Il Patriarca siro-cattolico di
Antiochia chiede il sostegno della Chiesa e del mondo
Roma, 22 Ottobre 2014
Sua Beatitudine Ignazio
Youssef III Younan, Patriarca siro cattolico di Antiochia, ha dichiarato che la
sfida per i cristiani in Iraq e in Siria è "non solo vivere la nostra
vocazione cristiana, ma sopravvivere". Ha aggiunto che la Chiesa deve "prendersi cura di loro".
In una intervista rilasciata a
ZENIT, il Patriarca Younan ha raccontato delle sofferenze e delle sfide che le famiglie della sua
regione stanno affrontando, rivelando di essere “molto preoccupato”. Sua
Beatitudine ha parlato poi del Sinodo sulla Famiglia; le Sue speranze e
l’auspicio che la sua gente venga aiutata.
Alla fine di luglio, Papa
Francesco aveva chiamato il patriarca cattolico, dicendo che stava seguendo con
preoccupazione quanto avveniva in Iraq, in particolare la drammatica situazione
dei cristiani che vivevano a Mosul.
I militanti islamici avevano
minacciato di morte i cristiani di Mosul confiscando loro le case e tutti gli
averi se non si fossero convertiti. Mosul è la seconda città dell'Iraq ed è ora
senza una presenza cristiana per la prima volta in quasi duemila anni.
Il Patriarca Younan ha
denunciato gli attacchi dei membri dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante
(ISIS), tra cui un incendio doloso della sede episcopale della Chiesa
siro-cattolica di Mosul. Sua Beatitudine è stato anche uno dei sei patriarchi
del Medio Oriente che hanno partecipato ad un vertice a Washington nel mese di
settembre con i legislatori degli Stati Uniti per discutere e affrontare la
situazione di emergenza.
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Chi è il patriarca di Antiochia?
Sono Ignazio Youssef III
Younan, patriarca siro-cattolico di Antiochia. La nostra sede patriarcale si
trova a Beirut, in Libano.
Quali sono state le principali
preoccupazioni riguardanti la famiglia prima di questo Sinodo e, in particolare
quali le preoccupazioni nella vostra regione?
Le famiglie cristiane
dell'intero Medio Oriente, forse con la sola eccezione del Libano, si trovano
ad affrontare una grande sfida: come costruire un futuro, conservando la fede,
annunciando e trasmettendo la fede ai loro figli in maniera dignitosa,
garantendo e preservando la libertà. Quello che abbiamo affrontato negli ultimi
quattro mesi, è stato incredibilmente difficile per le nostre famiglie in Iraq,
così come per le famiglie cristiane che vivono in Siria.
In questi due paesi, si sta
verificando una sorta di battaglia per la sopravvivenza. Non solo come poter
vivere la nostra vocazione cristiana, ma realmente come sopravvivere. I
cristiani che ancora vivono nelle loro case in Iraq e Siria sono sfidati e
stanno affrontando tante difficoltà. Abbiamo problemi enormi per assistere
coloro che sono fuggiti dall'Iraq e dalla Siria. In più ci sono divisioni tra i
cristiani, perché sono alla ricerca di un altro Paese dove poter vivere la loro
fede in modo dignitoso, in piena libertà di religione e di coscienza.
E per coloro che sono stati
ospitati in paesi stranieri, la sfida è quella di riuscire ad integrarsi nella
società. Noi cristiani del Medio Oriente, abbiamo i nostri problemi, a cui si
aggiungono quelli delle famiglie cristiane di tutto il mondo, di fronte alle
sfide quali la globalizzazione, l'educazione dei bambini, il sostegno dei
giovani.
Abbiamo fede e nutriamo la
speranza che il Signore sostenga le nostre famiglie affinché siano testimoni
del Vangelo dell'amore e della pace.
In che modo il Sinodo ha
contribuito al rafforzamento delle famiglie cristiane ?
A mio parere, il Sinodo ha
fatto un ottimo lavoro analizzando i problemi e le difficoltà delle famiglie
cristiane di tutto il mondo. La situazione è molto diversa da Paese a Paese, da
continente a continente e da sud a nord. Ma il Sinodo ha fatto un ottimo
lavoro. E, in seguito al lavoro che si svolgerà da qui al prossimo anno ci
aspettiamo dal Sinodo del una risoluzione molto chiara per quanto riguarda le
famiglie cristiane.
In questo contesto intendo
sottolineare una mia considerazione particolare. Sono molto preoccupato per la
nostra gente in Iraq e Siria, e voglio far conoscere la realtà al mondo
soprattutto nei Paesi occidentali, dove si prendono le decisioni che
influenzano l’intero pianeta.
Devo dire loro di mantenere la
fedeltà ai principi della vera democrazia, della vera libertà, delle libertà
civili, così come la libertà di religione e di coscienza. E, infine, voglio
rassicurare le nostre famiglie,
confermando che la Chiesa non le abbandonerà e si prenderà cura di loro.
(22 Ottobre 2014) © Innovative
Media Inc.