Un’intensa preghiera perché in Siria
torni a regnare la pace si è levata ieri, domenica 1 settembre, anche dal
santuario siracusano dedicato alla Madonna delle lacrime, dove il cardinale
segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha presieduto la celebrazione per il
sessantesimo anniversario della lacrimazione. «La tormentata vita dell’umanità
in questa "valle di lacrime" — ha detto tra l’altro iniziando la sua
omelia — o f f re anche oggi immagini dolorose che attraggono gli occhi
misericordiosi della nostra Madre celeste. Sono immagini terribili che Papa
Francesco ha richiamato, pronunciando un forte appello per la pace in Siria e
nel mondo alla preghiera dell’Angelus di stamane». E dopo aver riproposto le
parole del Pontefice ha chiesto di unire la loro preghiera a quella del Papa e
di porla «nelle mani di Maria Regina della pace». Del resto, ha notato, le
letture bibliche della celebrazione eucaristica hanno offerto «l’opportunità di
una appropriata riflessione per sottolineare come la presenza mistica di Maria,
che qui volle lasciare il segno della sua compassione per le sofferenze umane,
sostiene lungo i secoli la fede, la speranza e la carità del popolo cristiano,
accompagna il cammino dei suoi figli nella storia e condivide il loro pianto»
Il porporato ha poi posto l’accento su tre atteggiamenti delle Vergine,
«rimanere, ascoltare e accogliere» nei quali «si riassume l’esistenza di Maria,
la sua vocazione, la sua missione. E poiché Maria è la madre e il modello della
Chiesa, questi sono anche i verbi che segnano la sequela Christi». Proprio in
quanto modello le sue lacrime assumono un significato particolare per i fedeli.
«Quello delle lacrime — ha detto in proposito — è un linguaggio universale, che
manifesta la compassione di Dio. E la Chiesa, che riceve da Maria questo
messaggio, è chiamata a diventarne ambasciatrice». Il cardinale ha poi citato
alcune immagini «semplici ed efficaci» utilizzate in questi mesi da Papa
Francesco «per parlarci di Dio e del suo amore» e ha concluso ricordando tra
l’altro che «il pianto di Maria è come il “collirio della memoria” contro
l’idolatria del presente, un collirio che ci aiuta ad avere uno sguardo pieno
di speranza verso il futuro; uno sguardo pieno di fede, per essere pronti alla
conversione e docili allo Spirito». Al termine della celebrazione il segretario
di Stato, su richiesta del rettore del santuario siracusano, ha incontrato un
gruppo di giornalisti e ha risposto ad alcune loro domande. In particolare il
cardinale Bertone ha voluto ricordare e sottolineare le linee portanti che
hanno ispirato e sostenuto il suo servizio svolto in Segreteria di Stato — tra
queste, un rapporto armonizzato tra fede e ragione, tra diritto e legge
naturale, fra tradizione e modernità — richiamando poi alcuni avvenimenti
memorabili, tra i quali le giornate mondiali della gioventù di Sydney e Madrid
con Benedetto XVIe di Rio de Janeiro con Papa Francesco.
© Osservatore Romano - 2-3 settembre
2013
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