festa dell’Esaltazione della Santa Croce nella tradizione bizantina.
Oggi la Croce porta l’Altissimo quale grappolo pieno di vita.
La festa del 14 di settembre porta come titolo nei libri liturgici di tradizione bizantina: “Universale Esaltazione della Croce Preziosa e Vivificante”, ed ha un’origine gerosolimitana collegata alla dedicazione della basilica della Risurrezione edificata sulla tomba del Signore nel 335, ed anche con la celebrazione del ritrovamento della reliquia della Croce da parte dell'imperatrice Elena e del vescovo Macario. La Croce ha un posto rilevante nella liturgia bizantina: tutti i mercoledì e venerdì dell'anno viene commemorata col canto di un tropario; inoltre si commemora anche la terza domenica di Quaresima e i giorni 7 maggio e 1 agosto. Nei testi liturgici bizantini la Croce viene sempre presentata come luogo di vittoria: di vittoria di Cristo sulla morte, di vittoria della vita sulla morte, luogo di morte della morte. La celebrazione liturgica del 14 settembre nella tradizione bizantina è preceduta da un giorno di prefesta il
P. Manuel Nin osb
Pontificio Collegio Greco