mercoledì 30 novembre 2011

Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI a S. Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico, per la festa di S. Andrea



Sant'Andrea, apostolo



A Sua Santità Bartolomeo I,
Arcivescovo di Costantinopoli
Patriarca ecumenico

«Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede»(Rm 15, 13).

Nella comunione della fede che abbiamo ricevuto dagli Apostoli e nella carità fraterna che ci lega, mi unisco di tutto cuore alla celebrazione solenne che Vostra Santità presiede nella festa dell'apostolo e martire sant'Andrea, fratello di Pietro e santo protettore del Patriarcato ecumenico, per augurare a Vostra Santità, ai membri del Santo Sinodo, al clero e a tutti i fedeli, un'abbondanza di doni celesti e di benedizioni divine. Le mie preghiere, come pure quelle di tutti i fratelli e sorelle cattolici, accompagnano le vostre per invocare da Dio, nostro Padre, che ama la sua Chiesa e la edifica sul fondamento degli Apostoli, la pace nel mondo intero, la prosperità della Chiesa e l'unità di tutti coloro che credono in Cristo. La delegazione che vi ho inviato, guidata dal mio venerabile fratello, il Cardinale Kurt Koch, al quale ho affidato questo messaggio augurale, costituisce il segno tangibile della mia partecipazione e le porta il saluto fraterno della Chiesa di Roma.

Conservo nel mio cuore il ricordo ancora molto vivo del nostro ultimo incontro, quando ci siamo recati insieme, come pellegrini della pace, alla città di Assisi, per riflettere sul profondo rapporto che unisce la ricerca sincera di Dio e della verità a quella della pace e della giustizia nel mondo.

Rendo grazie al Signore che mi ha permesso di rafforzare con Vostra Santità i vincoli di amicizia sincera e di fraternità autentica che ci uniscono, e di rendere testimonianza al mondo intero dell'ampia visione che condividiamo riguardo alle responsabilità alle quali siamo chiamati in quanto cristiani e pastori del gregge che Dio ci ha affidato.

Le circostanze attuali, siano esse di ordine culturale, sociale, economico, politico o ecologico, pongono ai cattolici e a gli ortodossi esattamente la stessa sfida. L'annuncio del mistero della salvezza, attraverso la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, ha oggi bisogno di essere rinnovato con forza in numerose regioni che, per prime, accolsero la luce e che ora subiscono gli effetti di una secolarizzazione in grado di impoverire l'uomo nella sua dimensione più profonda. Di fronte all'urgenza di un simile compito, abbiamo il dovere di offrire all'umanità intera l'immagine di persone che hanno acquisito una maturità nella fede, capaci di riunirsi malgrado le tensioni umane, grazie alla ricerca comune della verità, consapevoli che il futuro dell'evangelizzazione dipende dalla testimonianza di unità resa dalla Chiesa e dalla qualità della carità, come ci insegna il Signore nella preghiera che ci ha lascito: «perché tutti siano una cosa sola... e il mondo creda» (Gv 17, 21). È per me motivo di grande conforto constatare che anche Vostra Santità, da quando è stata chiamata al ministero di Arcivescovo di Costantinopoli e di Patriarca ecumenico, venti anni fa, ha sempre avuto a cuore la questione della testimonianza della Chiesa e della sua santità, nel mondo contemporaneo.

Santità, in questo giorno in cui celebriamo la festa dell'apostolo Andrea, leviamo ancora una volta la nostra ardente supplica al Signore affinché ci consenta di progredire lungo il cammino della pace e della riconciliazione. Che possiamo, con l'intercessione di sant'Andrea e dei santi Pietro e Paolo, santi patroni rispettivamente della Chiesa di Costantinopoli e della Chiesa di Roma, ricevere il dono dell'unità che ci viene dall'alto!

Con questi sentimenti di fede, di carità e di speranza, le riformulo, Santità, i miei voti più ferventi e scambio con lei un abbraccio fraterno in Cristo nostro Signore.

Dal Vaticano, 24 novembre 2011

Benedetto XVI

© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana


lunedì 28 novembre 2011

Divina Liturgia nella Chiesa di Sant'Agata dei Goti a Roma


L’altare dove riposano i corpi santi dei martiri Greci,
chiesa di S. Agata dei Goti, Roma


Venerdì 2 Dicembre alle ore 18:00, nella Chiesa di Sant'Agata dei Goti, il Pontificio Collegio Greco celebrerà una Divina Liturgia in rito Greco-Bizantino, per commemorare i Santi Martiri Greci che come tradizione vuole, li riposano.



sabato 26 novembre 2011

Squilli di tromba



di Eleuterio Fortino


Le eparchie cattoliche bizantine in Italia, nella linea della grande tradizione bizantina, hanno nel loro calendario liturgico, tre “memorie” dei concili ecumenici. Le rileviamo dall'Imerologhion dell'eparchia di Lungro: domenica tra l'Ascensione e la Pentecoste (o VII domenica di Luca): domenica dei santi Padri del i concilio ecumenico di Nicea o dei 318 Padri; domenica tra il 13 e il 19 luglio: domenica dei santi Padri del iv concilio ecumenico di Calcedonia e dei santi Padri del i concilio ecumenico di Nicea, del ii in Costantinopoli, del III in Efeso, del v e vi in Costantinopoli; domenica dopo l'11 ottobre: domenica dei Santi Padri del VII concilio ecumenico.
Praticamente vengono commemorati i santi Padri di tutti i sette concili che cattolici e ortodossi considerano insieme come ecumenici.
Una tale celebrazione e la sua insistenza nel calendario ha un particolare valore liturgico-teologico ed ecclesiologico. Per un tentativo di analisi va innanzitutto rilevata la celebrazione stessa: l'evento ed i suoi aspetti storici e liturgici; in secondo luogo il messaggio che si deduce dai testi liturgici per la vita dei credenti: formulazione della professione di fede e per la coscienza sinodale della Chiesa.
Le celebrazioni dei concili in tre domeniche dell'anno liturgico bizantino, sono ben definite nei libri liturgici con propria innografia. L'introduzione delle tre memorie nel calendario è avvenuta in epoche e circostanze diverse. Va anche notato che tutte le Chiese orientali celebrano la festa dei concili, almeno quella del primo concilio ecumenico di Nicea (325), da cui proviene la professione di fede contenuta nel Simbolo niceno.
Qui noi ci limitiamo alla tradizione bizantina e ci riferiamo alla celebrazione così come si trova attualmente nei libri liturgici, ossia ci riferiamo alla traditio recepta, senza entrare nella varietà delle testimonianze codicografiche, limitandoci a una breve premessa storica.
Il fatto che la Chiesa bizantina celebri nella liturgia, con insistenza e con specificazione l'evento conciliare, è degno di nota.
La motivazione generale di una tale intuizione e prassi va trovata nella considerazione del concilio ecumenico come tromba di Dio che annuncia la verità salvifica. Le decisioni conciliari hanno riguardato il dogma trinitario e quello cristologico in particolare e di conseguenza l'economia di salvezza. I concili hanno spiegato, per quanto possibile, ciò che Dio è e ciò che ha fatto per redimere l'uomo. Questo collegamento con la storia della salvezza ha reso possibile la loro celebrazione come avvenimento salvifico.
Una tale percezione giustifica anche il fatto che sia stato possibile celebrare globalmente tutti i Padri che hanno partecipato ai vari concili, indipendentemente da un'indagine sulla santità personale. Si celebrano i Padri di un concilio, i quali hanno proclamato la verità sulla Trinità, su Gesù Cristo, che «per noi uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli e si incarnò per opera dello Spirito Santo e da Maria Vergine e si fece uomo».
L'opera dei concili è santa e santificante; la si può celebrare a gloria di Dio che vuole che tutti gli uomini siano salvi.
La celebrazione dei concili nella Chiesa bizantina è indice, anche e non secondariamente, della impostazione che la conciliarità ha nella visione ecclesiologica orientale.
La sinodalità è un aspetto strettamente connesso alla comunione ecclesiale.

(©L'Osservatore Romano 27 novembre 2011)


giovedì 24 novembre 2011

Nominato Vescovo il rettore del Pontificio Collegio “Pio Romeno” di Roma.


Padre Claudiu Lucian Pop



Padre Claudiu Lucian Pop è nato il 22 luglio 1972 a Piscolt nella regione di Satu Mare. Entrambi i genitori furono professori di lingua e letteratura romena ed il suo nonno fu prete greco-cattolico che ha contribuito in un modo attivo alla formazione religiosa ed umana di Padre Claudio. Padre Claudio a seguito la Scuola Generale nella località di Jibou in seguito si specializza in chimica-biologia. Nel1991 dopo un anno di studi alla Facolta di Chimica a Bucarest rinuncia allo studio scientifico per dedicarsi totalmente al sacerdozio e alla teologia . Con la fiducia e benevolenza di Sua Eccellenza Mons. Vasile Hossu, Vescovo di Oradea Mare, riceve una borsa di studio a Roma. Tra gli anni 1991-1999 fu alunno del Pontificio Collegio Pio Romeno di Roma. Ha studiato la filosofia alla Pontificia Università Urbaniana e puoi la Teologia alla Pontificia Università Gregoriana ottenendo la Licenza in Teologia Spirituale nel 1998 e il Dottorato nell 2006. Viene ordinato sacerdote nel 23 luglio 1995; tra gli anni 1997-1999 è responsabile sotto la guida di Padre Jacques Raquez della chiesa greco-cattolica Romena di Roma, Santissimo Salvatore alle Coppelle. Tra gli anni 1999-2001 e vicerettore della Missione Greco-Cattolica di Parigi e tra il 2001 e dicembre 2007 Rettore della stessa Missione. Nel 12 dicembre 2007 su richiesta dell’Arcivescovo Maggiore e del Sinodo dei Vescovi della Chiesa Greco-Cattolica Romena viene stato nominato da parte della Congregazione per le Chiese Orientale Rettore del Pontificio Collegio Pio Romeno di Roma.

Traduzione di Traian Radu Coste

Al Neo Vescovo rivolgiamo i nostri migliori auguri di un fecondo episcopato.
Axios.




domenica 13 novembre 2011



Organizza

SABATO 3 DICEMBRE 2011, Ore 9:30 ACCADEMIA DI ROMANIA IN ROMA PIAZZA JOSE’ DE SAN MARTIN, 1


L’ASCETISMO CALABRO ALTO-MEDIOEVALE NELLA
RIVISITAZIONE DEL MONACO KOSMAS († 2010)

Ore 9:30 Saluti e introduzione all’incontro Dott. Giuseppe Sergio Balsamà, Presidente dell’Associazione Insieme per l’Athos

Ore 9:45 Il monachesimo come scelta di vita. Intervista rilasciata dallo ieromonaco Kosmas alla trasmissione radiofonica Uomini e Profeti (GR3 - 2002)

Ore 10:00 Il Monachesimo Bizantino in Sicilia e in Calabria tra i secoli IX e XII
Prof.ssa Katherine Douramani (Pontificio Istituto Orientale)

Ore 10:45 Un santo giramondo: Elia il Giovane (A.A.M.)

Ore 11:15 Piètas e miracoli di Elia lo Speleota Prof. Giovanni Saladino (scrittore)

Ore 11:50 Conclusione e saluti

Moderatore: Prof. Marco Merlini (Università Lucian Blaga - IPCTE, Sibiu - Romania)




Notizie di ECUMENISMO dal vicino oriente !!!!!!!!!!!!!


Nicea, chiesa trasformata in moschea

Hagia Sophia di Nicea, il luogo in cui si svolse il settimo Concilio ecumenico nell'anno 787 sta per essere dichiarata una moschea dalle autorità turche



Marco Tosatti








Hagia Sophia di Nicea, il luogo in cui si svolse il settimo Concilio ecumenico nell'anno 787 sta per essere dichiarata una moschea dalle autorità turche. Come la stampa turca riferisce la chiamata alla preghiera del muezzin è stata cantata giovedì scorso, per la prima volta dalla fondazione della Repubblica turca nel 1923. Il minareto è stato aggiunto alla Chiesa della città chiamata dai turchi Iznik durante il periodo ottomano. L'anno scorso fu restaurato. Con la preghiera celebrata all'inizio della festa islamica sacrificale domenica mattina, l'ex chiesa sarà pronta per le cerimonie religiose islamiche. La decisione dell'ufficio del Consiglio di amministrazione, l'autorità competente ha suscitato un dibattito feroce. Selcuk Mülayim dell'Università di Marmara, storico dell'arte ha sottolineato l'importanza dell'edificio nella storia del cristianesimo e ha avvertito che la mossa segnerebbe l’inizio di proteste da tutto il mondo. La camera di commercio di Iznik ha criticato la mossa come totalmente incomprensibile, dal momento che la piccola città vive di turismo. Controverso è anche il fatto se tocchi al Consiglio spiegare come la chiesa precedente sia stata convertita da un museo in una moschea. L'ufficio ha spiegato che l'edificio era stato segnalato da parte da parte della comunità “ingiustificatamente” come museo, dal momento che non era mai stato utilizzato come un museo prima. L'anno scorso in ogni caso, un cartello fu posto davanti alla struttura della chiesa restaurata con "Museo" scritto su di esso; un guardiano faceva pagare il biglietot di ingressoo. In Hagia Sophia di Nicea i vescovi dell'Impero romano furono riuniti nel 787, per decidere la controversia iconoclasta bizantina e per consentire la venerazione delle icone. Nicea fu anche il luogo di incontro del primo Concilio ecumenico nell'anno 325. Il palazzo in cui il Consiglio ha avuto luogo non esiste più. Hagia Sophia fu trasformata in una moschea dai musulmani nel 1331 quando conquistarono la città e dopo un incendio venne restaurata dall'architetto Mimar; fu poi distrutta nella battaglia di Bursa nella guerra d'indipendenza turca nel 1920. Le rovine vennero restaurate nel 2007 e hanno attirato turismo religioso cristiano.


14 Novembre memoria di San Filippo Apostolo


San Filippo Apostolo


Il 14 Novembre nel sinassario bizantino si fa memoria di San Filippo uno dei dodici Apostoli. Filippo era della città di Betsaida in Galilea, è appena citato nei Vangeli di Matteo, Marco e Luca. Giovanni lo presenta per la prima volta mentre fa il conto di quanto costerebbe sfamare la turba che è al seguito di Gesù (6,57). E, più tardi, quando accompagna da Gesù, dopo l’ingresso in Gerusalemme, alcuni “Greci” venuti per la Pasqua: quasi certamente “proseliti” dell’ebraismo, di origine pagana (12,21 ss.). Nell’ultima cena, Filippo è uno di quelli che rivolgono domande ansiose a Gesù. Gli dice: "Signore, mostraci il Padre e ci basta", attirandosi dapprima un rilievo malinconico: "Da tanto tempo sono con voi, e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo?". E poi arriva, a lui e a tutti, il pieno chiarimento: "Chi ha visto me, ha visto il Padre".
Dopo l’Ascensione di Gesù, troviamo Filippo con gli altri apostoli e i primi fedeli, allorché viene nominato Mattia al posto del traditore Giuda (Atti degli apostoli, cap. 1)

APOLITIKION

πόστολε γιε, Φίλιππε, πρέσβευε τ λεήμονι Θε, να πταισμάτων φεσιν παράσχ τας ψυχας μν.

Apostolo santo Filippo, intercedi presso il misericordioso Dio, affinché conceda alle anime nostre la remissione dei peccati.




martedì 8 novembre 2011

La nuova evangelizzazione guarda a Est


di MANUEL NIN

Iniziata nel 1997 a Nyíregyháza, in Ungheria, la tradizione di un incontro annuale dei vescovi cattolici orientali dell'Europa è andata avanti annualmente radunando i presuli delle diverse diocesi attorno a un tema da loro scelto, per condividere i problemi e le speranze delle loro Chiese. L'incontro annuale si è svolto in Romania, a Oradea. Accolti dal vescovo greco cattolico dell'eparchia di Oradea Mare, Gran Varadino dei Romeni, monsignor Virgil Bercea, l'incontro patrocinato per la terza volta dal Consiglio delle conferenze episcopali d'Europa (Ccee) ha visto radunati il cardinale presidente Péter Erd?, l'arcivescovo nunzio apostolico in Romania, Francisco-Javier Lozano, l'arcivescovo segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, Cyril Vasil', insieme a una quarantina di presuli delle diverse Chiese orientali cattoliche da varie parti di Europa, dalla Russia a Cipro, dalla Slovacchia alla Bulgaria. Numerose celebrazioni liturgiche hanno scandito il ritmo degli incontri, che hanno compreso anche delle visite ai luoghi dove vive e cresce la Chiesa orientale cattolica della Romania.
Le conferenze di quest'anno hanno avuto come tema "Le Chiese orientali cattoliche e la nuova evangelizzazione". Gli incontri si sono svolti nel seminario greco cattolico di Oradea e hanno coinvolto nell'accoglienza i numerosi seminaristi della diocesi. La seduta inaugurale ha avuto luogo nel pomeriggio del 3 novembre. Dopo il saluto del vescovo Bercea, ha preso la parola il cardinale Erd?, arcivescovo di Esztergom-Budapest, che ha situato il tema sulla nuova evangelizzazione nel contesto di un mondo secolarizzato e allo stesso tempo assetato di Dio. E, in particolare, ha messo in luce come quello attuale sia un kairos, un tempo propizio per l'opera dello Spirito Santo. Il nunzio apostolico Lozano ha presentato Oradea come modello di città multiculturale e multietnica, e ha evocato anche la testimonianza martiriale della Chiesa greco cattolica della Romania. L'arcivescovo segretario della Congregazione per le Chiese Orientali ha portato il saluto del cardinale prefetto Leonardo Sandri e ha invitato le Chiese orientali cattoliche ad aprirsi sempre più alla vita e alla problematica di tutta la Chiesa universale. L'arcivescovo maggiore di Kyiv-Halys, Sviatoslav Shevchuk, ha voluto salutare soprattutto i fedeli romeni, un popolo che ha una storia cristiana importante e che in anni ancora recenti ha dato anche la sua testimonianza fino al martirio. Sono anche intervenuti alcuni rappresentanti delle autorità civili di Oradea, e la seduta si è conclusa con il saluto dell'arcivescovo maggiore di Alba Iulia dei Romeni, Lucian Muresan.
I lavori sono poi proseguiti nei due giorni successivi con delle conferenze che hanno inquadrato e approfondito l'argomento dell'incontro. La prima, sul tema "Sarete miei testimoni: la nuova evangelizzazione nelle Chiese cattoliche di rito orientale di Europa", è stata tenuta dall'arcivescovo Salvatore Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Partendo dall'invito di Papa Benedetto XVI alla nuova evangelizzazione per offrire risposte adeguate alla crisi di fede dell'uomo contemporaneo, monsignor Fisichella ha presentato questa nuova missione come un dono dello Spirito Santo alla Chiesa di oggi. E ha messo in evidenza il profondo cambiamento culturale dell'epoca attuale. Ha insistito poi nell'evitare la contrapposizione tra "identità" e "appartenenza", vivendole invece nella loro reciprocità. Con la liturgia vista anche come luogo di evangelizzazione verso gli stessi cristiani, Monsignor Fisichella ha concluso il suo intervento riflettendo sulla via della bellezza come annuncio del Vangelo.
Successivamente, padre Borys Gudziak, rettore dell'università cattolica di Lviv in Ucraina, ha sviluppato il tema "Le Chiese cattoliche di rito orientale: 20 anni dopo la caduta dei regimi totalitari e la nuova evangelizzazione". Padre Borys ha messo in evidenza la realtà attuale delle Chiese orientali cattoliche, nella tensione tra la libertà riacquistata e la paura di un futuro nella sua incertezza.
Nel pomeriggio, il gesuita padre Marko Ivan Rupnik ha presentato la sua relazione su "L'arte sacra bizantina nel contesto della nuova evangelizzazione". Ha centrato il suo intervento su rapporto tra teologia e arte. E ha insistito su come la nuova evangelizzazione debba essere indirizzata ai cristiani per sapersi o per scoprirsi rigenerati da Cristo nel battesimo.
La seduta mattutina del secondo giorno si è aperta con la conferenza di Cesare Alzati, dell'Università cattolica di Milano, che si è soffermato sul "Contributo delle Chiese orientali cattoliche alla nuova evangelizzazione", con speciale enfasi sulla realtà ecclesiale di queste Chiese. Ha insistito poi sulla necessaria conoscenza che l'Occidente dovrebbe avere del patrimonio teologico e liturgico dell'Oriente. E ha anche evidenziato il rischio che nella diaspora le Chiese orientali possano venire "declassate" a semplici varianti rituali.
Successivamente è intervenuto l'arcivescovo Vasil', che ha messo in luce i diversi aspetti della vita delle Chiese orientali cattoliche dal punto di vista canonico e liturgico. Infine, padre Alexadru Bizalic ha presentato la realtà dei nuovi movimenti laicali nell'Europa dell'est e specialmente nella Romania. L'incontro a livello ufficiale si è concluso poi con l'annuncio che sarà Zagabria, in Croazia, la sede dell'appuntamento per il 2012.
I giorni dell'incontro sono stati scanditi anche da diverse celebrazioni liturgiche nelle chiese che la comunità greco cattolica ha ad Oradea. Notevole è stata la partecipazione a queste liturgie dal popolo greco cattolico che ha assicurato la preghiera e la voce dei bei cori nelle divine liturgie. Il vescovo Bercea ha avuto modo anche di presentare le realtà ecclesiali della diocesi, dal seminario ai diversi centri assistenziali e della Caritas.
L'incontro si è poi concluso domenica 6 con una solenne divina Liturgia nella cattedrale greco cattolica. Al termine della celebrazione il ringraziamento del vescovo Bercea, mentre il nunzio apostolico ha sottolineato la dimensione di cattolicità che un tale incontro manifesta, specialmente nella liturgia. Infine, l'arcivescovo maggiore di Kyiv-Halys ha ringraziato il popolo romeno e soprattutto i giovani, che con la loro presenza alle liturgie sono diventati la vera anima degli incontri.


(©L'Osservatore Romano 9 novembre 2011)

venerdì 4 novembre 2011

Romania: incontro dei vescovi delle Chiese cattoliche di rito orientale


“La crisi che il mondo vive è essenzialmente di carattere antropologico. Le conseguenze del secolarismo hanno provocato un’ingiustificata emarginazione di Dio e questa ha comportato un forte disorientamento dell’identità personale, per cui si diventa incapaci di giustificare se stessi e l’orientamento della esistenza”. Così mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, intervenendo al 14.mo incontro dei vescovi delle Chiese cattoliche di rito orientale, in corso ad Oradea, in Romania. Mons. Fisichella ha aggiunto che è necessario un nuovo “slancio missionario” per superare “alcune difficoltà”. Difficoltà che, nel corso dei decenni, si sono verificate “per un fraintendimento della missione della Chiesa e del compito di ogni battezzato di essere annunciatore del Vangelo di salvezza”. Aprendo il convegno, che si concluderà domenica, il vescovo di Oradea–Mare, mons. Virgil Bercea, si è soffermato, in particolare, sulle attività della Chiesa greco-cattolica della sua diocesi. “Siamo tutti protagonisti - ha detto - di una nuova evangelizzazione”. L’incontro, incentrato sul tema “Sarete i miei testimoni: l’evangelizzazione nelle Chiese cattoliche di rito orientale in Europa” si svolge sotto la direzione del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee). Il cardinale Péter Erdö, presidente del Ccee e primate d’Ungheria, ha sottolineato che la nuova evangelizzazione “non è un metodo sociologico, ma rappresenta uno sforzo missionario necessario in tutti quei luoghi in cui il cristianesimo è già stato annunciato”. Il porporato ha espresso la convinzione che le Chiese cattoliche orientali abbiano molto da offrire in questo ambito, ricordando che, in quasi tutti i Paesi dell’Europa dell’Est, queste Chiese erano state giuridicamente oppresse dal regime comunista. “La fede cristiana, l’amore per Gesù e per la Sua Chiesa – ha aggiunto il cardinale Péter Erdö - sono oggi, come sempre, essenziali per un’Europa sana, capace di superare la propria crisi e di tenere insieme, senza omologazioni, le diversità culturali e religiose”. “Siamo in un mondo molto secolarizzato - ha concluso il presidente del Ccee - e, paradossalmente, assetato di Dio e del senso della vita”. All’incontro – rende noto l'agenzia Sir – è intervenuto anche il capo della Chiesa greco-cattolica della Romania, mons. Lucian Mureþan. "I cristiani - ha detto - sono vittime di persecuzioni in tutto il mondo. Si tratta di sfide impegnative legate al relativismo e alla secolarizzazione". Mons. Mureþan si è soffermato, in particolare, sulla “necessità di trovare soluzioni nel reale contesto socio-culturale” e del dovere della Chiesa di “rispondere ai bisogni spirituali” relativi alla nuova evangelizzazione. Il sindaco di Oradea, Ilie Bolojan, ha infine lodato la buona collaborazione tra Chiesa e autorità civili, sottolineando che la comunità greco-cattolica “mette in pratica i valori cristiani”. (A.L.)

© www.radiovaticana.org - 4 novembre 2011