giovedì 23 settembre 2010

In memoria di mons. Eleuterio Fortino


Mons. Eleuterio Fortino - Chiesa di Sant'Atanasio



Risuscita o Dio, giudica la terra…

I romani che, mattinieri, fanno una passeggiata domenicale in centro, nella calma mattinale di via del Babuino, trovano sempre la chiesa di Sant'Atanasio dei Greci aperta e, fino a poche settimane fa entrandoci anche lo sguardo sorridente ed accogliente di un sacerdote che gli invitava a rimanere per la celebrazione della Divina Liturgia. Questo era mons. Eleuterio Francesco Fortino, archimandrita dell'eparchia di Lungro in Calabria, sottosegretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani. Nato il 2 aprile 1938 a san Benedetto Ullano, in Calabria, il 3 ottobre 1958 entrò come seminarista nel Pontificio Collegio Greco, dove seguì il percorso degli studi di filosofia e teologia fino alla licenza nel 1964. Il 24 novembre 1963 fu ordinato sacerdote. Dall'inizio dell'allora Segretariato per l'Unità dei Cristiani, collaborò strettamente al lavoro di dialogo fraterno e teologico con le diverse Chiese cristiane non cattoliche, specialmente quelle orientali di tradizione bizantina. Lungo gli anni di vita e collaborazione nel Pontificio Collegio Greco con mons. Fortino, ho potuto apprezzare le sue qualità umane e cristiane. Colpiva in lui la sua capacità di vedere la realtà delle Chiese cristiane, le istituzioni, i fatti, le persone, anche nei momenti più delicati di dialogo o magari anche di scontro, con uno sguardo sempre positivo, che nasceva in lui dalla speranza e la consapevolezza che lo sforzo umano nell'incontro tra le persone e tra le Chiese, fosse sempre guidato, portato da un Altro che quando e come vorrà ci farà pervenire a quel ut unum sint. Era notevole in lui il suo amore, delle volte anche sofferto, per la sua Calabria e in modo speciale per la sua eparchia madre di Lungro. Malgrado la lontananza fisica e il suo impegnativo lavoro a Roma, la sentiva vicina e ne seguiva la vita con quotidiano interesse. In modo speciale sono testimone della dedizione con cui si adoperò alla preparazione e alla celebrazione del II Sinodo Intereparchiale celebratosi a Grottaferrata tra 2004 e 2005; diverse volte mi manifestò la sua certezza sull'importanza di questo evento ecclesiale per la vita e la stessa continuità e sopravvivenza di queste tre realtà ecclesiali orientali in Italia: le eparchie di Lungro, Piana degli Albanesi ed il monastero esarchico di Grottaferrata. Curava e celebrava con amore la Liturgia di tradizione bizantina, e si adoperava per farla conoscere attraverso tanti sussidi indirizzati soprattutto a coloro non direttamente di tradizione bizantina che frequentavano le celebrazioni nella chiesa di Sant'Atanasio dei Greci a Roma, specialmente nei grandi momenti dell'anno liturgico, Settimana Santa e Natale. Alcune di queste celebrazioni le viveva in modo specialmente suo. Penso alla celebrazione della risurrezione di Lazzaro, quando dopo la celebrazione del vespro, ci radunavamo i seminaristi ed i superiori del Pontificio Collegio Greco, con tanti amici della nostra comunità, per cantare le kalimera di Lazzaro, in lingua arbereshe, quei versetti che nella bellezza poetica, come se volessero spingere con forza Lazzaro fuori dalla tomba, coinvolgono coloro che li cantano; malgrado la sofferenza e la stanchezza per la malattia, il sorriso e gli occhi lucidi dall'emozione di p. Eleuterio colpivano sempre. Penso ancora al mattutino del Nymfios la sera della domenica delle Palme, quando monsignore Fortino reggeva l'icona di Cristo sposo nell'incontro nuziale con la sua Chiesa. Ancora sono memore del vespro del Sabato Santo, celebrato il mattino di questo giorno in cui la tradizione bizantina ci fa già gustare la gioia pasquale, e lo slancio vigoroso di mons. Fortino nel canto del salmo 81: "Risuscita o Dio, giudica la terra…", mentre cospargeva la chiesa con le foglie di alloro, nell'attesa gioiosa "del giorno che ha fatto il Signore", per cantare senza fine nell'esultanza: "Cristo è risorto dai morti, con la morte ha calpestato la morte, ed ai morti nei sepolcri ha elargito la vita".


Eterna la tua memoria, fratello nostro indimenticabile e degno della beatitudine. Amin.



P. Manuel Nin, Rettore Pontificio Collegio Greco

2 commenti:

  1. Mi unisco alla Comunita' di Sant'Atanasio
    nella preghiera.
    "Ora, invece, Cristo e' risuscitato dai morti,
    primizia di coloro che sono morti." 1 Corinzi 15,20
    ΑΙΩΝΙΑ ΣΟΥ Η ΜΝΗΜΗ ΑΔΕΛΦΕ ΗΜΩΝ ΕΛΕΥΘΕΡΙΕ

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  2. A Minsk in Bielorussia rimaniamo uniti a tutta la Comunita' del Collegio Greco in preghiera di suffragio per il defunto Archimandrita Eleuterio.

    Ricordiamo grati la Sua grande amicizia per la nostra Chiesa greco-cattolica Bielorussa ed il Suo indimenticabile sorriso pasquale.

    ETERNA MEMORIA - ВЕЧНАЯ ПАМЯЦЬ!

    Archim. Siarhiej,
    seminaristi Andrej e Sergio

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