ISTANBUL, 13.
Come era avvenuto il 15 agosto 2010, quando dopo ottantotto anni di divieti il
Governo turco aveva dato l’assenso a celebrare messa nel monastero di Sümela,
vicino a Trabzon, anche la chiesa di Santa Macrina la Giovane, a Hasaköy di
Niğde, ha potuto riaprire le sue porte domenica scorsa per ospitare un rito
liturgico. Erano novant’anni che non succedeva, da quando cioè gli abitanti
greci della regione (la Cappadocia, nell’Anatolia Centrale) furono costretti ad
abbandonare le loro case e i loro luoghi di culto. Come era stato per Sümela,
anche in questo caso a presiedere la celebrazione è stato il Patriarca
ecumenico, Bartolomeo, arcivescovo di Costantinopoli.
«Con nostalgia ed emozione — ha detto il Patriarca
ecumenico, secondo quanto riferisce Orthodoxie.com — visitiamo la terra assai
provata che i nostri padri furono costretti a lasciare per motivi che solo il
Signore conosce, novant’anni fa, emigrando in ogni angolo del mondo. In questo
momento parlano san Gregorio il Teologo, la tradizione, le pietre, questa
chiesa. E il Signore sa quanti gemiti e grida, quanta disperazione e angoscia,
da parte dei trentacinquemila greci-ortodossi che vivevano allora a Niğde,
vennero sentiti dai nostri avi».
L’arcivescovo di
Costantinopoli, dopo la liturgia, ha ringraziato formalmente Ankara e i suoi
rappresentanti locali per aver autorizzato il rito — ulteriore segnale di
apertura verso le minoranze religiose mostrato dal Governo Erdogan — in una
regione, la Cappadocia appunto, alla quale egli è particolarmente legato. Con
Bartolomeo hanno concelebrato il metropolita di Proikonnesos, Joseph, e il
metropolita di Ikonion, Theoliptos, alla presenza del metropolita di Buenos Aires,
Tarasios.
Il Patriarca ha
ricordato i martiri cristiani che «sono partiti da questa vita lasciando in
eredità valori e civiltà, opere spirituali luminose che non sono state
ricoperte dalla polvere e dalle tenebre profonde ma sono state onorate dal
mattino del primo giorno della settimana, il mattino della Risurrezione». L’arcivescovo
ha successivamente visitato anche la chiesa greca di San Giovanni Battista,
oggi in disuso, nel centro di Niğde. Il Governo greco era rappresentato dal
vice ministro dell’Agricoltura, Maksimos Harakopulos, e greci erano gran parte
dei fedeli che hanno partecipato alla messa, assieme a membri — riferisce
l’Hurriyet Daily News — di varie associazioni provenienti dal Paese ellenico,
da Istanbul e dall’A rg e n t i n a .
La chiesa di Santa Macrina la Giovane fu
costruita nel 1858 nella località di Hasaköy. Nata nel 327 a Cesarea di Cappadocia, Macrina
è nota, oltre che per la sua vita dedicata alla santità e all’istruzione
religiosa delle ragazze, per aver avuto due fratelli illustri, Basilio di
Cesarea e Gregorio di Nissahttp://www.orientecristiano.com
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