Era, lo è e lo sarà per
sempre il Re dei re
Il Santo Padre
Athanasios ci ha detto che Dio,
si fece uomo perché tu
uomo diventi Dio.
In questa frase troviamo il Mistero dell’Incarnazione del
nostro Signore Gesù Cristo, perché dopo Adamo ed Eva, Dio vegliando dal Suo
Regno Celeste il Suo regno terrestre, contemplando la Sua creatura giorno dopo
giorno e vedendo fin dove è arrivata e che fine farà, ci ha mandato il Suo
Figlio per avvertirci, ed Esso ci ha dato pure la sua vita per la nostra
salvezza.
Oggi
dove siamo? Che cosa abbiamo cambiato? Cosa ci ha insegnato l’esperienza dei
nostri padri?
Stiamo di nuovo riprendendo la via che hanno sbagliato i
nostri padri, la via dell’arroganza, l’attacco alle cose materiali, lontani
dalle nostre Chiese, lontani da Dio, in separazione con noi stessi, ci
contrariamo con le nostre idee … confusione totale sia al di fuori (nella
società), che internamente (ognuno dentro di se).
La soluzione non
sarebbe ritirarsi dal mondo e farci monaci, per esempio, neanche un ritorno
irragionevole alle Chiese, ma una vera conversione interna. Una cosa
difficilissima da compiere, perché dobbiamo andare contro senso, contro tutte
le realtà che ci circondino, ma Nessuna tentazione vi ha colti, che non sia
stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le
vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la
possiate sopportare (1Cor, 10:13).
Per uscirne ci serve la
fede, la vera fede in Dio Padre nostro e creatore dei celi e della terra, non
una fede cieca che con un soffio di vento (tentazioni) vola e si perde, ma una
fede che ha radice, ben coltivata e annaffiata di grazie divine, con amore e
pazienza umana. Allora tutti noi siamo responsabili della nostra situazione
odierna, perché abbiamo ricevuto le grazie divine dal giorno del nostro
battesimo, ma non siamo stati l’uno accanto all’altro, con amore pazienza e
fedeltà, per cui abbiamo perso l’esempio e quello che si è incarnato per la
nostra salvezza, per darci l’Esempio della vita fraterna, ci ha liberati dal
potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato
Figlio. In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. Egli è
l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poiché in lui
sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e
le invisibili: troni, signorie, principati, potestà; tutte le cose sono state
create per mezzo di lui e in vista di lui (Col 1: 13-16).
Quindi abbiamo una sola
missione nella nostra vita, che è cercare il Regno di Dio ed annunciare la
Parola, per poter illuminare le giuste vie verso la Luce Eterna, tramite la
nostra vita vivendo secondo l’insegnamento del nostro Padre.
Dobbiamo cercare nel più
intimo delle nostre anime, i nostri cuori e i nostri corpi, che ci ha dato il
Signore, perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili (Rom 11: 29).
Ciascuno di noi deve essere svelto e pronto, cosi può ricevere e dare da quello
che ha ricevuto nel suo battesimo, il Dono Personale (la sua missione) mandato
dal suo Padre, tramite il battesimo (Battesimo, cresima e comunione), Ora a
ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene
comune. Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a
un altro parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; a un altro,
fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigione, per mezzo
del medesimo Spirito; a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro,
profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di
lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue; ma tutte queste cose le
opera quell'unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in
particolare come vuole (1Cor 12: 7-11). Siamo
invitati a maturare i nostri doni, per poter partecipare realmente alla nostra
salvezza, come Dio ci ha dato la possibilità di scegliere tra il bene ed il male,
ci ha dato la possibilità di partecipare alla creazione, tramite la
procreazione. Ci ha dato la possibilità di insegnare, di creare (tecnologie)… e
cosi ci ha reso partecipi attivi su questa terra, sempre per il bene comune.
L’esperienza dei nostri
padri ci insegna che non dobbiamo tralasciare i nostri fratelli, dobbiamo
rimanere uniti nella fede e Uno nelle tentazioni, come gli apostoli, perché ci
ha mandato come pecore in mezzo ai lupi, dunque dobbiamo essere prudenti come i
serpenti e umili come gli agnelli.
Vi invito a riflettere
in queste ultime ore rimasti alla
nascita del nostro Signore, su come continuare la nostra vita dopo la sua venuta,
affinché nella sua secondo venuta saremmo alla sua destra, vestiti di Luce
Eterna, perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la
tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo,
poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle
nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il
Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole (1Tess 4:
16) condividendo il canto delle schiere angeliche, Gloria a Dio nei luoghi
altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce! (Lc 2:14) in ginocchio
(non soltanto fisicamente, ma spiritualmente, con umiltà e amore) perché ogni
ginocchio si piegherà davanti a me, e ogni lingua darà gloria a Dio (Rm 4: 11).
Mi auguro che questo
natale sia per tutti noi, un periodo di conversione interna (con noi stessi) ed
esterna (con gli altri) affinché i nostri cuori diventino come il Suo splendore
che è simile a quello di una pietra preziosissima, come una pietra di diaspro
cristallino, (App 21: 11) come la luce mattutina, quando il sole si alza in un
mattino senza nuvole e con il Suo splendore, dopo la pioggia, fa spuntare
l'erbetta dalla terra (2Sam 23: 4).
Desiderate ardentemente
l'amore, non tralasciando però di ricercare i doni spirituali, principalmente
il dono di profezia. Perché chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma
a Dio; poiché nessuno lo capisce, ma in spirito dice cose misteriose (1Cor 14:
1-2).
Michel Skaf,
alunno Pontificio Collegio Greco