Nel nord
del Sinai colpito a morte il segretario del vescovo di El Arish Kosman
Un sacerdote copto è
stato ucciso questa mattina in Egitto in un agguato con ogni probabilità
riconducibile alla situazione creatasi nel Paese all'indomani della
destituzione del presidente islamista Mohammed Morsi.
L'omicidio è
avvenuto nella città di El Arish, nel nord del Sinai. La vittima si chiamava
padre Mina, aveva 39 anni ed era il segretario del vescovo copto di El Arish
Kosman. Il religioso è stato colpito mentre si trovava in auto insieme alla
moglie, che si troverebbe sotto shock in ospedale.
L'omicidio di
padre Mina è un ulteriore salto di qualità nelle violenze di questi giorni
contro i copti: già l'altro giorno era stata assaltata una chieda copto
cattolica nel distretto di Minya. Ieri sera poi a Luxor ci sarebbero state
altre tre vittime copte. La collera degli islamisti, dunque, sta prendendo
ancora una volta di mira i cristiani in Egitto, prendendo a pretesto il fatto
che il Papa copto Tawadros II si è schierato dalla parte delle forze che hanno
destituito Morsi. E non e' un caso che l'omicidio sia avvenuto proprio nel
Sinai, zona da tempo fuori controllo, diventata un crocevia del terrorismo
islamista. Va detto peròche anche da parte dei rappresentanti ufficiali dei
Fratelli Musulmani in queste ore c'è stata un'escalation nei toni contro i
copti. Ieri pomeriggio - ad esempio - nel suo discorso alla manifestazione pro
Morsi, la suprema guida del movimento Mohammed Badie si era scagliato
pubblicamente contro Tawadros II sostenendo che il Papa copto non parla a nome
dei cristiani. Un messaggio che - evidentemente - qualcuno ha preso molto in
fretta come un via libera alla violenza settaria. I rappresentanti della Chiesa
copta in Italia reagiscono con «estrema preoccupazione» alle notizie
provenienti dall'Egitto, «con la violenza che non accenna a placarsi» e che si
è concretizzata tra l'altro con l'uccisione di un sacerdote cristiano copto da
parte di alcuni militanti islamici nella città di al-Arish, nel Sinai del Nord.
«Speriamo che questa fase finisca presto,
abbiamo paura. C'è il rischio che le parti contrapposte inneschino una vera e
propria guerra civile, con infiltrazioni terroristiche dai Paesi vicini», dice
all'Adnkronos Padre Danial El Bakhoumi, ieromonaco della chiesa copta di San
Raffaele a Reggio Emilia. «I militari hanno capito che Morsi non era l'uomo
adatto per i problemi dell'Egitto ed hanno cercato di risolvere la situazione,
ma ora nel Paese c'è un clima di violenza che preoccupa fortemente la comunità
copta in Italia», aggiunge. Sulla stessa
linea Padre Bakhomious El Soriani, ieromonaco della chiesa di San Mina a
Firenze. «Viviamo con molta preoccupazione quanto sta accadendo in Egitto. La
speranza -osserva- è che in breve tempo le divergenze si possano ricomporre e
che la pace possa tornare nel Paese».
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