A mezzogiorno le strade di Costantinopoli
erano ingombre di cadaveri, le case erano vuote, visto che gli ottomani stavano
uccidendo e catturando donne e bambini che, diranno le cronache, furono poi
stuprati e impalati. Le medesime cronache affermano anche che le chiese furono
distrutte, le icone tagliate, i libri bruciati. Il palazzo Imperiale bizantino,
il palazzo delle Blacherne, era deserto e l'icona più venerata dai bizantini,
la Vergine Odigitria, fu tagliata in quattro pezzi. A Santa Sofia i preti
stavano celebrando la liturgia mattutina; quando sentirono gli Ottomani
arrivare, allora sbarrarono la grande porta di bronzo, ma gli ottomani la
ruppero a colpi d'ascia, i preti furono uccisi mentre celebravano la messa, e
sgozzati anche sopra l'altare. In chiesa vi era una grande massa di gente che,
venuta a sapere che i Turchi stavano per arrivare, si era raccolta in chiesa
nell' attesa di un angelo che, secondo una tradizione, avrebbe cacciato i
Turchi da Costantinopoli quando l'avrebbero espugnata. Ma una storia popolana
narra che due preti presero i calici e le patene e si volatilizzarono, per
riprendere la messa dal punto in cui l'avevano interrotta solo quando
Costantinopoli fosse tornata in mano cristiana.
mercoledì 29 maggio 2013
lunedì 27 maggio 2013
Appello del card. Sandri dal Libano: liberate i vescovi e i sacerdoti rapiti in Siria
I giovani del Libano
sono stati protagonisti delle prime ore del Pontificato con le meditazioni
preparate per la Via Crucis al Colosseo, presieduta da Papa Francesco. Il
cardinale Leonardo Sandri – al terzo giorno della sua visita nel Paese
mediorientale – ha ricordato questo particolare durante l’incontro con i
giovani della Caritas. Con il vostro lavoro, ha detto il prefetto della
Congregazione per le Chiese Orientali, voi “toccate la carne di Cristo”,
secondo una espressione ormai nota del Papa, del quale il porporato ha portato
il saluto e la benedizione. Inoltre, il cardinale Sandri ha rammentato anche la
visita del settembre scorso compiuta da Benedetto XVI in Libano, in modo
particolare la veglia di preghiera a Bkerké.“L'intensità di questa preghiera –
ha detto – è stata come un fascio di luce proiettato verso il cielo in Medio
Oriente, che molti vorrebbero pieno di nuvole nere della guerra e della
violenza”. Noi tutti invece abbiamo detto: “Sì, c’è speranza, c’è la luce,
perché questi giovani ne sono portatori”. Vogliono costuire con la fede e la
gioia un futuro di pace e di riconciliazione". Successivamente, il
cardinale Sandri ha presieduto la liturgia ecucaristica nel Santuario di Nostra
Signora della Pace a Zahleh, un tempio – ha notato fra l’altro – dove
l’“intreccio di riti” delle comunità melchita e maronita, ma anche la comunione
che si avverte con i greci ortodossi, è – ha detto – “ un incentivo per l'unità
dei cristiani, ma per tutti i libanesi, perché la libertà e il rispetto siano
assicurati a tutti e la diversità diventi una ricchezza comune ». Riflettendo
sul significato spirituale della Santissima Trinità, il cardinale Sandri ha
concluso con una “preghiera speciale” a Maria per i due vescovi e due sacerdoti
rapiti in Siria tempo fa. “Sia Lei – ha invocato – a consolarli e a renderli
forti nella prova, mentre noi leviamo un forte appello per la loro liberazione
e il loro ritorno alle loro famiglie e le loro comunità ecclesiale".
http://www.orientecristiano.com/
sabato 25 maggio 2013
Riflessione...
Il Dio dei Cristiani non è un Dio
solitario, ma una famiglia.
In Dio sono tre persone distinte e
insieme congiunte in una danza e in un abbraccio cosi intrico da essere
uno.. Dio ha creato l’uomo a sua immagine.
Quindi ha plasmato la famiglia come riflesso
e riproduzione in piccolo della famiglia divina, la Trinità. La famiglia, appunto, come “comunità d’amore”.
Non un amore qualunque, ma trinitario:
dove cioè l’amore che circola al suo interno e lega i suoi membri deriva dall'amore che arde nel seno della Trinità e imita i rapporti tra le Persone
divine.
Sulla terra la famiglia di Nazareth ha
realizzato questo modello divino in misura perfetta.
La famiglia, quindi, è nata dal cuore di
dio, che è Famiglia.
Lo Spirito Santo, fonte dell’Amore, ci
concede le grazie necessarie affinché l’amore familiare, consacrato dal vincolo
del Matrimonio, si dimostri più forte di ogni debolezza e ogni crisi.
Sal. 127
Beato chi teme il Signore e cammina nelle
sue vie.
Della fatica delle sue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda nell'intimità della sua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa.
Ecco com'è benedetto l’uomo che teme il
Signore. Ti benedica il Signore di Sion.
Possa vedere tu il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita.
“Al disopra di
tutto vi sia la carità che è nel vincolo della perfezione...
Rivestirsi di
sentimento di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità,
sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente.
Come il Signore
vi ha perdonato, cosi fate anche voi.
La parola di Dio
dimori tra di voi abbondantemente... e tutto quello che fate..., tutto si compirà el nome del Signore.” (Col. 3,12-16)
La mia verità mi dice chi sono e mi fa
scoprire che mi realizzo nell’amore: esperienza spontanea dell’incontro nel quale
mi dono e sperimento di essere amato, è la felicità alla quale ogni uomo
aspira.
Mi sto scoprendo capace di stupore, di
meraviglia, di rispetto, di pudore, di attenzione.
La sincerità e la lealtà sono le
finestre attraverso le quali rivelo me stesso e colgo la presenza dell’altro.
E’ il miracolo dell’amore: dal bisogno
di integrazione al desiderio di condivisione dell’esperienza di comunione
originate da una nuova identità, l'identità del Noi. Identità unica, e
irripetibile, nella quale si gioca la propria vita in modo definitivo.
E’ la famiglia luogo di originario della
nascita e della crescita di una persona umana.
Le esperienze alternative non possono
essere riferite, rapportate alla famiglia, possono preparare ad essa, ma non
solo la famiglia, che come tale è il primo istituto naturale con valenza
giuridica e precede ogni altra istituzione primordiale, tra cui lo Stato, che
non crea la famiglia, ma la riconosce nel suo significato pubblico e sociale e
la protegge per il suo compito pubblico insostituibile. La cultura attuale
pretende di assimilare anche da un punto di vista giuridico le esperienze
alternative alla famiglia; se nel contesto dei diritti individuali, ciò puo
essere perseguito, non bisogna trascurare di chiamare le cose con il proprio
nome.
Non vanno trascurate le patologie nella
comunicazione affettiva e nella famiglia. Basti pensare alle tante situazioni di
irregolarità. Le sofferenze vanno accettate, e, per quanto possibile, curate.
Compito educativo in associazione
(A.G.E.S.C.I.), da parte degli Adulti, Capi Educatori, è “annunciare il Vangelo
della Famiglia”, attraverso la testimonianza personale o di coppie dei Capi,
mostrare l’ideale incarnato storicamente nella propria vita. Preparare percorsi
formativi sull'amore attraverso metodi che aiutino i ragazzi al rispetto,
alla collaborazione, all'amicizia In situazioni particolari (relazioni
affettive capo-ragazza, capo-genitore) avere molto rispetto, abbandonando il giudizio,
affermando la verità cristiana sull'amore e sulla famiglia, “facendo sempre la
verità nella carità”.
di Gabriele Rinaldi
venerdì 10 maggio 2013
Bisognerebbe un po rifletterci sopra !!!!!!!!!
Turchia, sventato un piano per uccidere
Bartolomeo I
Secondo i media tre uomini progettavano di uccidere il
Patriarca di Costantinopoli il prossimo 29 maggio
La polizia turca ha sventato un
piano per assassinare il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I riferisce
oggi la stampa di Ankara. Un uomo è stato arrestato, altri due sono ricercati.
Secondo la tv privata Ntv i tre progettavano di uccidere il capo della chiesa
greco-ortodossa mondiale il 29 maggio, in occasione del 560/o anniversario
della conquista ottomana di Costantinopoli. Stando a Zaman online il piano è
stato scoperto grazie ad una lettera anonima inviata al procuratore capo di
Istanbul.
È la seconda volta in cinque anni
che la polizia turca sventa un complotto per assassinare il leader spirituale
di circa 300 milioni di cristiani ortodossi nel mondo, ricorda Zaman online.
L'uomo arrestato, identificato come Serdar A., e i suoi due presunti complici
avrebbero dovuto colpire nell' anniversario della caduta dell'allora capitale
dell'impero bizantino nelle mani del sultano ottomano Mehmet II, nel 1453. La
conquista della città, oggi Istanbul, aveva segnato il crollo dell'impero
cristiano bizantino e la nascita di quello ottomano musulmano.
Bartolomeo I, al secolo Dimitris
Archotonis, 73 anni, cittadino turco, è patriarca ecumenico dal 1991. Il 19
marzo scorso ha partecipato a Roma alla messa di inizio del pontificato di Papa
Francesco a Roma. È stato il primo patriarca di Costantinopoli ad assistere
all'investitura di un nuovo pontefice dal grande scisma d'oriente del 1054.
giovedì 9 maggio 2013
Ad un’unica voce, per una sola Patria !
Ci avete fatto
vivere in un sogno che si chiama Patria, e sotto i governanti che hanno preso
dalla storia il loro campo giochi, hanno perso
entrambe le squadre e abbiamo perso il sogno.
Libano, figlio
dei dolori, della morte e delle emigrazioni. La sua storia scritta da capi
indegni delle loro sedi, di qualsiasi religione essi siano, cristiani o musulmani, rarissimi fra loro coloro
i quali hanno cercato il bene dei cittadini tralasciati alla provvidenza divina
che infatti non ha mai abbandonato nessuno.
Dio non vuole la
terra, ne il governo ne tantomeno i
soldi, non vuole niente, ma ci chiede di essere un tutt’uno, un unicum, una
cosa sola, senza che il cristiano
condanni il musulmano o viceversa, perché quando uno non si apre all’altro, si prova
che nessuno vive e sperimenta il vero esempio, uno con l’altro condividendo
entrambi la comune terra in pace, la fede, la patria come veri cittadini. Dio
che perdona, ama il giusto e la giustizia, il Dio in cui noi crediamo non ci
vuole cosi divisi in nome suo, ma ci vuole uniti e forti per poter veramente
lodare non con la vana parola ma con il cuore, cuore puro con conversione
interna ed esterna.
Dove possiamo trovare oggi quest’amore,
giustizia e perdono fra di noi cittadini dello stesso paese, della stessa madre
patria? Sono cose divine? Sono teorie?
Non penso
proprio perché se ci mettiamo a pensare bene tornando 10 anni indietro ci
ricorderemo dei discorsi dei nostri padri, nonni che ci hanno insegnato gli
stessi virtù che hanno dato la loro vita per renderli veri, per viverli con i
loro fratelli nella patria in pace e serenità, però come tutti gli esseri umani
su questa terra non cerchiamo mai di imparare della nostra storia,
dell’esperienza dei nostri predecessori che veramente hanno provato con tutti i
mezzi di salvare la cittadinanza che grazie a Dio siamo fieri di portarla.
Chi ci ha
preceduto sicuramente non viveva in un sogno, ed ancora oggi si notano i loro passi,
non possiamo vanificare il loro lavoro e pretendere di voler detenere con i nostri
nuovi mezzi tecnologici la superiorità su tutto. Oh tu che ti consideri sapiente attento a non cadere,
perché il vero uomo è quello che lascia la traccia sua sulla via dritta, per
cui invito me stesso in primo luogo e vi invito tutti a scrivere la nostra
storia con amore, con fede e fiducia in noi stessi e in Dio che veglia lassù
affinché regni la pace.
Vi invito ad
essere fratelli ed esempio uno dell’altro ovunque siate nel mondo perché come
dice il Corano «Dio converte chi vuole dei fedeli» e chiunque sii non poi
cambiare il destino che ha scritto Dio per lui, come anche nel Vangelo il
nostro Signore ci ha detto
«Se
qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da
quella città, scotete la polvere dai vostri piedi», chiedendoci di perdonarlo
eternamente vivendo l’esempio fino alla croce «Signore, quante volte perdonerò
mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?» E Gesù a lui: «Non ti
dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette».
Quel modello che
ha vissuto il mondo arabo, malgrado il periodo d’agonia che vive oggi il nostro prezioso Oriente, le chiese cattoliche
orientali hanno celebrato la Resurrezione del nostro Signore e Salvatore Gesù
Cristo, ognuno seguendo la propria tradizione ed il proprio rito. Ci sono tante
chiese orientali cattoliche e sono differenti, ma nello stesso momento sono
uniti nella Parola e nell’Agire per testimoniare la Pace, l’Amore e l’Unità fra
tutti nella diversità.
Chiese che hanno
vissuto momenti di difficoltà simili, ed hanno perso preziosi sacerdoti e
validi laici martiri per la testimonianza che stanno vivendo ogni giorno,
rischiando la propria vita per testimoniare la pace, l’amore e l’unità fra di
loro e con i loro concittadini, condividendo con essi una nazione, una cultura
e una lingua. Unendosi alla preghiera del Santo Padre e a tutte le preghiere dei
rispettivi Patriarchi, i quali li hanno confortato nei momenti deboli, e non li
hanno lasciati soli nel momento più difficile volendo dire a tutto il mondo e ad
una univoca voce Buona Pasqua, Buon Passaggio, dalla morte alla Resurrezione,
dal buio alla Luce, dal dubbio alla Fede.
Quello è il
messaggio di queste chiese sofferenti oggi, per cui invito tutti ad unirci a
loro elevando un’unica preghiera, invocando il Signore affinché gli dii la
pazienza e la solidarietà per poter continuare nella loro testimonianza
cercando di portare Pace e Luce alle loro terre, da cui San Paolo accecato ha
potuto vedere con il cuore il Signore.
Infine vorrei
augurarvi una buona festa dell’ascensione, momento liturgico di grande testimonianza
indelebile del Cristo Risuscitato, invitandovi a innalzare gli occhio e i cuori
verso il Signore, colui che ci affianca tramite i nostri fratelli e tramite noi
a loro. Preghiamo che Dio illumini la mente ed il cuore dei nostri governanti, sia
essi cristiani e musulmani, affinchè Dio gli liberi l’anima per poter cercare
sempre la pace fra di essi per il bene di tutto.
Michel Skaf,
alunno P.C.G
domenica 5 maggio 2013
Pasqua Ortodossa
MESSAGGIO
PATRIARCALE PER LA SANTA PASQUA
+ B A R T O L O M E O
PER GRAZIA DI DIO
ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI – NUOVA ROMA
E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA, GRAZIA, PACE E MISERICORDIA
DA CRISTO GLORIOSAMENTE RISORTO
ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI – NUOVA ROMA
E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA, GRAZIA, PACE E MISERICORDIA
DA CRISTO GLORIOSAMENTE RISORTO
Fratelli concelebranti e Figli fedeli e devoti della Chiesa,
Cristo è Risorto!
L’annuncio della Resurrezione da
parte delle donne Mirofore ai Discepoli di Cristo, è stata considerata da
questi un delirio. E tuttavia la notizia definita come delirio, si è confermata
come Verità. Il Cristo risorto, si è manifestato ai Suoi Discepoli ripetutamente.
Nella nostra epoca, la proclamazione della Resurrezione è avvertita ancora una volta come un delirio per i razionalisti. Ciò nonostante, noi credenti non solo crediamo, ma anche viviamo la Resurrezione come il fatto più veritiero. Suggelliamo la nostra testimonianza, se c’è bisogno, col sacrificio della nostra vita, in quanto nel Cristo Risorto, superiamo la morte e siamo liberati dalla paura di essa. La nostra bocca è piena di gioia nel dire: E’ risorto il Signore. I nostri Santi, morti per il mondo, vivono tra noi, rispondono alle nostre richieste. Il mondo oltre la morte è più vero di quello prima della morte. Cristo è risorto e vive tra noi. Ha promesso che sarà con noi fino alla fine dei tempi. E veramente lo è. Amico e fratello e terapeuta e datore di ogni bene.
Nella nostra epoca, la proclamazione della Resurrezione è avvertita ancora una volta come un delirio per i razionalisti. Ciò nonostante, noi credenti non solo crediamo, ma anche viviamo la Resurrezione come il fatto più veritiero. Suggelliamo la nostra testimonianza, se c’è bisogno, col sacrificio della nostra vita, in quanto nel Cristo Risorto, superiamo la morte e siamo liberati dalla paura di essa. La nostra bocca è piena di gioia nel dire: E’ risorto il Signore. I nostri Santi, morti per il mondo, vivono tra noi, rispondono alle nostre richieste. Il mondo oltre la morte è più vero di quello prima della morte. Cristo è risorto e vive tra noi. Ha promesso che sarà con noi fino alla fine dei tempi. E veramente lo è. Amico e fratello e terapeuta e datore di ogni bene.
Benedetto sia Dio, il Risorto dai
morti e che dona a tutti la vita eterna. Dov’è o morte la tua vittoria? E’
risorto Cristo “e ha mostrato colui che si gloriava senza misura come un
giocatore ridicolo (v. Canone Stavroanastasimo del 4° tono, IX Ode,
poema di Giovanni Damasceno). Ogni cosa è riempita di Luce ed i nostri cuori
sono riempiti di una gioia straordinaria.
E non solo di gioia, ma anche di forza. Colui che crede nella Resurrezione, non teme la morte; e colui che non teme la morte è psicologicamente inflessibile e irriducibile, in quanto ciò che per i molti e i non credenti è la più temibile minaccia, per il cristiano credente è un fatto di poca importanza, in quanto essa è l’ingresso nella vita. Il credente cristiano vive la Resurrezione anche prima della sua morte naturale.
La conseguenza del vivere la Resurrezione è la trasformazione del mondo. Entusiasma l’anima. E l’anima entusiasta attrae sul suo percorso le altre anime, le quali si commuovono nel vivere in verità la gioia della Resurrezione. La Resurrezione di Cristo e la nostra propria resurrezione non sono una verità teorica. Sono dogma della nostra fede. Sono un realtà palpabile. Sono la forza che ha vinto il mondo, nei confronti delle più dure persecuzioni contro di essa. “Questa è la vittoria che ha vinto il mondo, la nostra fede” (1 Gv. 5,4) nella Resurrezione. Per mezzo della Resurrezione l’uomo diviene per grazia Dio. Per mezzo della vittoria della luce della resurrezione sulle passioni umane, si stabilisce nella nostra anima un fuoco divino ed un certo strano amore che supera la condizione umana.
Cristo è risorto, dunque! I nostri cuori sono straripanti di Luce e di gioia di Resurrezione . Ci presentiamo con naturalezza e semplicità al Cristo Risorto. Perché come dice il Profeta Davide, “un cuore contrito ed umiliato, non lo disprezzerà” (Sal. 50,19).
La Resurrezione è la nostra forza, la nostra speranza, la nostra gioia, il nostro annuncio. Attraverso la Resurrezione superiamo il dolore e l’afflizione per tutte le cose tristi della vita naturale terrena. La Resurrezione è la risposta di Dio al dubbio dell’uomo ferito dai mali del mondo.
E non solo di gioia, ma anche di forza. Colui che crede nella Resurrezione, non teme la morte; e colui che non teme la morte è psicologicamente inflessibile e irriducibile, in quanto ciò che per i molti e i non credenti è la più temibile minaccia, per il cristiano credente è un fatto di poca importanza, in quanto essa è l’ingresso nella vita. Il credente cristiano vive la Resurrezione anche prima della sua morte naturale.
La conseguenza del vivere la Resurrezione è la trasformazione del mondo. Entusiasma l’anima. E l’anima entusiasta attrae sul suo percorso le altre anime, le quali si commuovono nel vivere in verità la gioia della Resurrezione. La Resurrezione di Cristo e la nostra propria resurrezione non sono una verità teorica. Sono dogma della nostra fede. Sono un realtà palpabile. Sono la forza che ha vinto il mondo, nei confronti delle più dure persecuzioni contro di essa. “Questa è la vittoria che ha vinto il mondo, la nostra fede” (1 Gv. 5,4) nella Resurrezione. Per mezzo della Resurrezione l’uomo diviene per grazia Dio. Per mezzo della vittoria della luce della resurrezione sulle passioni umane, si stabilisce nella nostra anima un fuoco divino ed un certo strano amore che supera la condizione umana.
Cristo è risorto, dunque! I nostri cuori sono straripanti di Luce e di gioia di Resurrezione . Ci presentiamo con naturalezza e semplicità al Cristo Risorto. Perché come dice il Profeta Davide, “un cuore contrito ed umiliato, non lo disprezzerà” (Sal. 50,19).
La Resurrezione è la nostra forza, la nostra speranza, la nostra gioia, il nostro annuncio. Attraverso la Resurrezione superiamo il dolore e l’afflizione per tutte le cose tristi della vita naturale terrena. La Resurrezione è la risposta di Dio al dubbio dell’uomo ferito dai mali del mondo.
Nelle difficoltà e nelle
disavventure che vive oggi il mondo, noi non cediamo,
La riunione su ciò degli impauriti Discepoli del Signore nella stanza superiore di Sion, ci rafforza. Non abbiamo paura, perché amiamo tutti, come ci ha amato Colui che ha offerto la Sua anima per noi. In un modo divino e umano, il Signore Risorto ci accompagna invisibilmente. Basta avere – e ne abbiamo – amore. E con l’amore siamo testimoni della forza del Mistero. Del Mistero! E se altri sono incerti umanamente, e “ hanno ammassato mucchi di covoni delle opere” (stichirà del Vespero della Domenica del Figliol Prodigo), noi ci gloriamo. E anche se noi “non disperdiamo con benevola compassione la pula delle opere dell’ingiustizia e le nostre passioni e non distendiamo aie di conversione”, il Cristo Risorto è Amore e scioglie ogni sorta di tenebra e la paura attorno a noi ed entra in noi e nel mondo, spesse volte pur essendo chiuse le porte dei nostri cuori. E “resta con noi” stabilmente attraverso la croce dell’amore. Il suo invito è la pace. Offre a noi la Sua pace. I potenti di questo mondo assicurano e promettono pace, ma mai essa si è attuata in pratica. La forza del Divino Amore, della Pace e della Sapienza, resta fuori da ogni sgomento umano . Non si trova né a margine della realtà né nel cerchio di certe opinioni individuali. E’ il cuore il centro dei fatti. E’ il cuore dell’umanità. E’ il centro della vita. Esercita la signoria sui vivi e sui morti. E’ la Verità.
La riunione su ciò degli impauriti Discepoli del Signore nella stanza superiore di Sion, ci rafforza. Non abbiamo paura, perché amiamo tutti, come ci ha amato Colui che ha offerto la Sua anima per noi. In un modo divino e umano, il Signore Risorto ci accompagna invisibilmente. Basta avere – e ne abbiamo – amore. E con l’amore siamo testimoni della forza del Mistero. Del Mistero! E se altri sono incerti umanamente, e “ hanno ammassato mucchi di covoni delle opere” (stichirà del Vespero della Domenica del Figliol Prodigo), noi ci gloriamo. E anche se noi “non disperdiamo con benevola compassione la pula delle opere dell’ingiustizia e le nostre passioni e non distendiamo aie di conversione”, il Cristo Risorto è Amore e scioglie ogni sorta di tenebra e la paura attorno a noi ed entra in noi e nel mondo, spesse volte pur essendo chiuse le porte dei nostri cuori. E “resta con noi” stabilmente attraverso la croce dell’amore. Il suo invito è la pace. Offre a noi la Sua pace. I potenti di questo mondo assicurano e promettono pace, ma mai essa si è attuata in pratica. La forza del Divino Amore, della Pace e della Sapienza, resta fuori da ogni sgomento umano . Non si trova né a margine della realtà né nel cerchio di certe opinioni individuali. E’ il cuore il centro dei fatti. E’ il cuore dell’umanità. E’ il centro della vita. Esercita la signoria sui vivi e sui morti. E’ la Verità.
La incontestabile superiorità
della Potenza tiene invisibilmente le redini, dirige ogni cosa , nello stesso
tempo in cui molti uomini “hanno il buio nella mente”: Nel periodo del
generale odierno sfacelo mondiale, la speranza di tutti i confini della terra,
la Sapienza di Dio, è la presenza della sintesi e
dell’armonia celeste. Nel momento del crollo e della attesa della morte,
vi è la realtà della Resurrezione e il conforto della fede nel Signore.
La pace di colui che ha calpestato la morte con la morte attraverso il suo annientamento e la gioia dell’amore rallegrano e guariscono l’”umanità” attuale che geme e soffre in ogni momento e con essa anche la natura che geme e soffre, “attendendo la rivelazione e l’adozione della libertà della gloria dei figli di Dio.”(Rom. 8,20-23).
La pace di colui che ha calpestato la morte con la morte attraverso il suo annientamento e la gioia dell’amore rallegrano e guariscono l’”umanità” attuale che geme e soffre in ogni momento e con essa anche la natura che geme e soffre, “attendendo la rivelazione e l’adozione della libertà della gloria dei figli di Dio.”(Rom. 8,20-23).
Veramente il Signore è risorto,
padri e fratelli e figli!
Santa Pasqua 2013
Il Patriarca di Costantinopoli
Fervente supplice di tutti voi
Verso il Cristo Risorto.
Fervente supplice di tutti voi
Verso il Cristo Risorto.
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